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Auto e furgoni, stop ai motori diesel e benzina dal 2035

Il Parlamento Ue approva la riforma: ecco cosa cambia

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Auto e furgoni a benzina e diesel, addio. L’Unione europea volta pagina, votando in via definitiva la proposta che mette al bando, a partire dal 2035, la produzione di vetture e veicoli commerciali leggeri alimentati in maniera tradizionale. L’Aula del Parlamento europeo approva il testo del cambiamento e anche della discordia, perché malumori comunque non mancano. Tra le voci fuori dal coro quella di Massimiliano Salini (Forza Italia/Ppe), che del testo è stato relatore in commissione Trasporti. «La messa al bando totale dei motori a combustione dal 2035 e la conseguente elettrificazione a tappe forzate è un grave errore industriale e politico, che mette a rischio migliaia di aziende e fino a 500mila posti di lavoro nella filiera dell’auto».

Il prossimo passo
Manca solo il voto del Consiglio dell’Ue, atto puramente formale, prima della pubblicazione in gazzetta ufficiale. Il testo come approvato prevede l’obbligo per nuove autovetture e nuovi veicoli commerciali leggeri di non produrre alcuna emissione di CO2 dal 2035. Di per sé non viene criticato il motore a combustione e la tecnologia in questione, quanto i combustibili che vi sono immessi. L’Eurocamera riconosce la natura inquinante di benzina e diesel, non del motore a combustione in sé. Ma in attesa dello sviluppo di carburanti alternativi per i motori tradizionali, dal 2035 stop alla messa produzione.

Le deroghe
Deroghe alle nuove regole sono previste per i produttori più piccoli. Per chi produce meno di mille veicoli l’anno è prevista un’esenzione totale dalle nuove disposizioni Ue. Invece i costruttori con un volume annuo di produzione limitato (da mille a 10mila nuove autovetture o da mille a 22mila nuovi furgoni) possono avvalersi di una deroga fino alla fine del 2035. Vuol dire che se i motori tradizionali sono messi al bando dall’1 gennaio 2035, in questo caso specifico possono essere consentiti fino al 31 dicembre 2035, concedendo quindi un anno in più di tempo per adeguarsi.

Escluso l’usato
La riforma riguarda la produzione del nuovo, non il mercato dell'usato. Quello che cambia è che nel 2035 le auto tradizionali continueranno comunque a circolare. Semplicemente non se ne potranno produrre più di nuove. Per fare in modo che nel frattempo si cambi la propria quattro ruote con una meno inquinante, contestualmente sono previsti adattamenti dei meccanismi di incentivo all’acquisto di auto elettriche o ibride per rispondere alle nuove esigenze e le nuove politiche di mobilità pulita. Si intende eliminarlo gradualmente, per spingere a maggiori acquisti in Europa e un più rapido ammodernamento dei mezzi su strada.

Nel considerare il cosiddetto fattore Zlev (l'attuale meccanismo di incentivazione di veicoli a zero e a basse emissioni), ci saranno obiettivi più bassi di riduzione per quei costruttori che vendono un maggior numero di veicoli con emissioni da zero a 50g CO2/km, quali i veicoli elettrici e veicoli elettrici ibridi efficienti. Dal 2025 al 2029, il fattore di riferimento Zlev è stato fissato al 25% per le vendite di nuove autovetture e al 17% per i nuovi furgoni. A partire dal 2030, questo incentivo sarà rimosso.

La relazione
Il relatore Jan Huitema (Renew, NL) ha dichiarato: «La normativa incentiva la produzione di veicoli a basse e a zero emissioni», sintetizza Jan Huitema, olandese, liberale, relatore del testo finale. Inoltre «questi obiettivi offriranno chiarezza per l'industria automobilistica e stimoleranno l'innovazione e gli investimenti dei costruttori». Soddisfatta anche la pentastellata Maria Angela Danzì, per gli aspetti sulla salute dell’uomo. «In Italia ogni anno 80mila persone perdono la vita per colpa dello smog».

Notizia e foto tratte da La Stampa
© Riproduzione riservata
14/02/2023 14:11:40


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