Che anno sarà il 2017?
Cosa ci riserverà questo nuovo anno? A volte viene da pensare che il mondo sia impazzito perché la razza umana sta esprimendo al massimo i livelli di odio e di crudeltà di cui solo gli umani sono capaci.
Ci auguriamo sempre che l'anno che verrà sia migliore di quello precedente ma fino ad oggi siamo stati sempre delusi fino a pensare che gli esseri umani siano irreversibilmente destinati all'autodistruzione.
Terrorismo, omicidi, pure la famiglia, ormai, non ci dà alcuna garanzia di sicurezza, anzi, è proprio all'interno delle famiglie che, a volte, vengono commessi i crimini più efferati e crudeli.
Ma non dovremmo sorprenderci, è sempre stato così, quello che cambia è che oggi l'informazione ci dà la possibilità di conoscere ciò che avviene nel mondo.
Non c'è stata un'altra guerra mondiale ma possiamo dire che la civiltà abbia espresso un volto migliore dopo il 1945?
Direi di no. Direi che chi ieri dichiarava guerra ad un altro popolo oggi conduce le sue azioni in maniera molto più subdola ma non meno pericolosa e letale.
Viviamo in democrazie apparenti dove il potere ci dà l'illusione dell'autodeterminazione per poi manipolarci sfruttando le nostre debolezze.
Si sta assistendo impotenti ad un fenomeno mai visto prima: il lavaggio del cervello di un'intera generazione ormai completamente dipendente e assuefatta ad una tecnologia che attraverso la realtà virtuale li sta praticamente assoggettando alla propria volontà.
E chi se non i giovani, un tempo, erano coloro che protestavano, che urlavano la loro rabbia contro il potere che potevano fare le rivoluzioni?
Si prospetta uno scenario che piacerebbe sicuramente ad autori come Orwell, piacerebbe in senso ironico chiaramente.
Uno scenario che la cinematografia e la letteratura di genere ha già intercettato da tempo proponendo delle trame che stanno facendosi sempre più reali.
Tutto questo è inquietante e drammatico.
Ma è proprio in ragione di questo che il mestiere del giornalista assume ancora più importanza per risvegliare le coscienze, per raccontare la verità di ciò che ci sta succedendo e la direzione disastrosa e distruttiva che abbiamo intrapreso, per creare delle alternative, degli scenari di speranza, per combattere un potere occulto e perverso che non ha altra finalità che quello di renderci schiavi e alienati, un giornalismo che ci indichi la via per tornare ad essere padroni del nostro destino, che sia garanzia di trasparenza e di verità.
Buttarini Massimo
Originario e residente a Città di Castello, si è laureato in Psicologia a indirizzo applicativo presso l’Università “La Sapienza” di Roma e svolge la professione di psicologo dal 1992. È esperto di psicologia investigativa e investigazioni difensive, consulente per studi legali, psicologo clinico e forense specializzato in psicoterapia. Ha una predilezione per il giornalismo d’indagine, finalizzato alla ricerca della verità, che lo ha portato a seguire alcuni fra i principali casi di cronaca del nostro Paese.
Le opinioni espresse in questo articolo sono esclusivamente dell’autore e non coinvolgono in nessun modo la testata per cui collabora.
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