Monastero a Cairate, in provincia di Varese, circondato da un’aurea di mistero
Nell’edificio del varesotto si aggirerebbe lo spettro della sua fondatrice, la “regina dei goti”
C’è un monastero a Cairate, in provincia di Varese, nella valle del fiume Olona, antico e bello, dedicato a Santa Maria Assunta, circondato da un’aurea di mistero. Tra i chiostri e i corridoi dell’edificio si aggirerebbe infatti la fondatrice stessa della comunità. Nulla di strano. Se non fosse che la donna risulta morta da più di un millennio.
La storia del monastero
Secondo la leggenda, ad aver fondato nel 737 d.C. il monastero femminile, quale ex voto, fu la nobildonna longobarda Manigunda. Si trattava del suo ringraziamento per essere guarita da una malattia dopo aver bevuto dalla vicina fonte di Bergoro.
Quello cairatese è uno dei primi insediamenti monastici del territorio dell’attuale Lombardia. Ma il sito in cui si trova riporta tracce molto più antiche: gli scavi archeologici hanno portato alla luce una villa rustica romana e una necropoli del IV – V secolo d.C. comprensiva di una chiesa funeraria di cui si conservano alcune sepolture.
A partire dall’XI secolo il monastero benedettino dedicato a Santa Maria Assunta subì un processo di rinnovamento, la chiesa del complesso venne varie volte ampliata e nel 1560 venne impreziosita dagli affreschi di Aurelio Luini.
Nel 1176 soggiornò nella struttura un ospite illustre. L’esercito imperiale di Federico I, detto il Barbarossa, risultava acquartierato nei pressi di Cairate e, molto probabilmente, il sovrano trascorse nella foresteria del luogo sacro la notte prima della battaglia di Legnano, dove venne sconfitto dalla Lega lombarda.
Nel 1799, per volontà di Napoleone, il monastero venne soppresso. L'edificio venne venduto a privati e nelle epoche successive gli spazi vennero progressivamente abbandonati.
Nel 1975 cominciò l'iter per il suo salvataggio e il Comune di Cairate, cui si unì la Provincia di Varese, acquistò porzioni successive dell’immobile che divenne interamente di proprietà pubblica nel 1996.
Oggi il complesso monumentale, recentemente restaurato, è aperto al pubblico e visitabile. Tre sono le parti di cui si compone:
- il monastero vero e proprio;
- il quartiere nord o di San Pancrazio, eretto tra il 1481 e il 1560;
- i rustici della corte ovest, databili tra i secoli XVIII e prima metà del XIX.
La leggenda di Manigunda, regina dei goti
L'ingresso al monumento è segnalato da un arco del 1710. Un cartiglio ricorda il ruolo di Manigunda, la "regina dei goti", termine quest'ultimo con cui venivano latamente designati tutti i barbari. Una regina longobarda con tale nome non è mai esistita, ma l'appellativo derivava dalla scoperta quattrocentesca, durante i lavori di sistemazione della chiesa, di un sarcofago con resti femminili riccamente abbigliati. Come riferisce un cronachista dell’epoca, gli oggetti ritrovati vennero ritenuti degni di una donna di stirpe reale, identificata appunto con Manigunda. E dal ritrovamento della tomba al Monastero di Cairate nulla fu più come prima.
Gli avvistamenti del fantasma e altre stranezze
In varie occasioni nel corso del tempo, ed anche attualmente, pare che la donna appaia come un fantasma.
Diverse sono state le segnalazioni, tanto da aver attirato numerose attenzioni, tra cui quelle del programma televisivo Mistero. A volte la regina è stata vista affacciarsi ad una finestra, altre sarebbe stata avvistata tra i corridoi. C’è chi dice di aver sentito strani rumori di passi, cigolii, porte che sbattono in mancanza di vento e lamenti. Alcuni anni fa un operaio disse di aver addirittura scattato una foto allo spettro.
Alcuni sostengono che Manigunda si palesi soprattutto in presenza di coppie innamorate, per provare forse ad assaporare un po’ di quell’amore di cui in vita non potè godere. E non manca chi ritiene che la sua apparizione a chi è in procinto di sposarsi sarebbe di buon auspicio.
Attenzione dunque, visitatore del monastero, perché dietro ogni angolo, oltre ogni finestra o tra le colonne del chiostro, mentre osservi le bellezze del luogo, a guardarti a sua volta potrebbe esserci la regina dei goti.
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