Opinionisti Francesco Del Teglia

Superlega, i leoni e le pecore

Il calcio è passione, condivisione, rispetto

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Questa tragicomica vicenda della Superlega calcistica, che ha tenuto banco per un paio di giorni a livello planetario e si è dissolta in un amen come neve al sole, merita un approfondimento. Personalmente la consideravo una mostruosità sin dal suo parto sgangherato e mediaticamente gestito coi piedi. Amo il calcio da quando indossavo i pantaloni corti, l’ho praticato, sono tifoso da sempre. Il calcio è passione, condivisione, rispetto. La meritocrazia è in cima a tutto, per me. E’ bello che vinca uno scudetto il Leicester in Inghilterra, come in passato è bello che abbiano vinto il tricolore squadre come Verona, Sampdoria, Cagliari, Fiorentina, Torino, Bologna e non solo i club più ricchi. E’ bello che una provinciale come l’Atalanta possa diventare grande e fare la sua strada in Europa. E’ l’essenza del calcio questa, dove i più piccoli possono sfidare i più grandi, e qua e là batterli pure. Il sogno che si realizza per chiunque comincia da piccolo a dare calci a un pallone. Dodici club europei avevano deciso di spazzare via tutto questo. Nomi altisonanti. Soprattutto nomi indebitati fino al collo per una gestione scellerata dei propri bilanci. Spesso proprietà straniere e non radicate nel contesto tradizionale di quei club, con in testa solo il business e non l’etica sportiva. Una tentata prova di forza che sapeva molto di ritorno al Feudalesimo. Che si è scontrata però sin da subito con un’opinione pubblica, composta da governi, media e soprattutto tifosi, dei quali evidentemente non avevano tenuto conto nel portare avanti la loro folle strategia. Alla fine pare che questo egoistico e sgangherato carrozzone messo in piedi in fretta e furia sia crollato come un castello di carte (truccate). Lascia comunque sul campo una folta platea di leoni e di pecore. I leoni son quelli britannici, che hanno del resto per storico simbolo proprio il fiero animale. Nell’isola subito si è udita forte la voce del premier, deciso a impedire lo scempio in un Paese dove da sempre pure la loro Coppa nazionale prevede che possano incontrarsi la squadra più forte col club più sconosciuto che milita in quarta serie. Si è udita, fortissima, la voce dei tifosi. Da quelli del Liverpool a quelli del City, fino a quelli dello United e del Chelsea. Comunicati durissimi, striscioni appesi nei loro templi calcistici, prese di posizione nette, tutte contrarie al carrozzone. Addirittura lì ci sono stati i giocatori del Liverpool che si sono schierati contro la loro stessa proprietà per ribadire un non secco a questa eventualità. Chapeau.  Leoni sono anche i tedeschi. Un club come il Bayern Monaco, fra i primissimi al Mondo, ricco di storia e di successi, con bilanci però a differenza delle altre, sani e tenuti in regola, per bocca del suo leader, il grande Kalle Rummenigge, ha sin da subito bocciato questa soluzione, non aderendo alla proposta. E con lui gli altri club germanici, con in testa il Borussia Dortmund. Poi ci sono le pecore. Italiche soprattutto. Il grande burattinaio di questa Superlega assieme all’ineffabile Florentino Perez, numero uno del Real Madrid, è stato Andrea Agnelli, il rampollo – scalcinato – della dinastia torinese. Dietro a lui sono andati Milan e Inter, altri due club storici, indebitati fino al collo, in mano a proprietà straniere e anche abbastanza misteriose. Han pigiato sino all’ultimo su questa eventualità, accodandosi silenti ad Agnelli, per poi chiamarsi fuori quando si sono accorti che la cosa non era più praticabile perché altri avevano deciso di far saltare il banco. E i loro tifosi? Un’assordante silenzio fatto di complicità magari non troppo convinta ma pavida rispetto ai loro colleghi di Oltremanica. Poi anche qui, a cose fatte e banco saltato, qualche isolata presa di posizione contraria. Alla fine questa tragicomica vicenda ha mostrato per l’ennesima volta che la storia non mente. Nel mondo ci sono da sempre quelli che incarnano lo spirito da leone e quelli travestiti da pecora.

Redazione
© Riproduzione riservata
21/04/2021 10:44:08

Francesco Del Teglia

Giornalista pubblicista di lungo corso, è inviato fisso per Sansepolcro e la Valtiberina Toscana del quotidiano Corriere di Arezzo fin dalla sua nascita, nel 1985, ma vanta esperienze anche a livello televisivo e collaborazioni con periodici vari. Politica e sport i campi di particolare competenza professionale. È stato anche addetto stampa di vari enti.


Le opinioni espresse in questo articolo sono esclusivamente dell’autore e non coinvolgono in nessun modo la testata per cui collabora.


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