Convivere con il terremoto…
Mai come in questo caso, pari soltanto la morte, riusciamo a comprendere pienamente la portata di quel meccanismo di difesa psicologico che si chiama rimozione.
Se non ne fossimo dotati il tasso di psicopatologia avrebbe un incremento esponenziale e così la spesa per gli psicofarmaci.
Nonostante ciò, quando la terra continua a tremare per mesi, anche la rimozione diventa molto difficile e sacche di disagio psichico si incrementano nelle popolazioni assoggettate a questo crudo e implacabile fenomeno naturale.
Rimozione, non incoscienza. E' importante questa precisazione. Pur in presenza di una difesa che rende tollerabile l'esposizione all'evento, dell'evento stesso, il terremoto, bisogna mantenere una consapevolezza molto alta e bisogna essere preparati ad affrontarlo al meglio.
Però, nonostante tutti i nostri sforzi, ammirevoli beninteso, anche in questo caso, purtroppo non è sufficiente.
E no! Sapete come si dice quando si parla dei rischi al volante: non bisogna prestare attenzione soltanto a noi stessi, purtroppo i rischi molto spesso derivano dagli altri.
La fenomenologia del terremoto riguarda un fenomeno naturale con il quale l'uomo ha dovuto convivere da sempre.
Sarebbe di per sé gestibile se non intervenisse la mano criminale dell'uomo.
Tutti i morti, anche quelli legati all'odierna tragedia che ha colpito il centro Italia, non sono vittime del terremoto, bensì, almeno in gran parte sono vittime di un'edilizia in mano a corporazioni criminali che pur di lucrare sui loro investimenti costruiscono edifici che di per sé sono delle vere e proprie trappole per topi.
Eccola la democrazia, questa democrazia che mi piace sempre meno.
Le sue maglie sono troppo larghe perché la spada della giustizia possa troncare la testa ai responsabili di simili misfatti.
C'è sempre una via di fuga per i malfattori.
Rigore, certo, quando si procede all'accertamento delle responsabilità, un altro guaio è che troppo spesso innocenti hanno pagato per dolo causato da terzi rimasti nell'ombra, ma una volta riconosciute quelle responsabilità dovrebbero portare alla certezza di una pena equiparabile ai danni causati.
Come recita Giorgio Gaber, "quando saremo tutti scemi allo steso modo la democrazia sarà perfetta!".
Il malaffare si nutre dell'ingenuità delle brave persone, della paura di prendere posizione: posso convivere con il terremoto ma non con questa democrazia criminale che permette a personaggi senza scrupoli di farla sempre franca.
Buttarini Massimo
Originario e residente a Città di Castello, si è laureato in Psicologia a indirizzo applicativo presso l’Università “La Sapienza” di Roma e svolge la professione di psicologo dal 1992. È esperto di psicologia investigativa e investigazioni difensive, consulente per studi legali, psicologo clinico e forense specializzato in psicoterapia. Ha una predilezione per il giornalismo d’indagine, finalizzato alla ricerca della verità, che lo ha portato a seguire alcuni fra i principali casi di cronaca del nostro Paese.
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