Protocollo del lavoro contro l’emergenza caldo: le novità su turni, orari e abbigliamento

Tra i punti chiave la cassa integrazione che potrebbe partire nel caso di "eventi meteo avversi"
Caldo estremo e lavoro, un binomio sempre più difficile da gestire. Con l’aumento delle temperature e le emergenze climatiche sempre più frequenti, il governo accelera sulla definizione di un nuovo protocollo nazionale per la sicurezza sul lavoro legata al caldo.
Su pressione dei sindacati, la ministra del Lavoro Marina Calderone ha convocato un incontro urgente, presentando una bozza di intesa che punta a introdurre misure immediate di contenimento dei rischi. Tra le novità principali, l’ipotesi di un ricorso ampio e automatico agli ammortizzatori sociali, inclusa la cassa integrazione (Cig), in caso di sospensione o riduzione dell’orario di lavoro dovuti alle alte temperature. Questa possibilità varrà anche per i lavoratori stagionali. Il protocollo prevede inoltre che i datori di lavoro possano fare riferimento alle ordinanze pubbliche come base per giustificare eventuali interruzioni delle attività.
I punti chiave del nuovo protocollo contro il caldo
Il documento si concentra sui rischi legati all'esposizione al caldo per chi lavora all'aperto e anche per chi opera in ambienti chiusi. Tra le misure previste:
Informazione e formazione sui rischi e sulle buone pratiche di prevenzione.
Sorveglianza sanitaria mirata.
Fornitura di abbigliamento adeguato e DPI specifici.
Riorganizzazione dei turni di lavoro, con possibilità di anticipare o posticipare l'orario.
Predisposizione di aree di ristoro, accessi all’ombra e distribuzione di bevande.
Ai datori di lavoro è richiesto di monitorare le previsioni meteo locali, consultando anche il portale dedicato del Ministero della Salute (www.salute.gov.it/caldo), per adottare in tempo utile le misure di prevenzione.
Le nuove regole si applicheranno anche a studenti tirocinanti, lavoratori in appalto e stagionali.
La posizione dei sindacati
Il testo è ora al vaglio delle parti sociali. La segretaria confederale della Cgil, Francesca Re David, sottolinea l’urgenza di uscire da una gestione emergenziale e di fissare per legge un valore soglia di temperatura che faccia scattare automaticamente le tutele, comprese le interruzioni delle attività. La segretaria confederale della Uil, Ivana Veronese, chiede che l’Inail registri gli infortuni legati al caldo come tali, per consentire un monitoraggio più preciso e rafforzare le politiche di prevenzione.
Un passo verso la tutela strutturale dei lavoratori
Il nuovo protocollo sicurezza lavoro e caldo rappresenta un passo importante per proteggere la salute dei lavoratori in un contesto climatico sempre più difficile. L’obiettivo è trasformare misure temporanee in un sistema strutturato, capace di tutelare la salute senza bloccare le attività produttive.
La cassa integrazione
Tra i punti chiave la cassa integrazione che potrebbe partire nel caso di "eventi meteo avversi", ovvero in presenza di temperature elevate che hanno colpito l'Italia in questi giorni. Il documento fa poi riferimento alla previsione di piani di sicurezza e di coordinamento tramite cui identificare aree di ristoro in cui i lavoratori possano fare pause, stabilire anticipi o posticipi dell'orario di lavoro sulla base delle condizioni meteo e organizzare la fornitura di bevande, dispositivi di protezione (tra cui anche creme solari e indumenti adeguati) e cibo. Le misure valgono anche per le imprese in appalto, i lavoratori stagionali e gli studenti tirocinanti.
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