Vini e meraviglie dell'Oltrepo Pavese, un pezzo di Lombardia da scoprire e gustare
Un'area storica del vitivinicolo e dell'enoico lombardo, per troppo tempo sottovalutata
Tra gli areali del vino italici ce n'è uno, in particolare, che tra gli addetti ai lavori è spesso citato fra gli “outsider” o, ancora, fra quei territori capaci di grande vocazione e duttilità ma che non hanno ancora espresso a pieno il proprio potenziale. Parlo dell'Oltrepò Pavese, terra che sembra avere la viticoltura nel suo destino sin dal primo sguardo su di una cartina, data la sua forma che ricorda, effettivamente, un grappolo.
L'ascesa di questo suggestivo territorio lombardo
Se è vero che questa storica area vitivicola della Lombardia, è stata, spesso, sottovalutata, è anche vero,che i passi in avanti fatti negli ultimi anni e le specifiche peculiarità pedoclimatiche orientate alla qualità la pongono tra le più interessanti per qualità media, varietà delle proposte enoiche e prospettive future. Non sono mancati i momenti “autodistruttivi” che ne ha ridotto l’appeal tra molti appassionati, eppure questa zona ha però mantenuto viva la sua anima vinicola con grande dedizione e passione, cercando di mitigare le difficoltà attraverso il lavoro e l'attenzione, con le piccole e medie realtà a fare sempre più da traino qualitativo.
Il "cuore" è qui
Con oltre 13.500 ettari di vigneti, rappresentando uno dei poli vitivinicoli più estesi del paese (secondo solo al Chianti e all'astigiano per numero di ettari a vite iscritti all’Albo Vigneti, tra le aree produttrici di vini certificati). L'Oltrepò è spesso considerato il cuore pulsante della viticoltura lombarda, tanto da produrre da solo oltre il 55% del vino della regione (parliamo di una delle province più vitate d'Europa).
La produzione vitivinicola è ampia e variegata ma nonostante i competitor siano stati molto più performanti in termini di comunicazione e posizionamento, l'Oltrepò può e deve essere considerata una delle terre più vocate e votate alla produzione di metodo classico, virtù che parte dei vigneti e dalla capacità di accogliere varietà come il Pinot Nero (è l'area viticola con la maggior presenza della tanto nobile quanto selettiva varietà) e lo Chardonnay. Oltre alle “bollicine”, non mancano produzioni di vini frizzanti e fermi di grande tipicità.
La terra, le uve e i vini
L'Oltrepò Pavese incastonato tra Emilia, Piemonte e Liguria, si etende a sud del fiume Pò su un'area collinare che fa parte delle prime propaggini dell'Appennino settentrionale. Questa conformazione geografica crea un territorio caratterizzato da un mosaico di suoli e altitudini differenti, che si rivelano ideali per la coltivazione della vite. I suoli dell’Oltrepò sono principalmente di origine marina, composti da depositi sedimentari come marne, argille, arenarie e calcari.
Zone calcaree e argillose: Nelle zone più alte e collinari, i terreni calcarei e argillosi sono ideali per la coltivazione di uve come il Pinot Nero, che qui trova un habitat perfetto per esprimere finezza, freschezza e struttura, soprattutto nella produzione di spumanti Metodo Classico.
Suoli sabbiosi e alluvionali: Le zone più basse, con suoli sabbiosi o alluvionali, offrono un terreno più adatto a uve bianche come il Riesling o il Moscato, che qui si esprimono con grande aromaticità e fragranza.
Zone collinari miste: I suoli misti di arenaria e marna permettono la coltivazione di uve come il Barbera e la Croatina, che danno vita a vini rossi di grande corpo e intensità, come il Bonarda e il Buttafuoco.
L’altitudine dei vigneti nell’Oltrepò Pavese varia tra i 150 e i 500 metri sul livello del mare. Le colline meglio esposte (principalmente a sud, sud-est e sud-ovest) garantiscono un’irradiazione solare ottimale, favorendo una maturazione equilibrata delle uve.
I piccoli borghi el l'incanto dei paesaggi, dominati dalle vigne (Shutterstock)
Le specialità locali
L'enografia dell'Oltrepò Pavese è strettamente legata a tradizioni vitivinicole che risalgono a tempi antichissimi ma non si è mai lasciata limitare dai vincoli storici, anteponendo l'identità territoriale a quella varietale. Tra le uve più diffuse, oltre al già citato Pinot Nero (utilizzato sia per produrre spumanti che per i sempre più consistenti – in termini di quantità e qualità – rossi fermi) sono presenti Barbera, Croatina, l'Uva Rara, l'Ughetta, il Riesling Italico e quello Renano, il Cortese, il Moscato e alcune piccole quote di altre varietà internazionali quali il Pinot Bianco, il Pinot Grigio, il Merlot, il Cabernet e persino qualche filare di Müller-Thurgau.
Uve che concorrono alla produzione di vini a denominazione come:
- Oltrepò Pavese Metodo Classico: spumante di alta qualità, prodotto prevalentemente da uve Pinot Nero. Questo metodo, affine allo Champagne francese, conferisce vini eleganti, complessi e longevi.
- Bonarda: vino rosso giovane e vivace, da uve Croatina (85% – 100%) congiuntamente a Barbera, Ughetta/Vespolina e Uva Rara (15% max), è uno dei più amati vini quotidiani della zona. Può essere fermo o frizzante, con note fruttate e una piacevole freschezza.
- Buttafuoco: Vino rosso corposo, prodotto da un blend di Barbera, Croatina e Uva Rara, caratterizzato da una struttura robusta e da una lunga persistenza.
