Trent’anni di rintocchi per il Gruppo Campanari di Sansepolcro
Un’autentica istituzione del territorio che porta avanti una tradizione ultrasecolare
Sali, ascolta e ammira. Di acqua né passata sotto i ponti, come spesso si dice, ma quella del Gruppo Campanari di Sansepolcro è una realtà solida oltre che storica. Nel 2024, infatti, ha festeggiato – e ancora non sono terminati – i primi 30 anni di attività. Una storia, quindi, ultradecennale che di fatto si interseca con quella di Sansepolcro. Dalle stesse campane, dal loro suono e movimento si possono estrapolare tanti elementi identitari di un territorio. Nel corso del tempo tante persone si sono alternate, altre non ci sono più per vari motivi seppure il nocciolo duro dell’associazione – oggi presieduta da Bruno Tredici – è sempre rimasto. Il Gruppo Campanari di Sansepolcro è un’autentica istituzione del territorio che porta avanti una tradizione ultrasecolare, quella del suono manuale delle campane; suonate che vengono eseguite nel corso di determinate ricorrenze, principalmente legate al mondo della chiesa, ma non solo. Tutto ruota attorno al campanile del Duomo, quello principale di Sansepolcro dove il gruppo ha pure la sede; c’è per esempio anche San Francesco che, su richiesta, la ‘Raniera’ viene suonata quando nasce un bambino. ‘A distesa’ come indicano gli stessi campanari: due volte per le femmine, tre per i maschi. Trent’anni, quindi, importanti che verranno ripercorsi passo dopo passo: Sansepolcro, infatti, può fregiarsi anche del fatto di essere stato il luogo nel quale è stata costituita la Federazione Nazionale Suonatori di Campane, oggi con sede a Verona, presieduta da Eles Belfontali.
FEBBRAIO ’94: TUTTO PARTE DA LÌ
Il Gruppo Campanari “Borgo Sansepolcro” nasce ufficialmente il 14 febbraio 1994, festa dei Santi Cirillo e Metodio, con l’atto siglato all’interno della sede di via delle Campane. Lo scopo era quello di continuare l’antica tradizione secolare della città di Sansepolcro, solennizzando le grandi feste cristiane con il suono delle campane, eseguito secondo i tempi e i modi che dagli antenati sono stati trasmessi fino ai giorni nostri accompagnando al tempo stesso i grandi avvenimenti della vita biturgense. Tutti i componenti del Gruppo Campanari, sottoscrivendo l’atto in questione, si sono impegnati a svolgere il servizio delle suonate con precisione di esecuzione e puntualità di orario, affinché il gioioso suono delle campane richiami nell’animo della gente il senso cristiano della festa. Tanto è stato detto sul Gruppo Campanari di Sansepolcro: ricordi, aneddoti e poesie tra cui quella scritta da Irma Vandi. Tra gli aneddoti il Cavalier Vittorio Cinti e il Cavalier Arduino Brizzi hanno suonato per circa 40 anni, tanto da essere pure maestri campanari degli altri. Il primo era cultore della musica, storia e arte: è stato pure direttore della corale “Domenico Stella” di San Francesco. L’altro, invece, il 13 giugno 1942 ornò di gigli la palla della guglia sul campanile di San Francesco in occasione della festa di Sant’Antonio da Padova. La loro sede è adiacente l’ingresso al campanile della cattedrale dove, ancora oggi, sono conservati alcuni resti della Torre di Berta. Campane che nel tempo hanno avuto bisogno di cura e di manutenzione; negli anni ’90 è toccato proprio a quelle del campanile principale di Sansepolcro dove sono state eseguite manutenzioni ai mozzi e le stesse campane sono state girate di ¼ come richiede la logica nel trascorrere degli anni. Un gruppo che è cresciuto nel tempo portando a termine anche vari progetti: nel maggio del 2013, a conclusione delle celebrazioni del Millenario della fondazione della basilica cattedrale, Sansepolcro ha ospitato il 53° raduno nazionale campanari, ripetendo così la bella esperienza di diciassette anni prima. In occasione del trentennale della fondazione, poi, la cittadina biturgense lo scorso mese di settembre ha ospitato la due giorni di convegno con relatori di assoluto prestigio dal titolo “Campane, Campanili e Campanari di Sansepolcro”. Ma come in tutti i gruppi ci sono anche progetti e idee: due, attualmente, quelli che stanno portando avanti; il primo è quello di poter collocare al centro di una delle rotatorie disponibili nel territorio biturgense un elemento che ovviamente richiami il tema della campana. L’altro, invece, non è altro che un’attesa da parte del Ministero della Cultura dove sopra il tavolo è già presente tutta la documentazione: è quella di far riconoscere all’Unesco il suono manuale delle campane come patrimonio immateriale.
