Nella pandemia si muore, ma senza lavoro non si vive
Lo Stato si è dimenticato completamente delle piccole e medie imprese
Il momento che stiamo vivendo ci porta a pensare quale sarà il nostro futuro. Stiamo lottando contro un nemico invisibile che porta paura e morte, stiamo cambiando le nostre abitudini, con un enorme incertezza sul nostro futuro e quello dei nostri figli. La salute è il cardine della vita, ma anche in momenti di “pandemia sanitaria” non deve passare in secondo piano la grave “pandemia economica” che ci attanaglia. Nella pandemia si muore, ma senza lavoro non si vive. Stiamo cercando di mettere pezze a destra e a sinistra, ma stiamo pagando gli errori fatti negli ultimi dieci anni con tagli pazzeschi alla nostra sanità pubblica e non si è fatto nulla nei mesi estivi per cercare di potenziarla, con il risultato che siamo quasi collassati. Lo Stato si è dimenticato completamente delle piccole e medie imprese, che sono sempre state la spina dorsale della nostra economia. A mio parere l’Italia è arrivata a un bivio, occorre fare delle profonde riflessioni sul mondo del lavoro: non si può continuare ad avere un Paese bipolare, diviso tra pubblico impiego ipersalvaguardato e tutto il resto che si deve arrangiare. Capisco che non sia facile prendere decisioni in questo momento, ma se pensiamo di risolvere tematiche di questa portata con i “brodini”, le nuove generazioni saranno chiamate a pagare prezzi altissimi.
Punti di Vista
Imprenditore molto conosciuto, persona schietta e decisa, da sempre poco incline ai compromessi. Opera nel campo dell’arredamento, dell’immobiliare e della comunicazione. Ha rivestito importanti e prestigiosi incarichi all’interno di numerosi enti, consorzi e associazioni sia a livello locale che nazionale. Profondo conoscitore delle dinamiche politiche ed economiche, è abituato a mettere la faccia in tutto quello che lo coinvolge. Ama scrivere ed esprimere le sue idee in maniera trasparente. d.gambacci@saturnocomunicazione.it
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