Arezzo, in manette gli aggressori della zona Giotto: a casa asce, mazze e cocaina
Anche denaro contante: nascosto in cantina il panetto principale e la contabilità della droga
Le indagini erano partite nel pomeriggio di sabato scorso. Quel giorno, alla centrale operativa dei carabinieri di Arezzo, era stata segnalata in via degli Accolti una rissa tra cittadini stranieri. I residenti, che avevano riferito dello scontro tra una decina di persone, erano rimasti impauriti delle grida e da rumori così forti da far pensare a colpi di arma da fuoco. In pochi minuti le pattuglie della sezione radiomobile erano giunte sul posto rinvenendo solamente alcune persone all’interno di un appartamento. Gli aggressori erano riusciti a scappare. L’attività investigativa immediatamente avviata, fondata sulle acquisizioni testimoniali e sulla visione delle telecamere pubbliche e private di tutta la zona, ha consentito di raccogliere importanti elementi sulla identità di alcuni aggressori, facendo ritenere che lo scontro fosse riconducibile a riassetti nello spaccio di stupefacenti nella città di Arezzo da parte di gruppi di criminali albanesi. Stanotte, pertanto, i carabinieri della Stazione di Arezzo e della sezione operativa della compagnia hanno effettuato una serie di perquisizioni. Nella disponibilità di due uomini e una donna albanesi, classe 1986, 1996 e 1998 residenti ad Arezzo, sono state trovare asce in acciaio, mazze e coltelli “combat”, ma le operazioni di ricerca hanno consentito di rinvenire anche circa 300 grammi di cocaina purissima, suddivisi in involucro sottovuoto da 250 grammi e altre dosi, alcuni grammi di Marijuana, circa 30.000 euro ritenuti provento dell’attività di spaccio e materiali per il confezionamento dello stupefacenti. Il panetto principale in particolare era nascosto in una cantina affidato alla vigilanza della giovane donna, senza pregiudizi di polizia e quindi meno sospettabile. Nascosta, è stata inoltre trovata la contabilità dell’attività illecita di spaccio, con l’indicazione analitica degli intermediari e degli acquirenti. I tre sono stati arrestati per detenzione ai fini di commercializzazione illecita in concorso ed associati alla casa circondariale di Firenze Sollicciano, in attesa delle decisioni della Procura della Repubblica di Arezzo.
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