- Sangue di Giuda: un vino dolce e leggermente frizzante, ottenuto da Barbera (dal 25% al 65%), Croatina (dal 25% al 65%, Uva Rara, Ughetta (Vespolina) e Pinot Nero, congiuntamente o disgiuntamente, fino a un massimo del 45%.
- Riesling (può essere prodotto sia da Riesling italiaco che Renano, con le rispettive palesi differenze): un vino bianco edai profumi minerali e fruttati, che esprime al meglio la freschezza e la versatilità dell’Oltrepò, ma può spingersi fino a mostrare una tonicità muscolare e longevità difficili da raggiungere in altre zone.
Caratteristiche Pedoclimatiche
Il terroir dell’Oltrepò Pavese è il vero segreto dietro la qualità dei suoi vini. Le colline che caratterizzano questa zona beneficiano di un clima temperato e ventilato, con influenze sia continentali che appenniniche. La grande varietà di suoli, che spaziano da quelli calcarei a quelli argillosi e sabbiosi, permette alle diverse uve di esprimere al meglio il loro potenziale. Il risultato è una straordinaria diversità stilistica nei vini prodotti, che vanno dai freschi spumanti Metodo Classico ai rossi materici e strutturati. Un clima influenzato sia dalla vicinanza dell'Appennino che dalla Pianura Padana. Questa combinazione climatica è cruciale per la qualità delle uve e, di conseguenza, dei vini prodotti.
Un territorio ancora da esplorare fino in fondo (Shutterstock)
Come il clima "scolpisce" l'uva
Escursioni termiche: Le colline dell’Oltrepò godono di una notevole escursione termica tra il giorno e la notte, specialmente durante la stagione estiva. Questo fattore è essenziale per favorire una lenta e completa maturazione delle uve, permettendo lo sviluppo di profumi intensi e una buona acidità, elementi chiave per la longevità e la freschezza dei vini. Precipitazioni e ventilazione: Le precipitazioni medie annue si aggirano intorno ai 700-800 mm, distribuite principalmente in primavera e autunno. La zona beneficia di una buona ventilazione, grazie alla vicinanza dell'Appennino, che aiuta a mantenere le viti asciutte e a prevenire malattie fungine, riducendo così la necessità di trattamenti intensivi. Influenze continentali e mitigazioni appenniniche: L’influenza delle correnti d’aria fredde provenienti dal nord viene mitigata dall’Appennino, che offre protezione ai vigneti situati nelle colline più alte. Questo crea un microclima favorevole per uve che necessitano di maturazione lenta, come il Pinot Nero e il Riesling.
Enoturismo: un'esperienza da vivere e un volano per l'enogastronomica
L’Oltrepò Pavese è una destinazione perfetta per gli appassionati di enoturismo. L'area offre una ricca rete di cantine, molte delle quali sono aperte al pubblico per visite e degustazioni. Le strade del vino si snodano attraverso colline panoramiche, borghi medievali e castelli storici, offrendo agli enoturisti non solo l'opportunità di assaporare vini di qualità, ma anche di immergersi in una cultura millenaria. L’ospitalità è un punto di forza della zona, con numerosi agriturismi e ristoranti tipici che propongono menu legati alla stagionalità e alla cucina del territorio.
Eccellenze Gastronomiche
L’Oltrepò Pavese non è solo una terra di grandi vini, ma anche di eccellenze gastronomiche che riflettono la ricchezza agricola e l'abilità culinaria del territorio. Tra i prodotti di punta spiccano quelli prodotti dal maiale, con specialità come ciccioli, cotechino, salame di Varzi, coppa e pancetta. In ambito caseario, il territorio offre la Formaggella e il Nisso di Menconico, la Stafforella, il Pizzocorno, caprini e crescenze. Tra i prodotti agricoli, il peperone di Voghera, l’asparago rosa, la cipolla rossa di Breme, la mostarda, la zucca Berrettina.
Inoltre, i tartufi e i funghi, che crescono abbondanti nelle colline dell’Oltrepò, arricchiscono ulteriormente i piatti tipici della cucina locale. Tra le ricette tipiche del territorio oltrepadano eccovi alcuni piatti che potrete assaggiare sul territorio:
Schita dell’Oltrepò Pavese: Una frittella povera a base di farina, acqua e olio, spesso farcita con salumi, formaggi o creme dolci. Miccone di Stradella: Pane a pasta soda, tipico per merende con salumi e formaggi locali. Agnolotti e Bata Lavar: Pasta ripiena tradizionale, con ripieno di manzo e condimenti di stufato o brodo. Tagliatelle di Santa Giuletta: Piatto con prosciutto crudo, lingua salmistrata e sedano. Malfatti: Gnocchi di spinaci, erbette e ricotta, conditi con burro e salvia o sughi vari. Panada: Zuppa di pane, brodo, uova e formaggio, una rivisitazione della zuppa pavese. Risotto dell’Oltrepò Pavese: Varianti con zucca berrettina, pasta di salame, gorgonzola o germogli di luppolo. Buseca: Trippa alla pavese, piatto contadino tradizionale. Merluzzo con le cipolle: Tipico piatto del venerdì di Quaresima, spesso accompagnato da polenta. Ragò: Versione pavese della cassoeula, con puntine di maiale e verze. Zuppa vogherese: Dolce a strati di pan di spagna, crema, panna, cioccolato e caffè. Torta di Mandorle di Varzi: Dolce tradizionale, con varianti che includono cacao e uvetta. Brasadè di Staghiglione: Ciambelle storiche legate alla festa del lunedì dell’Angelo.
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