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La mossa disperata della UE per salvare il settore auto del Vecchio Continente

Via libera all’imposizione di dazi sui veicoli elettrici provenienti dalla Cina

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Ormai dovrebbe essere noto a tutti che il settore auto europeo, ovvero il cuore dell’economia del nostro Continente, si è ammalato. La crisi di Volkswagen e di Stellantis è raccontata da tempo sulle principali testate di informazione mainstream. Troppo importanti queste notizie per essere messe da parte per parlare del nuovo scandalo politico o dell'ennesima partita di calcio. La situazione è drammatica e questo spiega la notizia arrivata oggi.

L’Unione Europea ha dato il via libera all’imposizione di dazi (con tariffe fino al 45%) sui veicoli elettrici provenienti dalla Cina. Mossa che inevitabilmente farà scoppiare una guerra commerciale con Pechino. La Commissione europea ha però fatto sapere che si impegnerà per cercare un accordo con Pechino per evitare ritorsioni.

Decisione sofferta come dimostra il fatto che non è stata presa all’unanimità ma a maggioranza qualificata. Dieci stati membri si sono pronunciati a favore dei dazi, 5 contro e 12 si sono astenuti.

La grande sconfitta è stata la Germania notoriamente contraria ai dazi contro Pechino. Un paradosso dato che il cuore del settore automobilistico europeo è proprio in quel Paese.  “La Commissione europea di Ursula von der Leyen non dovrebbe innescare una guerra commercia contro la Cina. Abbiamo bisogno di una soluzione negoziata” ha scritto su X il ministro delle Finanze tedesco, Christian Lindner, dopo il voto di Bruxelles. Evidentemente la preoccupazione di salvare il restante export tedesco in Asia pesa più di quella legata al destino di Volkswagen. 

Nel carro dei vincitori c’è invece il nostro Paese. L’Italia ha guidato il fronte favorevole ai dazi assieme alla Francia. Posizione condivisa anche dagli altri principali paesi occidentali (Stati Uniti e Canada in primo luogo) che ormai vedono nelle barriere commerciali l’unico modo per sopravvivere alla concorrenza cinese.

E’ la mossa giusta? Difficile da dire ora. Non ha dubbi invece Elon Musk. Più volte il fondatore e ceo di Tesla ha parlato dei dazi come misura necessaria per salvare il settore automobilistico americano ed europeo. Le auto elettriche cinesi costano molto meno di quelle prodotte in Occidente e tecnologicamente ormai non sono inferiori. 

L’Europa paga l’errore strategico dei propri manager (hanno accumulato ritardo sul fronte dell'innovazione) ma anche la decisione rischiosa presa dall’Unione Europea di imporre (unica importante area economica del mondo a farlo) un bando delle auto non elettriche a partire dal 2035.

Sarebbe forse il caso di posticipare questa data? Un rinvio dei tempi darebbe la possibilità ai produttori europei di lanciare sul mercato veicoli elettrici a costi più contenuti. Oggi le auto elettriche costano una enormità ed è proprio questo che rende minacciosa l'offerta cinese. Senza dimenticare poi il ritardo infrastrutturale della rete di ricarica, totalmente inadeguata a supportare una diffusione su vasta scala delle nuove motorizzazioni. Tema che preoccupa e non poco gli automobilisti. 

L’Italia sta chiedendo il rinvio del bando ai motori diesel e benzina oltre il 2035, ma anche su questo fronte l’Europa si muove in ordine sparso. Germania e Francia nonostante la crisi non intendono supportare l’iniziativa del governo italiano. E dunque per salvare il tutto (o quantomeno per provare a farlo) non restano che i dazi. Decisione che però potrebbe essere pagata a caro prezzo perché c’è da scommettere che Pechino non resterà a guardare.

Notizia e foto tratta da tiscali.it
© Riproduzione riservata
06/10/2024 11:45:52


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