LE CAMPANE DEI SECOLI XIX E XX
Lo storico Don Andrea Czortek ripercorre la storia delle campane di Sansepolcro attraverso i secoli, noi ci concentreremo prevalentemente su quelli più recenti; ovvero tra il XIX e il XX secolo. Fra il 1857 e il 1858 furono issate sul campanile della chiesa di San Francesco nuove campane, fuse da Terzo Rafanelli di Pistoia per conto del parroco. Nel 1899 il Comune vendette le due campane del campanile dell’ex chiesa di Santa Maria Maddalena al signor Mayer Cesana di Venezia per il prezzo di 1,50 Lire al chilo. Il XX secolo è stato un periodo segnato, almeno nella prima metà, da disinteresse e per certi momenti anche di ostilità nei confronti delle stesse campane. Il 16 novembre 1901 la giunta municipale ratificò la vendita di una piccola campana dell’ex chiesa di Santa Maria Maddalena dei Frati Minori a don Ferdinando Cestelli di Caprese Michelangelo. Il 16 agosto 1907 il campanone di Bonaventura della Torre di Berta suonò, per ordinare alle Clarisse di lasciare il monastero di Santa Chiara, confiscato dal demanio. Il 25 ottobre 1909 si giunse addirittura al tentativo di regolamentare, con apposita normativa comunale, il suono delle campane in città attraverso il consigliere comunale di area socialista Luigi Massa. Regolamento che venne approvato appena un mese dopo, il 22 novembre, dallo stesso consiglio comunale: esattamente il regolamento di polizia urbana per disciplinare il suono delle campane ritenendo che la popolazione “fosse minacciata nella sua tranquillità dal suono delle campane, per lo innanzi mai disciplinato”. Il 21 agosto 1914 la giunta municipale stabilì, su proposta del canonico Monsignor Ulivo Maccarelli fatta a nome del Capitolo della Cattedrale, di suonare a lutto il campanone della Torre di Berta per cinque minuti nel momento delle celebrazioni dei funerali di Papa Pio X. Il XVII Sinodo Diocesano di Sansepolcro, indetto dal vescovo monsignor Pompeo Ghezzi e celebrato nella chiesa di San Francesco Saverio al Seminario Vescovile nei giorni 29, 30 e 31 luglio 1941, stabilì che le campane non fossero suonate “ad usum profanum”, se non dietro licenza dell’ordinario, oppure in caso di necessità o legittima consuetudine. Infine, è da ricordare che il 14 febbraio 1994 si è costituito formalmente il Gruppo Campanari “Borgo Sansepolcro”, erede di una tradizione plurisecolare, per mantenere viva e fare conoscere l’arte campanaria al servizio delle solennità religiose e delle festività civili, nonché sviluppare i vincoli di amicizia tra i campanari e tutti gli amanti del suono delle campane. Il primo presidente fu Umberto Cardelli detto “Riccino”.
