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Processo Gregoretti, per Salvini il pm chiede il non luogo a procedere

Il leader della Lega è accusato di sequestro di persona e abuso d’ufficio

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La procura di Catania ha ribadito stamane la richiesta di «non luogo a procedere perché il fatto non sussiste» all’udienza preliminare del processo Gregoretti, che vede l’ex ministro dell’Interno Matteo Salvini accusato di sequestro di persona e abuso d’ufficio. Per il pm Andrea Bonomo, trattenere a bordo i migranti per 5 giorni «non fu un atto illegittimo» e ha detto che «il giudizio non è sull'opportunità di quell'atto» anche perché l’eventuale privazione della libertà è proseguita pure nell’hotspot di Pozzallo. Secondo il pm Bonomo, Salvini «non ha violato alcuna delle convenzioni internazionali», le sue scelte sono state «condivise dal governo» e la sua posizione «non integra gli estremi del reato di sequestro di persona" perché "il fatto non sussiste».

Più esplicita, in questo senso, l’avvocato Giulia Bongiorno, che difende Salvini. Nel suo intervento ha ripercorso le azioni dei governi Conte 1 e Conte 2, «per dimostrare come quella di Salvini era espressione della linea politica del governo, nel primario interesse nazionale». Bongiorno, prima di chiedere al gup Nunzio Sarpietro il «non luogo a procedere con insindacabilità», ha cercato di demolire le argomentazioni del Tribunale dei ministri di Catania che aveva chiesto il processo per Salvini, e quelle delle parti civili: «Le bare che sfilano a Lampedusa? Le violenze sulla ragazzina migrante? Le condanniamo, ma non fanno parte di questo processo». Per la difesa, ciò che faceva Salvini «era l’orientamento politico del governo» che decideva collegialmente sulla base di accordi a livello europeo, lamentando dunque che in aula a difendersi ci sia soltanto Salvini «e non altri ministri». «L’azione penale non doveva nemmeno cominciare - ha concluso - perché si trattava di un atto politico insindacabile». Il 14 maggio il gup Nunzio Sarpietro deciderà se rinviare a giudizio o meno Salvini.

«Oggi la pubblica accusa ha detto che non c’è reato, non c’è sequestro, ho rispettato le leggi, nazionali e internazionali, abbiamo salvato vite, abbiamo svegliato l’Europa e restituito dignità e sicurezza all’Italia, torno tranquillo dai miei figli e spero che il14 maggio si chiuda qui», ha detto Salvini all’uscita dall’aula bunker di Bicocca, a sud di Catania. Oggi era la sesta giornata dedicata all’udienza preliminare per il caso della nave Gregoretti, l’unità della Guardia costiera, tenuta in mare nel luglio 2019 per 5 giorni, con a bordo 131 migranti e tra loro molti minori, prima che venisse concesso il “Pos”, il porto sicuro, e autorizzato lo sbarco ad Augusta. Dopo aver sentito nelle precedenti giornate le testimonianze di diversi esponenti dei governi Conte 1 e Conte 2, dallo stesso ex premier ai ministri Di Maio e Lamorgese e all’ex ministro Toninelli, oggi era in programma l’intervento della pubblica accusa - la procura di Catania in realtà già in passato si era espressa per l’archiviazione - e a seguire le quattro parti civili, tutte concordi nel richiedere il rinvio a giudizio di Salvini, e la difesa: «L’udienza preliminare ha come compito di valutare se l’attività di indagine sia utile a sostenere l’accusa in dibattimento», ha sottolineato uno di loro, l’avvocato Massimo Ferrante, che rappresenta alcuni dei migranti, quasi a voler mettere le mani avanti su quanto dovrà decidere il gup: non se Salvini è o meno colpevole bensì se debba andare a processo o meno.

Notizia e foto tratte da La Stampa
© Riproduzione riservata
10/04/2021 19:26:22


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