Il punto di non ritorno di una relazione
Per salvare un amore in avaria bisognerebbe essere in due
Compriamo automobili, ci ricordiamo di prendercene cura e ci impegniamo a pagare puntuali rate mensili. Lucidiamo periodicamente le carrozzerie, controlliamo e aggiustiamo la pressione delle ruote, rispettiamo le scadenze di assicurazione e bollo e, sempre con attenzione, revisioniamo il veicolo per evitare che ci lasci a terra. Compriamo automobili con un notevole esborso di risorse e sappiamo che un rumore o una luce anomali, i freni che fischiano per esempio o la spia dell’olio, meritano un intervento immediato. Basta provvedere tempestivamente perché la macchina torni come nuova e ci permetta di viaggiare spediti, certi di arrivare a destinazione.
Allo stesso modo, compriamo elettronica: pc, iPad, iPhone e altro, e ci preoccupiamo responsabilmente di dotarli di antivirus, di aggiornarli, di proteggerli dagli urti con le apposite custodie. Stiamo attenti ai nuovi download e teniamo i dispositivi carichi ed efficienti, a volte lo facciamo con premura maniacale. Dedichiamo molto tempo a studiare le istruzioni e a trovare “trucchi” per ottimizzare programmi e applicazioni e questa dedizione dà sempre i suoi frutti: il macchinario si adatta alle nostre esigenze e ci soddisfa nel tempo.
Ma perché, allora, quando intraprendiamo una relazione d’amicizia o d’amore ci dimentichiamo completamente che meriterebbe almeno la stessa attenzione di un’automobile o di un iPhone? Perché diamo per scontato che la relazione proceda integra e appagante a tempo indeterminato senza mai una revisione, un controllo, senza mai aggiungere funzioni nuove e indispensabili che la preservino dall’usura e dal crash psicologico ? Non siamo abituati a pensare che le relazioni siano, molto più dei nostri gingilli meccanici ed elettronici, soggette ad usura, esposte a “errori di sistema”, che siano potenzialmente destinate a deteriorarsi se non soggette a una revisione periodica attenta e responsabile.
Anche l’amore più vero e più sincero si deteriora quando lo si lascia semplicemente “andare”: egoismo ed egocentrismo, progressiva riduzione della reciprocità, distrazione e apatia subentrano molto presto quando non riflettiamo con attenzione e con cuore su quello che diamo all’altro e su quanto riceviamo in cambio, sul calore e sul colore dello stare insieme, sulla direzione che il rapporto prende quando ci dimentichiamo che dovremmo “guidarlo” anziché pensare che funzioni con pilota automatico …
È la storia di molti rapporti autentici: siccome sono felici e soddisfacenti finisce che gli dedichiamo meno attenzione che al nostro trabiccolo lucido e pluri-revisionato o allo smartphone carico di nuove applicazioni. Allora la relazione tracolla. Si accendono piccole spie luminose: conflitti, sesso che non va, scaramucce soffocate sotto le lenzuola. Si va avanti per anni senza capire che occorrono chiarimenti e cambiamenti, magari perché appare più importante studiare i manuali dell’ultimo frullatore o della macchina da caffè piuttosto che fermarsi e chiedersi: “Cosa non sta funzionando nella mia relazione? Cosa posso fare per migliorarla?”
Per salvare un amore in avaria bisognerebbe essere in due, occorrono quattro mani, la disponibilità a cambiare, il coraggio di venirsi incontro, la determinazione a correggere i propri errori. Ma spesso si è soli a riconoscere che la relazione vacilla ed è più facile non intervenire sperando che riprenda a funzionare col passare del tempo senza impegnarsi nella revisione. E’ come lasciare l’auto in panne pensando che si ripari da sola … Così si giunge prima o poi a un punto di non ritorno: ecco perché l’amore finisce.
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