Opinionisti Olinto Gherardi

La Torre di cartone

Perché distruggere l’opera pochissimo tempo dopo pensando anche al “costo”?

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E’ di questi tempi la notizia che ogni tanto appare in rete, sui social, di un progetto artistico teso alla temporanea ricostruzione della Torre di Berta per mano di un Artista francese, un certo Olivier Grossetète, il quale lavora ricostruendo palazzi e monumenti di effimera durata usando il cartone, li erige per poi poco dopo farli crollare a terra distruggendo tutto il lavoro di preparazione in pochi secondi. Ho cercato in rete questo Signore, il quale ha anche una pagina Facebook, e su You tube ho trovato diversi filmati delle sue opere mordi e fuggi in varie location per occasioni diverse, poco fa ne ho visto uno realizzato a Matera nel 2018, un anno esatto prima che la Città divenisse Capitale Europea della Cultura. Sinceramente è apprezzabile la capacità di questo Artista, veramente bravo nella ricostruzione fedele di ciò che si andrà a realizzare, ciò che comprendo meno è il distruggere l’opera pochissimo tempo dopo, pensando anche al “costo” vivo della realizzazione che va nell’ordine di diverse migliaia di euro (si va per decine). Come sempre accade in queste occasioni si crea una divisione netta fra gli entusiasti ed i critici, fra chi nostalgicamente sogna di rivedere il simbolo dei Borghesi in mezzo a Piazza Berta e chi invece lo trova un’inutile spreco di denaro pubblico, fine al solo ego di chi poi beneficia dei soldi stanziati in quanto Associazione Culturale di una determinata direzione politica. Biturgia non è certo nuova a situazioni controverse, sappiamo bene che la critica è parte integrante del vivere quotidiano Biturgense, lo facciamo tutti, io compreso, tendiamo sempre a dare fiato alle trombe, magari attraverso notizie frammentarie che ci arrivano all’orecchio, senza poi approfondirne la veridicità e la consistenza, lo facciamo per qualsiasi cosa, sia politica, che di costume, che sociale e puntualmente finiamo per rimanere divisi senza mai trovare un punto d’incontro comune, il famoso e strausato colpo al cerchio ed alla botte di pacifica ed indolore soluzione. Pur schierandomi senza tema ne’ dubbio alcuno tra coloro che criticano il fare e soprattutto il non fare di chi è preposto alla guida della nostra cittadina, dall’attuale Amministrazione a quelle che l’hanno preceduta, critica che mira sempre e comunque ad essere costruttiva e non deleteria, credo che per una volta, magari la prima di una lunga serie, ci si possa anche astenere dal puntare il dito prima di aver visto il risultato, per il semplice motivo che stiamo parlando del simbolo di Sansepolcro e dei Borghesi, simbolo di chi apprezza tutto o critica tutto, la Torre è nelle case di ogni Borghese DOC in varie forme ed essenze, è come un Crocifisso che rappresenta la nostra Religione, quindi se difendiamo la Religione da chi la attacca, dobbiamo farlo anche verso il Simbolo del Borgo. Se avessi saputo o letto di altra installazione, tipo il bottiglione musicale di qualche anno fa, i murales sotto il ponte della E 45, avrei sicuramente scritto cose diverse, probabilmente non molto positive, come feci verso questi due esempi sopra citati. Infine se vogliamo, anzi se dobbiamo parlare di costi, di spreco di soldi pubblici per finalità quanto meno discutibili, credo che ci potremmo sbizzarrire nella scelta di situazioni e scopi, di progetti ed utopie nelle quali confluiscono finanziamenti sotto forma di promozione culturale, divulgazione storica e via dicendo. E’ vero che i finanziamenti sono comunque soldi che il cittadino versa al Comune, allo Stato, sotto forma di tasse, balzelli, furti legalizzati, estorsioni obbligate inattaccabili, nel caso posso fastidiosamente (a mio avviso) far notare che i destinatari qui da noi sono sempre i soliti, ma devo anche convenire che sono fra i pochi che propongono del diverso rispetto a quanto conosciamo intorno alle rive del Tevere, che a me non piace, come so anche a molti altri, non tanto perché lo propone gente con una visione politica a me urticante, ma per il modo con il quale questi Signori e chi li sostiene vogliono far passare messaggi subliminali, alquanto evidenti, attraverso il paravento culturale ed innovativo delle forme di Arte, loro e le Amministrazioni pilatesche del passato. Non mi ritengo un troglodita ignorante e nemmeno un acculturato esperto, semplicemente un cittadino che vive il proprio Paese e ciò che esso offre durante il tempo, guardandolo e valutandolo al di sopra delle divisioni politiche e sociali, dei ceti che non esistono più, e questo tipo di Arte offerta e pompata anche oltremodo a volte, non riesco a farmela piacere, non mi entra, la ritengo una realtà di nicchia che ha poco o niente a che vedere con quanto apprezzo dissertando di Arte e Cultura. Non me ne vogliano i destinatari, che non ho citato in quanto appare palese la loro identità, per una volta mi adeguo ed andrò in Piazza a vedere il Simbolo di Sansepolcro che nemmeno io ho mai visto essendo nato dopo il passaggio degli Unni pur avendone scritto più volte versi ed avere titolato una delle mie raccolte di Poesie All’ombra della Torre, questo perché il Rispetto e l’Amore per il Borgo vanno davanti a tutto il resto. Grazie.

Olinto Gherardi
© Riproduzione riservata
08/02/2020 17:01:10

Olinto Gherardi

Operaio – Scrittore - Apolitico – 21 anni nel Gruppo Sbandieratori di Sansepolcro dall’avvento del Dott. Piero Gennaioli - Scrittore di poesie - Due pubblicazioni nel 2013(Lo Sbandieratore di Emozioni) e 2015 (All’ombra della Torre) con lo pseudonimo di Uguccione de’ Fiaschi – Collabora alla mostra fotografica di Francesca & Angelo Petruzzi, ManiAnime del Borgo 2016 – Attenzione rivolta al territorio, al Borgo ed al suo patrimonio artistico; diretto e chiaro nell’esposizione del pensiero critico, ma costruttivo. Fotografo amatoriale per hobby-Calcio e Pallavolo gli sports seguiti in prevalenza. redazione@saturnonotizie.it


Le opinioni espresse in questo articolo sono esclusivamente dell’autore e non coinvolgono in nessun modo la testata per cui collabora.


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