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L’estate che brucia: cos'è la piromania e perché in un incendio c'è analogia con il sesso
L’apice orgasmico delle fiamme darebbe un senso di appagamento incomparabile
L’estate porta con sé la piaga degli incendi favoriti dalle temperature estreme, il panico di residenti e turisti evacuati, eserciti di Vigili del fuoco e flotte di Canadair. Restano paesaggi carbonizzati, aziende agricole e agriturismi distrutti, mentre l’allerta rossa continua. Non solo per via del vento e per la secchezza della flora ma soprattutto a causa dei piromani, che approfittano delle condizioni climatiche per innescare i fuochi e “godersi lo spettacolo”.
Cos’è la piromania
Nel DSM, il manuale diagnostico “bibbia” della psichiatria, la piromania è inquadrata tra i disturbi del controllo degli impulsi. La “mania per il fuoco” patologica descrive quegli individui che traggono piacere dall’appiccare incendi e si compiacciono del propagarsi e degli effetti delle fiamme.
Identikit del piromane
La criminologia delinea un identikit dei piromani: sono prevalentemente maschi tra i 30 e i 40 anni, single o comunque dall’affettività limitata e problematica. Hanno tendenze antisociali, un livello socioculturale basso, basso quoziente intellettivo e hanno avuto spesso un’adolescenza problematica segnata da diversi episodi di devianza (abuso di alcol e altre sostanze, risse, piccoli furti).
Le fasi
La piromania si declina in quattro fasi psicologiche:
- fase 1: nervosismo e ossessione dell’idea del fuoco;
- fase 2: pianificazione dell’incendio con indagini territoriale e meteorologiche mirate;
- fase 3: esecuzione del piano incendiario;
- fase 4: voyerismo della distruzione materiale e delle reazioni sociali all’evento doloso.
L'analogia con l'atto sessuale
I clinici notano un parallelismo tra gli schemi del piromane nelle varie fasi e la dinamica dell’atto sessuale, con l’apice orgasmico nella quarta fase in cui la persona vive un senso di appagamento incomparabile. Una soddisfazione tale da indurre a successive azioni incendiarie più estese e grandiose. L’atto incendiario sembra inoltre collegato alla necessità di dimostrare una sorta di egemonia sugli altri e sul mondo, percepiti come escludenti, ingiusti e perciò meritevoli della punizione del fuoco.
Le caratteristiche del piromane
Come entità clinica la piromania è caratterizzata da intenzionalità, ritualità e ripetitività. La ricerca evidenzia correlazioni con abuso di alcol e isolamento sociale. La diagnosi non preclude la capacità d’intendere e di volere e fa salva l’imputabilità del responsabile.
Piromani o incendiari?
Non solo piromani. La piromania non è l’unico movente dei raid incendiari, anzi. Si stima che o responsabili di atti incendiari siano per lo più motivati da lucro, da ritorsione o dalla necessità di coprire col fuoco altri crimini. Inoltre, per restare nell’ambito psichiatrico, alcuni roghi sono causati da persone in crisi psicotica o intossicate da sostanze di abuso.
La colpa e la punizione
Statisticamente più della metà degli incendi è causata dall’uomo ma di rado i responsabili vengono identificati e puniti. Sia perché agiscono con circospezione felina che per la difficoltà degli investigatori a scoprire gli inneschi e reperire prove sufficienti all’incriminazione.
Natura in pericolo
Gli attacchi incendiari alla Sardegna stanno suscitando indignazione e collettiva, amarezza è preoccupazione per il futuro. E riportano l’attenzione politica sull’urgenza di dispositivi e mezzi di protezione più numerosi ed efficienti a tutela dei territori più a rischio, oltre che sulla necessità di potenziare le strategie investigative e inasprire sanzioni e pene per i piromani.
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