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Tumore al colon: possibile cura senza chemioterapia

Individuato una potenziale cura contro il tumore del colon-retto con l'immunoterapia

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Sarebbe una svolta molto importante sulla battaglia al tumore del colon-retto: alcuni ricercatori dell’Ifom di Milano e dell’Università degli Studi di Torino grazie ad alcuni esperimenti condotti su animali di laboratorio e coltura cellulare hanno trovato una nuova potenziale cura per i tumori eterogenei al colon-retto con l'immunoterapia. In questo modo, aumenterebbe il beneficio per tanti pazienti che possono ricorrere soltanto all'intervento chirurgico o alla chemioterapia e che per ora si può applicare soltanto al 5% di queste neoplasie.

I passi avanti della ricerca

I risultati della ricerca, sostenuta dall'Aric, sono stati pubblicati sul giornale scientifico Cancer Cell. Ad oggi, l'immunoterapia è davvero un'opzione molto rara per curare il cancro così come in quello del colon-retto che rimane il secondo a più alta mortalità nel mondo perché soltanto il 5% può trarre benenificio da questo tipo di trattamento. "Due anni fa ci siamo chiesti se fosse possibile aumentare la percentuale dei pazienti che possono beneficiare dell’immunoterapia identificando quei 'tumori freddi' che al loro interno nascondono una componente calda", ha spiegato a Unitonews il prof. Vito Amodio, ricercatore di Ifom, Università degli Studi di Torino e Istituto di Candiolo Irccs.

Quando si parla di tumori freddi si intende l'impossibilità di curare quella patologia con l'immunoterapia: viceversa, se c'è una parte "calda" il discorso cambia ed è la direzione che ha intrapreso lo studio in questione. "Abbiamo scoperto che nel piccolo gruppo di tumori eterogenei per lo status del MMR coesistono aree tumorali potenzialmente fredde e calde da un punto di vista immunologico. Ci siamo chiesti se ci fossero terapie già disponibili in grado di aumentare l’efficacia dell‘immunoterapia per i tumori del colon-retto che al momento non ne beneficiano", ha aggiunto Amodio.

Cosa può cambiare

I ricercatori hanno studiato in laboratorio questa condizione di "eterogeneità molecolare" come potenziale bersaglio per trasformare un tumore "freddo" e refrattario al sistema immunitario in "caldo" così da poter rispondere all’immunoterapia. I nuovi dati pongono le basi per raddoppiare gli sforzi e arrivare ad aumentare il numero di pazienti, in maniera considerevole, che possono beneficiare di questo nuovo metodo di cura. "Questo studio, che è stato possibile grazie all’essenziale sostegno di Fondazione Aiar, sottolinea l’importanza di comprendere a fondo l’ecosistema di ogni singolo tumore per poter comprendere quali siano le migliori opzioni terapeutiche utilizzabili", ha spiegato il prof. Alberto Bardelli, Direttore del programma di ricerca Ifom Genomica dei tumori e terapie anticancro mirate e docente Ordinario all’Università degli Studi di Torino. Ancora, però, è presto per cantare vittoria. "Seppur incoraggianti, i risultati ottenuti sono stati generati in animali di laboratorio e stiamo al momento verificando se possano essere trasferiti a breve in clinica", conclude Bardelli.

L'importanza della prevenzione

Come abbiamo visto sul ilGiornale.it, è partita la campagna di prevenzione Step Up per il tumore al colon-retto che durerà per tutto il 2023. Il campanello d'allarme deriva anche dai numeri dello scorso anno quando soltanto tre italiani su 10 si sono sottoposti allo screening per la diagnosi precoce che è gratuito da 50 anni in poi. Nel 70% dei casi l'invito non è andato a buon fine. "Avremo un'epidemia di tumori del colon retto nei prossimi anni, individuati in forma più avanzata, a causa degli effetti della pandemia che ha fatto saltare gli screening, ma anche per la scarsa propensione dei cittadini a farli", ha sottolineato Fortunato Ciardiello, professore ordinario del Dipartimento di Medicina di precisione dell'Università della Campania Luigi Vanvitelli.

Nel 2022 sono stati più di 48mila i nuovi casi di cancro del colon retto in Italia. "Nel 2023 aumenteranno ancora - aggiunge Ciardiello - Inoltre, iniziamo a vedere sempre più casi sotto i 50 anni d'età". Tra le cause principali compaiono un'alimentazione sbagliata, l'abuso di alcol e il fumo. "Vogliamo ribadire che la prevenzione passa attraverso corretti stili di vita e che scoprire un tumore in fase precoce fa la differenza in termini di guarigione".

Notizia e foto tratte da Il Giornale
© Riproduzione riservata
18/03/2023 13:32:52


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