Opinionisti Alessandro Ruzzi

Una guerra infinita

La soluzione non è a portata di mano

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Una guerra asimmetrica, basta pensare all'informazione ed allo spazio che le testate dedicano a notizie di parte israeliana (esempio tg oggi, fa notizia l'accoltellamento di un poliziotto israeliano) mentre da Gaza arrivano poche notizie dinanzi a migliaia di vittime quotidiane. Per gran parte degli israeliani la popolazione civile di Gaza è sacrificabile, per l'assioma che chi non è con loro è contro di loro, un antisemita di meno. I terroristi di Hamas che gioiscono per ogni cannonata israeliana. Perché ogni vittima rende impossibile la fine delle ostilità anzi alimenta l'esercito di martiri, combattenti, supporters. Perché se sei palestinese non puoi che volere una cosa: la scomparsa dello stato di Israele.
Le istituzioni internazionali europee e nordamericane -che sostengono il diritto ad Israele di esistere e di combattere per la propria difesa- si sono infilate in un cul-de-sac quando nel 1948, come scusa per le atrocità che alcuni avevano commesso ed altri ignorato, sfruttarono l'invenzione dello stato di Israele, avvenuta dal nulla qualche anno prima. Dove far confluire quella gran massa di derelitti di origine ebraica che brancolavano nell'Europa dell'immediato dopoguerra. Perché bisogna ricordare che gli Stati Uniti non accolsero questi derelitti, accolsero solo quelli che avevano sponsor danarosi o qualità eccezionali; una politica di immigrazione che gli altri Stati europei sorti dopo la guerra -tutti avevano contribuito ad alimentare i campi di concentramento- invidiavano perché allontanava dai loro territori gruppi sociali che erano stati depredati di ogni avere e dignità. Meglio se andavano da qualche altra parte: i capitali ebrei dei paesi anglosassoni organizzarono le prime immigrazioni andando a aprire una ferita i cui esiti ancora oggi scontiamo.
Gli ebrei perseguitati dai nazisti e non solo, massacrati a milioni, furono ripagati con una sorta di immunità che veniva garantita alla loro nazione sia nei confronti dei vicini arabi sia nei confronti di quei paesi che avevano peccati di cui vergognarsi. Tutte nazioni che si voltavano dinanzi alle enormità commesse dal governo israeliano che negli ultimi 20-30 anni ha di fatto reso impossibile quella soluzione "due paesi due popoli" -che molti vedono come unica strada- attraverso la creazione di centinaia di insediamenti che loro stessi definiscono illegittimi; dove circa 700.000 coloni vivono e lavorano -fucili in mano e soldi dello Stato alle spalle- in mezzo a territori che erano stati assegnati alla parte palestinese. Non che i palestinesi abbiano mai accettato "due paesi due popoli", sono stati i primi a dire di no ad una dinamica che creava isole palestinesi in mezzo ad una area affidata ad Israele, tanto per dire come non sta in piedi da sola l'idea.
Quindi Israele uccide migliaia di civili che diventano carne da macello per l'estremismo palestinese, risultato che assicura il perdurare di una guerra. Con il teatrino della politica, del protagonismo, delle critiche all'Onu, di Zelensky che loda Israele -indovina perchè- cui paragona l'Ucraina mentre a me sembrerebbe somigliare più a Gaza (indipendentisti contro imperialisti): di tutto e di più.
Per ora stanno 8.000 a 1.500, un partitone. Ma non ho capito chi vincerà, chi ha più morti o meno: vergogna.

Alessandro Ruzzi
© Riproduzione riservata
01/11/2023 13:40:10

Alessandro Ruzzi

Aretino doc, ha conseguito tre lauree universitarie in ambito economico-aziendale, con esperienza in decine di Paesi del mondo. Consulente direzionale e perito del Tribunale, attento osservatore del territorio aretino, ha cessato l'attività per motivi di salute, dedicandosi alla scrittura e lavorando gratuitamente per alcune testate giornalistiche nelle vesti di opinionista. alessandroruzzi@saturnonotizie.it


Le opinioni espresse in questo articolo sono esclusivamente dell’autore e non coinvolgono in nessun modo la testata per cui collabora.


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