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Ciao babbo…la tua perdita è stato l’evento più traumatico della mia vita!

Sono sicuro che anche dal cielo continuerai a guidarmi in ogni passo che compio!

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Il primo di ottobre, dopo una breve malattia è venuto a mancare mio padre Luigi. Il babbo aveva 93 anni e anche se è sicuramente una “bella età”, il babbo è sempre il babbo; colui che ti ha dato la vita, ti ha cresciuto e sempre pronto, con la sua esperienza, a darti tanti consigli nei momenti di difficoltà che la vita ci riserva. Il babbo era il classico uomo tutto d’un pezzo, un po' burbero, orgoglioso, dai grandi valori, la classica persona di una volta in cui una parola era un contratto, ma la sua dote migliore è che aveva un cuore grande. Negli anni della giovinezza, mio padre è stato l’uomo silenzioso, sobrio, coraggioso e mite, che mentre conduceva la sua vita quotidiana di operaio, stimato, rispettato e dalle grandi capacità, anche se ancora non me ne rendevo conto, era la mia guida sicura e il mio costante riferimento. Ricordo ancora le sue parole quando, 35 anni fa, gli comunicai che mi sarei licenziato da dove lavoravo perché volevo intraprendere un’attività in proprio. “Fai quello che ti dice il cuore, tu hai deciso di fare quello che non ho potuto fare io per motivi familiari; sei un ragazzo con la testa nelle spalle e sono sicuro che ce la farai. Attraverserai periodi positivi e altri negativi, ma non dovrai mai esaltarti per i successi e né abbatterti per le sconfitte, puoi perdere delle battaglie ma l’importante è vincere le guerre. Ricordati che io ci sarò sempre, se lo riterrai opportuno, per ogni necessità”. Parole che ricorderò sempre e che mi dettero la spinta decisiva nell’intraprendere un’attività imprenditoriale ricca di grandi soddisfazioni. Con la tua perdita provo un senso di angoscia e di solitudine, generato da un vuoto e da un dolore insostenibili. Mi manca la tua presenza, il suono della tua voce, il calore dei tuoi abbracci. Mi mancano le nostre chiacchierate, i tuoi consigli e anche le nostre discussioni, perché quando due persone dai caratteri forti come i nostri si confrontavano, a volte i toni si alzavano, ma sempre in maniera costruttiva. Sei stato un modello di integrità, gentilezza e generosità e se sono diventato la persona che sono oggi, è solo grazie a te. Cercherò di onorare la tua eredità vivendo una vita che rifletta i valori che mi hai trasmesso, questo te lo prometto.

Caro babbo, voglio farti una promessa, nelle ultime settimane della tua vita, ogni volta che ci vedevamo, le prime parole che mi dicevi erano rivolte a Filippo, il tuo pronipote di soli quattro mesi, venuto alla luce poco prima che le tue condizioni fisiche cominciassero ad aggravarsi. Mi chiedevi sempre “Come sta il cittino…” oppure “Cresce Filippo…” ma la frase che mi strozzava il cuore era quando mi dicevi “Perché non me lo fate vedere, cosa vi ho fatto…”. Non avevi fatto nulla babbo, ma i medici non ce lo permettevano. Ti prometto che quando Filippo sarà grande, gli racconterò che persona grande sei stata e che se avessi potuto vederlo crescere sicuramente gli avresti dato tutto quell’amore che hai dato alla mamma, a me, ai tuoi nipoti Davide e Giulia, ma moltiplicato per mille.

Ciao babbo…anche se non sei più fisicamente accanto a me, il nostro legame resterà eterno. Sono sicuro che anche dal cielo continuerai a guidarmi in ogni passo che compio!

Domenico Gambacci
© Riproduzione riservata
24/10/2024 17:54:38

Punti di Vista

Imprenditore molto conosciuto, persona schietta e decisa, da sempre poco incline ai compromessi. Opera nel campo dell’arredamento, dell’immobiliare e della comunicazione. Ha rivestito importanti e prestigiosi incarichi all’interno di numerosi enti, consorzi e associazioni sia a livello locale che nazionale. Profondo conoscitore delle dinamiche politiche ed economiche, è abituato a mettere la faccia in tutto quello che lo coinvolge. Ama scrivere ed esprimere le sue idee in maniera trasparente. d.gambacci@saturnocomunicazione.it


Le opinioni espresse in questo articolo sono esclusivamente dell’autore e non coinvolgono in nessun modo la testata per cui collabora.


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