I Pinguini Tattici Nucleari originali non soltanto nel nome
La band dei sei giovani bergamaschi ha conosciuto la consacrazione a Sanremo 2020
Hanno scelto una denominazione singolare che senza dubbio li contraddistingue: Pinguini Tattici Nucleari. Hanno dedicato un album-tributo a Fabrizio De Andrè nel 2019 e ottenuto un terzo posto al Festival di Sanremo del 2020, nell’edizione che ha di poco preceduto il lockdown. Sono soltanto alcuni dei riconoscimenti conseguiti da questo gruppo di giovani che si è formato da poco più di 11 anni. Il loro genere musicale – non rigido, però - si chiama “indie rock”, ha origine nel Regno Unito e negli Stati Uniti ed è andato diffondendosi in altri Paesi. Per “indie rock” si intende una forma di rock “indipendente” dalle grandi etichette discografiche commerciali, anche se con il tempo ha perso la sua valenza originaria di “musica alternativa” a seguito dei grandi cambiamenti nella musica dovuti all’avvento sempre più preponderante di internet ed è stata ridotta a un termine identificativo di un genere musicale. I social network hanno senza dubbio contribuito ad accrescerne la celebrità e i Pinguini Tattici Nucleari hanno avuto il merito di farsi apprezzare fin da subito per il loro estro geniale e per una musicalità che diventa familiare fin da subito: sono melodie “orecchiabili”, le loro, che comunque includono anche testi impegnati e basati su tematiche sociali di particolare peso. Tuttavia, più si ascoltano i loro brani e più rimane difficile catalogarli in un rigido genere musicale: se all’inizio la tendenza era più verso il folk, in “Fuori dall’Hype” emerge l’indie-pop. Di certo, il riscontro di pubblico e critica è ottimo.
Hanno deciso di chiamarsi così, ispirandosi alla “Tactical Nuclear Penguin”, una birra scozzese prodotta dal birrificio britannico BrewDog a partire dal 2009. Questa la versione fornita dai componenti del gruppo, fornita nei commenti di un loro video di You Tube: «Hai sollevato l’arcana questione riguardo al nostro nome. La leggenda narra che Bernu, membro fondatore della band, e Claudio Cuter scovarono il nome mentre si trovavano in una birreria artigianale. Lì trovarono questa birra scozzese, chiamata Tactical Nuclear Penguin, che fin da subito li affascinò, e così nacque il nostro sgangherato nome». La Lombardia è la loro culla e Riccardo Zanotti, originario di Alzano nel Bergamasco, è la figura di riferimento, nonché l’autore dei testi del gruppo. Ha compiuto 27 anni lo scorso settembre (è nato nel 1994) e dopo il conseguimento del diploma medio superiore è stato a Londra, dove ha lavorato per mantenersi gli studi e ha migliorato il suo inglese; al suo ritorno ha formato la band, che dunque costituisce la realizzazione di un suo progetto. Con Zanotti, vi sono attualmente altri tre coetanei (Nicola Buttafuoco e Lorenzo Pasini alla chitarra; Elio Biffi a tastiere, fisarmonica e voce) e poi Simone Pagani (basso e voce) e Matteo Locati alla batteria, entrambi classe 1991. Un totale di sei componenti, la cui provenienza geografica è alquanto concentrata: Bergamo, Pedrengo, Treviglio, Seriate e la già citata Alzano Lombardo. Hanno fatto parte in passato della band anche Francesco Bernuzzi (voce), Claudio Cuter (chitarra), Cristiano Marchesi (basso) e Marco Sonzogni (batteria). Quando sono nati, a fine 2010, c’erano Zanotti voce, Marchesi al basso, Pasini e Cuter alla chitarra, Biffi alle tastiere e fisarmonica e Locati alla batteria. Prima di dedicarsi alla musica, i componenti svolgevano professioni assai diverse: Pagani faceva l’educatore, Locati lavorava in aeroporto, Buttafuoco il commesso, Zanotti era in una caffetteria, Pasini era guardiano in un museo e Biffi era uno studente. Nel 2012, cioè dieci anni fa, esce il primo “extended play” autoprodotto: contiene cinque brani dal titolo “Cartoni animali”. Il 18 dicembre dello stesso anno, i Pinguini Tattici Nucleari si esibiscono sul palco del Polaresco di Bergamo perché va in scena la festa della lista universitaria Uni+. Bisogna attendere il 2014 per la pubblicazione del primo album, dal titolo “Il re è nudo”, composto da sette tracce più una intro e contiene “Cancelleria”, uno dei brani più conosciuti del gruppo dai suoi esordi. Il secondo album, “Diamo un calcio all’aldilà”, è del dicembre 2015 e sei mesi più tardi, nel giugno del 2016, il gruppo è finalista alla VII edizione di “Musica da Bere”. Al ritmo di un album all’anno, ecco che nell’aprile del 2017 esce “Gioventù brucata” e in agosto si registra la partecipazione alla 25esima edizione dello Sziget Festival a Budapest, esibendosi sul Light Stage. Nell’aprile del 2019 è la volta dell’album “Fuori dall’Hype”, preceduto dai singoli “Verdura”, “Sashimi” e dall’omonimo “Fuori