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Omicidio Willy, la difesa punta sul testimone che scagiona uno dei fratelli Bianchi

In 15 però lo smentiscono

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A processo di appello nemmeno iniziato - rinviato subito al prossimo 27 aprile - la difesa di Gabriele Bianchi - fratello di Marco e imputato insieme a lui e ad altre due persone per l'omicidio di Willy Monteiro Duarte - anticipa quella che, con tutta probabilità, sarà la mossa per tentare di riaprire il dibattimento. Gli avvocati Ippolita Naso e Valerio Spigarelli, infatti, hanno annunciato il deposito in tribunale della querela presentata da Samuele Cenciarelli, l’amico di Willy, quello che con il suo corpo provò a fargli da scudo ai colpi che gli venivano inferti. Cenciarelli in questa sua prima versione dei fatti racconta che fu lui a ricevere il primo calcio da parte di Gabriele Bianchi, quello che secondo l’accusa, sostenuta da una consulenza medico-legale, causò le prime mortali lesioni al 21enne di Paliano ucciso durante un pestaggio avvenuto a Colleferro, vicino a Roma, la sera del 6 settembre 2020. Il processo per le lesioni subite da Cenciarelli si celebra separatamente e deve ancora iniziare davanti ai giudici di Velletri e nella sua deposizione da testimone dell’omicidio il giovane ha detto cose leggermente diverse. Può essere una svolta per il caso? Difficile rispondere, ma stiamo agli atti: almeno 15 testimoni raccontano l'aggressione per come la conosciamo e, cosa ancor più importante, una sentenza di primo grado ha già messo nero su bianco le singole responsabilità degli imputati. Ne è convinto fermamente l'avvocato Domenico Marzi, legale della famiglia di Willy. «Dieci o quindici persone dicono che ha essere stato colpito quella sera da Gabriele Bianchi è stato Willy, in più c'è una sentenza della Corte d'Assise. Io non commento le difese mediatiche degli altri, ma sto agli atti». «Siamo convinti che l'impianto accusatorio reggerà anche nel processo di secondo grado», aggiunge il penalista. «La questione è legata alle condanne all'ergastolo: ci aspettiamo la conferma dell'affermazione della responsabilità degli imputati», conclude Marzi. Intanto il processo è slittato al prossimo 27 aprile per la prima udienza. Questa mattina il presidente della prima Corte d’Assise d’Appello ha comunicato alle parti che «questa Corte è in imminente scadenza e attendiamo l’insediamento della nuova corte, con la nuova composizione, per avviare il processo» fissando l’inizio del processo al mese prossimo, quando verranno affrontate le questioni preliminari: lì le difese chiederanno formalmente la riapertura del processo. In primo grado i giudici della Corte d’Assise di Frosinone hanno condannato all’ergastolo i fratelli Marco e Gabriele Bianchi, a 23 anni Francesco Belleggia e a 21 anni Mario Pincarelli. Assente in aula il solo Marco Bianchi detenuto nel carcere di Pescara. «Ci aspettiamo una conferma della sentenza», dice dopo il rinvio l'avvocato Massimo Ferrandino, legale di parte civile per il Comune di Artena. «Willy è stato barbaramente ucciso da imputati che hanno fatto della violenza e della sopraffazione la loro ragione di vita», aggiunge lasciando il palazzo di giustizia. Secondo i giudici di primo grado, tutti e quattro gli imputati «avevano la percezione del concreto rischio che attraverso la loro azione Willy potesse perdere la vita, e nondimeno hanno continuato a picchiarlo» si legge nelle motivazioni della sentenza dello scorso 4 luglio. «L'irruzione dei fratelli Bianchi sulla scena di una disputa sino ad allora solo verbale, e comunque in fase di spontanea risoluzione, fungeva da detonatore di una cieca furia», scrivono ancora i giudici.

Notizia e foto tratte da La Stampa
© Riproduzione riservata
29/03/2023 05:54:15


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