L’eliminazione delle barriere architettoniche per una citta’ civile deve essere una priorita’

Dai progetti nazionali a quelli di Sansepolcro
Nello spazio di questo mese voglio trattare una grossa problematica italiana, ma che in questo caso voglio ricalibrare a carattere locale e in particolare nella mia città: Sansepolcro. Ma cosa sono le barriere architettoniche? Sono ostacoli fisici e non che impediscono la fruibilità degli spazi a persone con ridotte o assenti capacità motorie o con disabilità che ne complicano l’orientamento e ai bambini. L’abbattimento delle barriere architettoniche è un obiettivo umano di primaria importanza. Dignità, libertà e uguaglianza sono princìpi cardine del nostro ordinamento, che i padri costituenti hanno voluto sancire con forza già nei primi articoli della Carta costituzionale, ma che purtroppo spesso non trovano, nei fatti, piena applicazione. Le barriere architettoniche sono uno degli ostacoli al godimento di questi diritti, perché impediscono a chiunque di muoversi liberamente, non solo alle persone con disabilità permanenti o temporanee, ma anche agli anziani, alle donne in gravidanza o ai genitori con bambini piccoli. In questo caso voglio affrontare le barriere architettoniche urbane e cioé gradini, marciapiedi, pavimentazioni dissestate, macchine parcheggiate in maniera selvaggia o pertinenze di bar e ristoranti montate sugli spazi pubblici che limitano la libertà di muoversi e vivere uno spazio. Di questo parlo non per sentito dire ma perché ho vissuto e sto vivendo queste problematiche, con i miei genitori e con mio nipote. Andare a passeggio con una seggiola a rotelle o con un passeggino nella Città di Piero e quasi impossibile, per i motivi sopra descritti e spesso si rischia l’incolumità nostra e dei nostri cari perché per proseguire il percorso dobbiamo camminare nella strada con il serio rischio di essere investiti da qualche auto. E pensare che appena fuori dalla seconda Guerra Mondiale il giovane Stato italiano si pone il problema della tutela delle minoranze. L’art.3 della Costituzione riconosce tra i Principi Fondamentali che “tutti i cittadini hanno pari dignità sociale” e che “è compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese.” La questione dell’accessibilità si fonda quindi sulla Costituzione e la norma che la disciplina e che per la prima volta affronta anche l’argomento delle barriere architettoniche è la Legge 13/89. La legge stabilisce i termini e le modalità in cui deve essere garantita l’accessibilità ai vari ambienti, con particolare attenzione ai luoghi pubblici. Una città intelligente è una città a misura di tutti i suoi cittadini e non può prescindere dall’attivazione di un piano organico per l’eliminazione delle barriere architettoniche, magari realizzato a quattro mani, dall’amministrazione locale in collaborazione con le associazioni locali, che si occupano di disabilità. Nell’era della comunicazione globale, le nostre comunità sembrano incapaci di progettare spazi di qualità che, invece, sempre più spesso, sono connotati da scarsa accessibilità e da insufficiente fruibilità. Questa condizione può comportare la marginalizzazione dei soggetti più fragili: anziani, bambini, mamme in attesa, portatori di varie disabilità fisiche o sensoriali. Eppure, poter fruire degli spazi pubblici da parte di tutti è un diritto universale. È anche una delle risposte che le comunità possono opporre alla emarginazione sociale, al fine di costruire qualità identitarie nuove: ogni intervento volto alla realizzazione di spazi accessibili e inclusivi non solo migliora la qualità della vita e l’integrazione di un determinato gruppo sociale, ma facilita la vita di tutta la comunità. Una delle ragioni della difficoltà di accogliere i cambiamenti sociali in corso è nel fatto che la pianificazione degli spazi delle città, antichi o nuovi, centrali o periferici, così come la pianificazione della mobilità urbana, siano state nell’ultimo secolo prevalentemente conformate all’abitante tipo, assunto come modello di riferimento: maschio, autosufficiente, automobilista. Nella mia città il problema delle barriere architettoniche è sempre stato protagonista delle varie campagne elettorali, ma poi tutto rimane come prima. Ricordo qualche anno fa che una lista civica biturgense ne fece un vero cavallo di battaglia, ma una volta andati a governare poco e nulla è cambiato. In questo momento Sansepolcro è interessata da decine di cantieri che stanno modificando in maniera importante la viabilità della città e qualcosa si sta facendo in tema di barriere, anche se purtroppo mancano i controlli e auto e moto parcheggiate nelle rampe dei disabili stanno rendendo praticamente nulli i lavori fatti. Il troppo “buonismo” sta portando la nostra Italia a diventare un Paese pericoloso perché nessuno vuole rispettare le regole e si sentono padroni del mondo. Alcuni giorni fa mi sono trovato coinvolto in una brutta discussione in Viale Vittorio Veneto, dove una mamma con un bambino in un passeggino, ha fatto notare a dei ragazzi, che avevano parcheggiato davanti alla rampa di accesso dell’area pedonale che li non potano lasciare l’auto. Apriti cielo, hanno preso a “pesci in faccia” la giovane madre, dicendogli che loro fanno e faranno sempre quello che gli pare, le altre frasi non sono nemmeno riproponibili. Credo fortemente che un approccio inclusivo avrebbe implicazioni sociali positive e vantaggi competitivi ed economici, poiché, nel realizzare spazi pubblici sicuri e accoglienti e nel costruire reti di mobilità fruibili, migliorerebbe sicuramente anche l’attrattività e la bellezza delle città, anche sul piano turistico. E poi voglio ripetermi quando si parla di turismo e bellezza della città mi auguro che questa amministrazione abbia la forza di togliere un po' di auto dal centro storico, in particolare da piazze e piazzette.

Punti di Vista
Imprenditore molto conosciuto, persona schietta e decisa, da sempre poco incline ai compromessi. Opera nel campo dell’arredamento, dell’immobiliare e della comunicazione. Ha rivestito importanti e prestigiosi incarichi all’interno di numerosi enti, consorzi e associazioni sia a livello locale che nazionale. Profondo conoscitore delle dinamiche politiche ed economiche, è abituato a mettere la faccia in tutto quello che lo coinvolge. Ama scrivere ed esprimere le sue idee in maniera trasparente. d.gambacci@saturnocomunicazione.it
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