dall’Hype”. E sempre nello stesso mese esce “Faber Nostrum”, l’album che ha costituito il tributo a Fabrizio De Andrè con una rivisitazione del gruppo di “Fiume sand creek”. Un’altra eccezionale finestra di visibilità è quella del 1° maggio, sempre del 2019: i Pinguini Tattici Nucleari sono sul palco di piazza San Giovanni a Roma per partecipare al tradizionale concerto che si tiene nel giorno della festa dei lavoratori; in questa circostanza eseguono i brani “Verdura” e “Irene”, che fruttano entrambi il premio del “disco d’oro”, assegnato nel settembre successivo. Anche i consensi del pubblico sono crescenti: il loro genere piace. In ottobre, viene presentato al Lucca Comics & Games Pinguini Tattici Nucleari un fumetto totalmente dedicato alla band di Beccogiallo Editore, realizzato dai disegnatori più promettenti del panorama italiano e divenuto subito un best seller su Amazon. Un mese, il complesso aveva annunciato un tour nei palazzetti e i biglietti per la data al Mediolanum Forum erano stati polverizzati in 20 giorni; il tour viene rimandato ma le date previste al Forum di Milano diventano tre. Il resto è cronaca recente: al 70esimo Festival di Sanremo, quello del febbraio 2020 che precede di un mese la difficile parentesi della pandemia, la band si classifica al terzo posto assoluto con la canzone “Ringo Starr”, dietro la vincitrice “Fai rumore” di Diodato e “Viceversa” di Francesco Gabbani. I Pinguini Tattici Nucleari si esibiscono durante la seconda serata sul palco dell’Ariston e ottengono il terzo posto nella classifica parziale di puntata e il quarto nella generale delle prime due serate, in base al voto della giuria demoscopica. La puntata finale di Sanremo è stata caratterizzata da una classifica che teneva in considerazione i voti della giuria demoscopica, della sala stampa e del televoto; ciò è valso ai giovani bergamaschi la conquista del podio e il terzo posto finale nella successiva valutazione fra i tre migliori artisti. Con una ulteriore gratifica che giunge a distanza di giorni: il brano portato al Festival, “Ringo Starr”, scritto e composto da Zanotti, è anch’esso certificato disco d’oro. La canzone è contenuta in “Fuori dall’Hype Ringo Starr” (Sony Music), il repack uscito a febbraio 2020 che oltre alle 10 tracce di “Fuori dall’Hype” (album certificato Doppio Platino, con la title track che è invece Oro), contiene gli inediti “Bergamo”, “Ridere” - il singolo uscito ad aprile 2020 e certificato Doppio Platino in pochi mesi - e diversi Dischi D’Oro (Irene, Tetris Antartide, Nonono, Lake Washington Boulevard e La Banalità del Mare e, nel 2021, Scrivile Scemo, Bergamo e Giulia) e il Platino “Verdura”. Sulla scia del successo di Sanremo, per il 29 febbraio 2020 è in programma il concerto al Mediolanum Forum di Assago. A seguito del successo di vendite per questo concerto, con il tutto esaurito registrato nel giro di poco tempo, sono stati organizzati altri concerti nei palazzetti di diverse città italiane: è il primo tour della band nei palazzetti, il cui nome #machilavrebbemaidetto tour è una citazione del singolo “Verdura”. Il 24 febbraio giunge però la notizia del rinvio di tutte le date del tour a causa della diffusione del Covid-19 in Italia; è noto poi cosa sia successo: con una successiva comunicazione del 6 marzo, sono state ufficializzate le nuove date del tour per il mese di ottobre 2020 con gli altri rinvii a febbraio 2021 e poi fra settembre e ottobre 2021. Nella seconda parte del 2020, Zanotti prende parte in agosto al Festival di Castrocaro nelle vesti di giurato; il giorno successivo è quello della pubblicazione del nuovo singolo, “La storia infinita” e in novembre esce l’atro singolo “Scooby Doo”, poco prima dell’extended play “Ahia!”. Sia “La storia infinita” che “Scooby Doo” salgono ai primi posti delle principali classifiche e playlist. Un anno fa, nella 71esima edizione, il ritorno a Sanremo assieme a Bugo nella terza serata dedicata alle cover delle canzoni che hanno fatto la storia del Festival con l’esecuzione del celebre brano “Un’avventura” di Lucio Battisti. In quella circostanza hanno eseguito un “medley” dal titolo “Settanta volte” con “Papaveri e papere”, “Nessuno mi può giudicare”, “Gianna”, "Sarà perchè ti amo", “Una musica può fare”, “Salirò”, “Sono solo parole” e “Rolls Royce”. È sempre cronaca di un anno fa: il 15 marzo 2021, il brano “Tetris”, tratto dall'album “Gioventù brucata”, è certificato disco d'oro, poi i Pinguini Tattici Nucleari collaborano con diversi artisti per alcuni “featuring”, vedi “Ferma a guardare” con Emia, “Meglio” con Bugo e “Babaganoush” con Madame. L’ultimo singolo, tratto da “Ahia!”, è “Pastello bianco”, che va a prendersi il doppio disco di platino il 6 dicembre 2021.
