Sanremo è Sanremo

Ma spero che non sia l'Italia
La Rai vuole convincerci che il festival di Sanremo rappresenta l'Italia: di sicuro non rappresenta me, infatti non sono fra i suoi spettatori. Non lo ero neanche nel passato, quando certamente il pubblico giovanile non veniva ammaliato da tutti questi giovani che accalcano invece adesso il palco del teatro Ariston.
Spippolando, sono passato sul canale Rai mentre c'era la Ferragni: a maggior ragione dico che questo spettacolo non mi rappresenta. E spero non rappresenti neanche così tanti giovani italiani visto che si paga 30.000 € l'intervento di una "influencer" che si commuove sulla paginetta che lei stessa ha scritto. Si dice se la canta e se la suona. Soldi del contribuente perché la Rai è sostenuta da un canone obbligatorio: qualche giornale ha scritto che alla Rai il festival di Sanremo costa 17 milioni di euro mentre ne incassa 50 -di milioni- per pubblicità e sponsorizzazioni. La domanda è dove sono finiti questi 33 milioni di utile, la gestione della televisione pubblica è da sempre (al pari di Alitalia) un'offesa al buon senso.
Leggo poi le contestazioni fra una certa parte politica e il presentatore, insoddisfazione per le intemperanze di un artista, davvero la televisione non può offrire di meglio?

Alessandro Ruzzi
Aretino doc, ha conseguito tre lauree universitarie in ambito economico-aziendale, con esperienza in decine di Paesi del mondo. Consulente direzionale e perito del Tribunale, attento osservatore del territorio aretino, ha cessato l'attività per motivi di salute, dedicandosi alla scrittura e lavorando gratuitamente per alcune testate giornalistiche nelle vesti di opinionista. alessandroruzzi@saturnonotizie.it
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