Sestino: Riaperti il Museo archeologico e il Centro visite

La sala della statuaria e del “tempietto augusteo” ha attirato l’attenzione di molti turisti
Nel bel mezzo di agosto Sestino ha offerto una bella occasione ai molti turisti presenti nel territorio. Sono stati riaperti il Centro Visite della Riserva naturale del Sasso di Simone e il Museo Archeologico. Il merito va soprattutto alla Fondazione ”BBB” guidata da Brunangelo Bigi, che nel 2023 creava appositamente la fondazione per “ridare vita a Sestino”. Nel frattempo essa ha realizzato molte iniziative, nei settori scuola, educazione ambientale con attenzione a vari aspetti della vita quotidiana del paese. Assumere l’incarico di riaprire il museo archeologico, dopo accordi con la competente Soprintendenza e il Comune, costituisce un approdo di straordinaria attenzione a beni che contraddistinguono non solo la storia ma la realtà complessiva di Sestino.
Nell’introdurre la cerimonia, aperta dall’assessore comunale Simona Eusebi, il presidente Bigi manifestava subito la sua caratteristica: “Bisogna risvegliare l’amore per il proprio paese e comprendere che esso senza amare il proprio passato non ha futuro”. Ma non si tratta solo di un passato, che ha dato notorietà a Sestino e che lo collega a molteplici realtà regionali, nazionali e anche internazionali, emergeva nella discussione. La sua ricchezza di reperti e la distribuzione nei secoli, fa del museo di Sestino uno de più importanti della provincia aretina, insieme appunto ad Arezzo e Cortona. Tali reperti e i personaggi che emergono dai cippi epigrafati, mettono in rilievo, infatti, persone attive in varie province dell’impero romano, produttori di attività ceramologiche, realizzatori delle molteplici architetture e dei servizi - come le terme- che emergono dai ruderi. Ciò dimostra che allora i “municipi” dell’Appennino non erano zone interne svantaggiate ma percorsi interattivi con tutto il Mediterraneo.
La realtà del Sasso di Simone - continuava il presidente Bigi - con la sua storia e le sue caratteristiche ambientali, costituiscono altra realtà da valorizzare, mettendola anche in rapporti con i territori marchigiani e romagnoli dalle molteplici caratteristiche attrattive.
La Fondazione, è emerso nei vari interventi, si impegnerà nel formare giovani guide turistiche, nei settori archeologico e artistico, sempre pensando a valorizzare le straordinarie documentazioni che fanno perno su monumenti, torri, arte sacra ma anche la realtà ambientale, che dal 1965 è stata all’attenzione di molti Enti e Università - per essere la caratteristica di un “passaggio” da ambiente mediterraneo ad ambiente alpino. Una realtà che andrebbe ancora studiata per capire i riflessi su di essa delle mutazioni climatiche.
Annualmente, spiegava ancora la Fondazione con vari interventi, comunicheremo con un “giornalino” non solo quanto realizzato e quanto si intende mettere in campo, ma speriamo che sia uno strumento attrattivo e di partecipazione per creare interesse, partecipazione, nuove competenze : “Il nostro compito è anche quello di suscitare idee e programmi, che siano convintamente condivisi”, per il bene di tutto Sestino . Tutto ciò, è stato ancora sottolineato, perché cerchiamo da tutti idee, risposte, informazioni per migliorare le sorti del paese.
Dopo la cerimonia di apertura, tenuta nella sala della biblioteca comunale, davanti ad un folto pubblico, con molte presenze di turisti, le guide ufficiali - Lu ciano Crescentini, Francesco Angelini, Ludovica Renzi - e altri soggetti incaricati delle attività, si sono subito messi all’opera per illustrare le varie sale espositive, iniziando dal “Centro visite della Riserva naturale del Sasso di Simone”, aperto nel 2002. Era quello l’apice di un periodo di molti entusiasmi, non solo locali, che coinvolsero la Regione Toscana, Ministeri del Governo centrale e una folta schiera di personaggi: tra gli altri – Tonino Guerra, il direttore di ”Airone” Salvatore Giannella, “Acheologia viva”, politici e università non solo toscane.
La sala della statuaria e del “tempietto augusteo” ha attirato l’attenzione soprattutto di molti turisti. Inaugurato nel 2004 - dopo alcuni anni di lavori di restauro - raccoglie statue, bassorilievi e una struttura funeraria che collega Sestino a Leptis Magna e ad altri monumenti funerari dalla Sicilia all’Italia settentrionale. Fu il prolungato impegno della Soprintendenza e di suoi funzionari, che tornano volentieri a Sestino per “controllare” risultati che lasciano ancora stupiti i visitatori. Infatti i lavori, soprattutto per la restituzione architettonica, costituirono momenti anche di formazione per studenti e funzionari operanti nel settore. Costituisce anche un particolare progetto espositivo calibrato su giochi di luci e ombre per mettere in risalto i singoli reperti.
Dopo la visita anche alla sezione museale delle epigrafi, ricca di cippi e iscrizioni non solo riguardanti la realtà del municipium” sestinate, il percorso della giornata è terminato con la visita alla Pieve di San Pancrazio, che è in attesa di importanti lavori di consolidamento e conserva anch’essa strutture architettoniche, opere d’arte pittorica e reperti del periodo ravennate.
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