I Pinguini Tattici Nucleari hanno delle particolarità persino anomale rispetto ai tempi di oggi: nei social non sono molto presenti e rifuggono da qualsiasi genere di polemica. Nel sito music.fanpage.it si evidenzia come si tratti di una di quelle poche band capaci di costruirsi un pubblico fedelissimo, di quelli tipici dell’epoca pre-social; nessuna necessità di rilancio della propria presenza per ottenere i numeri, con particolare riferimento a quelli in streaming. Il dato che sorprende è quello del venerdì, quando esce la classifica Fimi degli album, i Pinguini Tattici Nucleari continuano a stazionare nella “top ten”, come successo per “Ahia!” (un anno di permanenza e oltre 100 milioni di stream), nel quale è contenuta anche la hit “Scrivile scemo!”. Certamente, l’exploit al Festival del 2020 è stato più di una consacrazione: all’appuntamento, la band era arrivata con tanto di notorietà già acquisita e con numeri di tutto rilievo, ma si sa che il pubblico di Sanremo è particolare e non sempre mostra particolare interesse alle novità in campo musicale. C’è chi pensa che la proposta di “Ringo Starr” possa persino arrivare a vincere: il terzo posto è comunque uno straordinario risultato, che avrà un seguito con “Fuori dall’Hype”. Interessante è anche la recensione di lascimmiapensa.com, nella quale si ricorda che il direttore artistico e conduttore del Festival della canzone italiana, Amadeus, aveva etichettato i Pinguini come “band indie”, ma che questa connotazione erano un po’ riduttiva per loro, capaci di essere insieme pop, rock, cantautori e indie, ovvero indipendenti e originali in ogni lavoro. “Ahia!”, album che evidenzia il grado di maturità artistica raggiunto dal gruppo, è una rassegna di brani nei quali non manca la riflessione, ma allo stesso tempo vi è un approccio con la vita che è giovane e leggero; in altre parole, si adopera un tono divertente per raccontare sia le gioie che le delusioni dell’amore attraverso giochi di parole e citazioni dal mondo del cinema. Ciò ha fatto sì che qualche sostenitore lo criticasse perché il lavoro era stato definito “troppo adolescenziale”, o comunque non impegnato a sufficienza come qualcuno si aspettava. Con “Ahia!” – conclude lascimmiapensa.com – non saranno stati eguagliati originalità e ironia dei primi due dischi indipendenti e di “Gioventù Brucata”. E anche alcune punte toccate da “Fuori dall’Hype” appaiono lontane, ma questo Ep è “una ottima prova di pop fresco, quasi mai banale nei contenuti. Certo, i Pinguini sono diventati mainstream, sono nel pieno dell’hype (fuori dall’hype non potevano rimanerci troppo), ma non hanno perso la loro natura ironica e la loro voglia di sperimentare e divertire”. Per la canzone italiana, sono comunque un motivo di arricchimento della proposta, in un periodo nel quale la canzone “nostrana” sembra aver ripreso vigore grazie soprattutto ai giovani.
Scooby Doo apre il disco mostrando subito lo spirito che caratterizzerà l’intero EP. È un pop contemporaneo che nelle sonorità ammicca alla musica internazionale. Riccardo è sempre stato bravo a descrivere personaggi in poche strofe. Così, fin da subito ci catapulta nella vita di un personaggio femminile.
