Badia Tedalda, le ossa nella Grotta della Tabussa: così le abbiamo trovate
Il racconto di Gabriele Sensi di Sant'Angelo di Vado che era in escursione con la famiglia
“Non è stata una gran bella esperienza. C’era tanta gente, ma alla fine di quella parte di ossa ci siamo accorti solamente noi”. Chi parla è Gabriele Sensi, nato a Badia Tedalda ma residente a Sant’Angelo in Vado in provincia di Pesaro Urbino. E’ proprio lui che domenica mattina, mentre era insieme alla famiglia, a notare le ossa all’interno della Grotta della Tabussa a Badia Tedalda; un luogo incontaminato immerso nella Riserva Naturale dell’Alpe della Luna. Con lui la moglie Anna, il cognato Luca Aloigi e la compagna Sara Dini insieme al nipotino. “Avevamo deciso da alcuni giorni di fare questa escursione alla grotta della Tabussa – racconta al telefono Gabriele Sensi – anche perché mio nipote voleva vedere i tritoni che si trovano all’interno: sono dei piccoli animaletti molto simili a delle salamandre. In auto abbiamo raggiunto il Passo di Montelabreve dove abbiamo lasciato l’auto, per poi incamminarci lungo il sentiero. Abbiamo trovato tanti ciclisti e cercatori di funghi, quindi, arrivati poco prima della grotta abbiamo atteso qualche minuto prima di entrare per poter essere poi soli”. Condizioni meteo buone e quindi potevano esserci le giuste condizioni per poter vedere il tritone in maniera tranquilla. “Una volta dentro – continua l’escursionista – ci siamo subito diretti nella parete sopra la vasca che raccoglie l’acqua di una stalattite che è quella più esposta al sole, ma non c’era traccia della piccola salamandra. Al ché ci siamo girati e abbiamo acceso la luce del nostro cellulare: nella parete di sinistra rispetto all’ingresso della grotta mio cognato ha notato subito le ossa che sporgevano. Tengo a precisare, però, che non abbiamo toccato nulla ma ci siamo solamente limitati a guardare; poi è emerso il filmato che è diventato virale, ma non lo abbiamo pubblicato noi”. Questione di pochi atti la permanenza all’interno della grotta, seppure il dubbio saliva tra di loro: saranno resti umani, oppure animali? Interrogativo posto più volte e argomento di discussione durante il pranzo nell’area di sosta poco lontano. E alla fine è stato rispolverato pure il caso di Guerrina Piscaglia, la casalinga di Ca’ Raffaello di cui non si hanno più notizie dal 1 maggio del 2014; il luogo alla fine poteva essere compatibile, seppure la grotta della Tabussa era già stata setacciata a suoi tempo. “Essendo stato un evento particolare – prosegue – nella nostra discussione è inevitabilmente emersa anche questa sfaccettatura. Ti viene in mente, conoscendo pure la famiglia. Di primo acchito mi sembravano ossa di animale, seppure verrà stabilito dalle analisi. Sta di fatto che la sera ho continuato a pensarci per poi inviare il filmato a due persone che conoscono bene la zona, oltre ad un mio amico che fa la guardia al parco. Mi ha chiamato e chiesto spiegazioni, poi dal lunedì è scattato tutto l’iter che sappiamo. Debbo dire che non è stata una grande esperienza – conclude - ma è successa a noi; domenica andremo al Sasso di Simone. Speriamo bene”.
(Ha collaborato il collega Francesco Crociani)
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