Pensioni 2026, da gennaio scattano gli aumenti Inps legati all’inflazione

Ecco di quanto cresceranno gli assegni fascia per fascia
Dal 1° gennaio 2026 scatterà la rivalutazione automatica delle pensioni in base all’inflazione.
Secondo le ultime simulazioni Inps, l’aumento sarà pari all’1,4%, con possibilità di arrivare all’1,5% in base ai dati definitivi Istat. Il nuovo valore corregge verso il basso la stima iniziale dell’estate, che parlava di un +1,7%. La rivalutazione si basa sull’indice FOI (Famiglie di operai e impiegati), che misura la variazione dei prezzi al consumo e serve per aggiornare importi monetari come affitti, assegni familiari o pensioni.
Come funziona la rivalutazione delle pensioni
La perequazione è il meccanismo che tutela il potere d’acquisto dei pensionati. Ogni anno, gli assegni vengono adeguati all’aumento del costo della vita con percentuali diverse a seconda della fascia di reddito.
- 100% dell’aumento per le pensioni fino a 2.413 euro (quattro volte il trattamento minimo Inps);
90% per gli assegni tra 2.413 e 3.017 euro;
75% per chi supera i 3.017 euro mensili.
Pensioni 2026: le simulazioni Inps, ecco gli importi aggiornati
Con una rivalutazione media dell’1,4%, l’Inps prevede questi aumenti:
Pensione minima da 603 € → 611,44 € (+8,44 €)
Pensione da 1.000 € → 1.014 € (+14 €)
Pensione da 1.500 € → 1.521 € (+21 €)
Pensione da 2.000 € → 2.028 € (+28 €)
Pensione da 2.500 € → 2.534,88 € (+34,88 €)
Pensione da 3.000 € → 3.041,18 € (+41,18 €)
Pensione da 3.500 € → 3.546,46 € (+46,46 €)
Pensione da 4.000 € → 4.051,71 € (+51,71 €)
Previsto anche un incremento aggiuntivo
Nel 2025 la rivalutazione era stata dello 0,8%, con un bonus transitorio del 2,2% per i trattamenti minimi.
Questo aumento extra scadrà a fine anno, ma nel 2026 resterà una quota ridotta pari all’1,3%. Esempio pratico: una pensione di 603 euro, rivalutata a 611,44 euro per effetto dell’inflazione, salirà a 619,79 euro grazie all’incremento aggiuntivo (+7,95 euro).
Bankitalia: “Attenzione all’impatto sulla spesa pubblica”
Durante un’audizione alle Commissioni Bilancio, il rappresentante di Bankitalia, Fabrizio Balassone, ha avvertito che “un aumento della spesa per pensioni può complicare la gestione della finanza pubblica”. Secondo la Banca d’Italia, occorre preservare l’equità tra generazioni e non intervenire eccessivamente sui meccanismi automatici di perequazione.
Sindacati: “I pensionati devono recuperare potere d’acquisto”
Di parere opposto la Uilp, il sindacato dei pensionati guidato da Carmelo Barbagallo, che chiede una legge per i “pensionati attivi”. “Da dieci anni i pensionati perdono potere d’acquisto – spiega Barbagallo – e servono misure che riconoscano il loro ruolo sociale ed economico. In ogni famiglia c’è almeno un pensionato che contribuisce al sostegno del nucleo. Serve una politica che valorizzi questa realtà”.

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