Gli sviluppi sull’ omicidio di Katia Dell’Omarino
Tra pochi giorni sarà trascorso un mese da quando Katia Dell'Omarino è stata brutalmente assassinata.
Ancora si punta sul DNA. Che Dio ci assista. Speriamo. Ma le speranze in questo senso sono flebili in quanto, come è stato sottolineato e la considerazione mi trova d'accordo, se i maggiori sospettati sono risultati non compatibili figuriamoci il resto.
Invece mi lascia molto perplesso l'ipotesi che il movente dell'omicidio possa essere il denaro che Katia sarebbe andata a chiedere al parroco.
E quanti soldi avrebbe mai potuto darle un sacerdote?
Se fosse così ci troveremmo di fronte ad un tossicodipendente che le aveva chiesto dei soldi per la dose quotidiana?
Questo tossicodipendente incontra Katia che, non essendo riuscita a reperire il denaro, scatena la sua furia omicida.
Nel caso Di Katia se parliamo di soldi ritengo che questa possa essere l'ipotesi più plausibile.
La notte dell'omicidio lei va dal parroco a chiedere soldi per l'uomo del quale si è invaghita, lui sta male, le ha detto che se vuole ancora vederlo deve portargli i soldi e Katia si mette alla disperata ricerca di questo maledetto denaro.
Katia gli confessa di non esserci riuscita, lui con disprezzo magari le dice tutto quello che pensa di lei e che non vuole averci più niente a che fare, a quel punto Katia, disperata, lo minaccia scatenando il suo impeto omicida.
Sta di fatto che nessuna ipotesi, al momento, né può, né deve essere esclusa.
Katia frequentava pregiudicati? Tossicodipendenti? Sembra che ci siano dei soggetti che nell'imminenza dell'omicidio abbiano cambiato i loro comportamenti e che questa potrebbe essere una pista promettente. Me lo auguro di tutto cuore.
Nel frattempo il mio pensiero non può che andare a questa povera ragazza che per la sua sete d'amore e di attenzione è andata all'appuntamento fatale con la morte.
Mi chiedo se tutto questo poteva essere evitato, me lo chiedo con l'animo colmo di tristezza. Ma tutto questo ce lo chiediamo sempre no? Sempre e quando ormai è troppo tardi.
L'assassinio di Katia Dell'Omarino dovrebbe essere un monito per tutti noi: per la nostra indifferenza, il nostro egoismo, la nostra mancanza di attenzione, il nostro essere ciechi di fronte agli altri e forse anche per la nostra presunzione di essere migliori rispetto a chi, magari, diverso da noi, ci inquieta, imbarazza, infastidisce. E così lo scansiamo e lo eleggiamo ricettacolo per contenere tutto ciò con cui non vogliamo avere a che fare dentro di noi.
Buttarini Massimo
Originario e residente a Città di Castello, si è laureato in Psicologia a indirizzo applicativo presso l’Università “La Sapienza” di Roma e svolge la professione di psicologo dal 1992. È esperto di psicologia investigativa e investigazioni difensive, consulente per studi legali, psicologo clinico e forense specializzato in psicoterapia. Ha una predilezione per il giornalismo d’indagine, finalizzato alla ricerca della verità, che lo ha portato a seguire alcuni fra i principali casi di cronaca del nostro Paese.
Le opinioni espresse in questo articolo sono esclusivamente dell’autore e non coinvolgono in nessun modo la testata per cui collabora.
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