Bitcoin inciampa sui dazi: è finita l’illusione che possa essere il nuovo oro digitale?

La criptovaluta più famosa ha subito una forte ondata di vendite
Negli ultimi giorni il Bitcoin ha vissuto un’improvvisa e severa correzione, scendendo bruscamente dopo aver toccato i massimi storici sopra 125 mila dollari all’inizio di ottobre. Il calo è partito venerdì 10 ottobre, subito dopo le dichiarazioni del presidente Donald Trump, che ha minacciato dazi al 100% contro la Cina. Le parole del leader americano hanno riacceso i timori di una nuova guerra commerciale tra le due principali economie mondiali, spingendo gli investitori a fuggire dagli asset più rischiosi tra cui, appunto, le criptovalute.
La corsa dell'oro
Nel frattempo, non si è arrestata la corsa dell’oro, tradizionale bene rifugio per eccellenza, che ha continuato a guadagnare terreno fino a toccare nuovi massimi storici oltre 4300 dollari per oncia. In un contesto di incertezza globale, il metallo giallo ha confermato il suo ruolo di porto sicuro per i capitali alla ricerca di stabilità.
Bitcoin il nuovo bene rifugio digitale
Negli ultimi mesi molti analisti hanno sostenuto l’idea che il Bitcoin potesse ormai essere considerato il “nuovo oro digitale”, ovvero un asset alternativo in grado di proteggere il valore del capitale nei momenti di crisi economica e di instabilità geopolitica. Proprio per questo motivo il recente forte calo delle quotazioni ha rappresentato una sorpresa e una delusione per molti investitori. Mentre l’oro fisico ha continuato la sua ascesa, il Bitcoin ha imboccato la strada opposta, perdendo in pochi giorni oltre il 15% del suo valore. Un segnale che dimostra come in realtà la criptovaluta più importante sia ancora immatura per ambire a essere il nuovo oro digitale. In situazioni di forte stress finanziario, il mercato tende ancora a preferire gli asset tradizionali, lasciando Bitcoin nella categoria degli investimenti speculativi.
Non tutto è perduto
Le vicende degli ultimi giorni sono una bocciatura senza appello? No, è’ ancora presto per poter affermare con sicurezza che Bitcoin non possa ambire a diventare il nuovo oro digitale. La correzione potrebbe essere solo una tappa di maturazione della criptovaluta. Guardando al lungo periodo i punti di forza restano immutati. La tecnologia sottostante è affidabile e la produzione di nuovi Bitcoin continua a rallentare progressivamente, con l’obiettivo di fermarsi del tutto quando sarà raggiunto il numero di 21 milioni di unità. La scarsità della moneta digitale, garantita dal protocollo, sarà sempre più rilevante nei prossimi anni, perché la deglobalizzazione e gli elevati debiti pubblici potrebbero favorire un forte aumento dell’inflazione e dunque l'ascesa di Bitcoin come riserva di valore.
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