IL CAMPANONE “BONAVENTURA”
Fra le tante campane di Sansepolcro il campanone “Bonaventura”, già sulla cella campanaria della Torre di Berta, occupò un posto di primo piano nel cuore dei borghesi. Quasi non c’è casa in città dove non sia appesa una fotografia di quella torre, simbolo del Borgo. Rifuso per la quarta ed ultima volta nel 1718, “Bonaventura” fu distrutto dal crollo della Torre di Berta, minata dai soldati tedeschi nella notte tra il 30 e il 31 luglio 1944. Il campanone si frantumò in tre pezzi, ma alcuni uomini lo spezzarono in più frammenti poi portati nella legnaia comunale. Il suo peso si aggirava sui dodici quintali e il suo diametro di bocca era di oltre un metro e dieci centimetri.
I PRINCIPALI CAMPANI DI SANSEPOLCRO, QUELLI DI IERI E QUELLI DI OGGI
Lo skyline di Sansepolcro, giusto per utilizzare un termine straniero, è sicuramente originale e caratterizzato proprio dalle vette dei campanili. Oggi simboli della città, seppure alcuni sono andati distrutti nel tempo oppure ridotti nella sua altezza. Il campanile della Cattedrale è sicuramente quello più noto dipinto più volte anche da Piero della Francesca nelle sue vedute del Borgo. Una poderosa struttura romanica del secolo XI rifatta, nella parte superiore, in stile gotico, dopo il crollo causato dai terremoti della fine del 1351. Di forma quadrata alla base, s’innalza senza aperture fino alla cella campanaria. La mattina del 9 agosto 1794 il campanile fu danneggiato da un colpo di fulmine. C’è poi il campanile di San Francesco simile a quello della Cattedrale biturgense. Impossibile, tra quelli del passato, non fare riferimento alla Torre di Berta: sorgeva nel mezzo della piazza principale che, solo oggi, porta quel nome; alta quasi 38 metri, la torre era tutta rivestita con bozze squadrate, ad eccezione della cella campanaria fatta con pietre stuccate a vista. Da mettere in evidenza è anche il campanile della chiesa di Sant’Agostino i cui consoli di Sansepolcro, nel marzo 1203, si accordarono con i canonici di Città di Castello per l’erezione nella parte occidentale del Borgo, dentro le mura, di una nuova chiesa battesimale in sostituzione di quella esterna. Di importante rilevanza è anche il campanile di Santa Maria dei Servi: chiesa che è stata completamente ristrutturata nel XVIII secolo con soluzioni a volta e decorazioni a stucchi; fu nuovamente restaurata nel 1884, mentre nel 1921 rifatto il campanile, in precedenza a vela, seguendo lo stesso stile architettonico. Gli altri campanili a vela del centro storico di Sansepolcro sono quello di Sant’Antonio Abate, con tre campane, recentemente restaurate; quello della chiesa di Santa Marta, con due campanili, dei quali uno con una campana; la chiesa di San Lorenzo con due campane; la chiesa di Santa Chiara con una sola campana, tre campane per la chiesa di Santa Maria delle Grazie; una campana recentemente restaurata per la chiesa di San Rocco, una per la chiesa di San Maria della Misericordia mentre il campanile a vela è anche quello della ex chiesa di San Francesco Saverio, ad oggi privo di campane.
QUANDO VENGONO SUONATE LE CAMPANE
Come in parte già detto, le campane dei campanili di Sansepolcro principalmente vengono suonate nel corso di festività legate in qualche modo alla chiesa. Ma non solo. Le giornate di apertura al pubblico con suonate dirette del campanile della cattedrale - e possibilità di vedere il panorama del Borgo dal cuore della città - sono in occasione dell’Epifania, per Pasqua, Pasqua in Albis che è pure la Festa dei Campanari di Sansepolcro, nel giorno dell’Ascensione, per la Pentecoste, il Corpus Domini, il 1° settembre nel giorno di Sant’Egidio fondatore della città, la domenica del Palio della Balestra, nel giorno di Ognissanti, per la festa del Volto Santo, il giorno di Natale e il 27 dicembre quando viene celebrato San Giovanni Evangelista patrono di Sansepolcro.
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