Sono i dettagli a rendere la descrizione efficace. Le Vans, la maglia dei Guns, il primo anno di DAMS, le aspirazioni da attrice, sembra immediatamente di poterla vedere. Il brano scorre rapido e sfocia in un ritornello orecchiabile in cui troviamo il celebre cane Scooby. I mostri e le maschere che puntualmente, a fine puntata, svelavano la vera identità degli antagonisti di Scooby Doo e la sua squadra di amici, diventano una perfetta metafora. Il racconto è così fotografico che non deve esser stato difficile costruire il bellissimo video in motion graphic pubblicato sul canale YouTube dei Pinguini.
Tra l’altro non è la prima volta che i PTN citano Scooby Doo in una loro canzone. A inizio carriera, nel primo EP Cartoni animali, cantavano in inglese Scooby Doo love song.
Scrivile scemo è il secondo pezzo molto radiofonico dell’album. La canzone ha un sapore volutamente adolescenziale e nostalgico. Rifacendosi anche al romanzo di Riccardo, il brano mette in evidenza la complessità del crescere e dell’affrontare un mondo adulto che spesso delude le aspettative. L’amore come tabù, l’amore difficile da raccontare, da espirmere e da scrivere, questo è il nucleo portante. Il pezzo ha classiche sonorità pop e si presta a diventare un buon tormentone.
Bohémien sembra scritta apposta per poterne realizzare una versione dall’accento romano in featuring con Carl Brave. L’inizio e la melodia ricordano molto i brani e lo stile pop rap del cantante romano. Il ritmo è incalzante e il testo racconta la convivenza nelle sue prime fasi. Una novità che può spaventare, ma al tempo stesso carica di energia i giovani protagonisti.
Non solo gioia ed energia: Pastello bianco ci porta un po’ di sana tristezza e malinconia.
Pastello bianco è un pezzo più emotivo e malinconico. Lo chiarisce subito l’intensità del pianoforte che apre alla voce di Riccardo. Un crescendo di archi conduce l’ascoltatore al ritornello, fatto di ricordi e nostalgia. Il cuore che si spezza, ma non perde del tutto la speranza e ricorda con piacere il passato. Anche l’allontanamento e la separazione possono assumere toni romantici.
La storia infinita, singolo lanciato con grande anticipo rispetto a questo EP, è probabilmente il pezzo meno convincente. Orecchiabile sì, molto pop, ma più povero nei contenuti e meno coinvolgente delle altre tracce di Ahia.
Una conclusione splendidamente amara: Giulia (e il professore) e Ahia.
Giulia è la dimostrazione che i Pinguini Tattici Nucleari (e non solo loro) amano i nomi femminili come titoli. Nel primo disco Il re è nudo era Ilaria. In Gioventù Brucata l’indimenticabile Irene, criticata anche da Salvini. Qui la narrazione ci porta in una divertente storia d’amore ai tempi dell’università. Sarebbe tutto bellissimo, quasi perfetto, se non si mettesse in mezzo il famigerato professore. Non c’è lieto fine, ma un’esilarante storia di tradimento.
Ahia è l’ultimo brano, nonché l’origine del titolo dell’album dei Pinguini e del romanzo di Riccardo Zanotti. Si tratta di una canzone d’amore intensa e sincera. La bellezza della protagonista emerge, insieme a tutta la sua fragilità, nel momento della caduta. E proprio “ahia”, quell’interiezione che manifesta dolore, diventa la rappresentazione dell’amore più puro e vero.
Forse i Pinguini Tattici Nucleari non avranno eguagliato l’originalità e l’ironia dei primi due dischi indipendenti e di Gioventù Brucata. Anche alcune vette toccate da Fuori dall’Hype appaiono lontane. Questo EP però rappresenta un’ottima prova di pop fresco, quasi mai banale nei contenuti. Certo, i Pinguini sono diventati mainstream, sono nel pieno dell’hype (fuori dall’hype non potevano rimanerci troppo), ma non hanno perso la loro natura ironica e la loro voglia di sperimentare e divertire.
Giulia Gambacci
Giulia Gambacci - Laureata presso l’Università degli Studi di Siena in Scienze dell’Educazione e della Formazione. Ama i bambini e stare insieme a loro, contribuendo alla loro formazione ed educazione. Persona curiosa e determinata crede che “se si vuole fare una cosa la si fa, non ci sono persone meno intelligenti di altre, basta trovare ognuno la propria strada”. Nel tempo libero, oltre a viaggiare e fare lunghe camminate in contatto con la natura, ama la musica e cucinare.
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