Quel ricordo non s’ha da fare

Nella settimana dedicata al “Giorno del Ricordo”, oltre alle iniziative organizzate dall’istituzione di Palazzo delle Laudi, ci sono anche quelle preparate da forze partitiche come la Lega, o associazionistiche, come “Sansepolcro Futura”. Quest’ultima, che ha anche un’anima politica dato che alle recenti elezioni sosteneva la candidata a sindaco Laura Chieli, ha messo in calendario per venerdi sera il suo evento. Come da prassi, nelle redazioni arrivano i comunicati stampa che annunciano l’incontro. I comunicati stampa, come da mia antica abitudine, si leggono con attenzione prima di pubblicarli in qualsiasi testata. E, leggendo questo, devo dire che ho avuto un sussulto. Non per l’annuncio dell’iniziativa né per le sue finalità. Bensì perché l’appuntamento in questione, che si svolgerà al cinema “Nuova Aurora”, era stato originariamente organizzato nella Cattedrale. “Si terrà al cinema Aurora anziché nella Concattedrale come previsto e già diffuso nei giorni scorsi” scrive Sansepolcro Futura “Il cambio di luogo è stato deciso dal nostro direttivo dopo gli attacchi pervenuti all’Arciprete del Duomo, monsignor Giancarlo Rapaccini che ha accettato e sostenuto la nostra proposta e che aveva concesso il Duomo cittadino come sede della manifestazione”. Trasecolo. Attacchi a don Rapaccini? Al di là dello spessore umano del prelato – detto da un laico – attaccare don Giancarlo è questione da approfondire. Lo chiamo e chiacchieriamo amabilmente per un quarto d’ora. Dall’altra parte del telefono un uomo, un uomo di Dio, come sempre cordiale e spontaneo. Ma anche molto, molto amareggiato. Gli “attacchi” sono veri, reali. “Quando mi è stata annunciata l’iniziativa” mi confida don Giancarlo “sono stato io a proporre agli organizzatori la Cattedrale come sede. E l’ho fatto convintamente e con entusiasmo. Perché considero il riflettere su fatti storici e tragici che hanno segnato la storia dell’uomo un dovere civico. Forse sono stato un ingenuo, ma non ho calcolato affatto implicazioni di carattere politico o ideologico”. Che invece, evidentemente, ci sono state. Nei giorni seguenti all’annuncio dell’evento da tenersi in Duomo, don Rapaccini ha ricevuto telefonate e visite. Tutte aventi lo stesso messaggio in codice. “Non è il caso”, “Non conceda il Duomo”. Mi pareva di rileggere una pagina de “I Promessi Sposi”, quella del famoso “Questo matrimonio non s’ha da fare”. I don Rodrigo e i Bravi dei tempi moderni (ma moderni dove?) erano resuscitati e si sono messi in azione per impedire il “sacrilegio”. E qualcuno sembra si sia spinto anche più in là, minacciando di togliere i propri pargoli dall’ala protettrice e istitutrice della Cattedrale in vista dei sacramenti. “Alla fine, non senza intimo disappunto” commenta don Giancarlo “ho deciso di far spostare il tutto nella sede del cinema Aurora. Per la buona pace di tutti e perché l’evento si tenesse ugualmente. Perché è importante che simili iniziative vengano fatte, per conoscere e riflettere. E aggiungo che per me è indifferente siano proposte da associazioni spostate a destra o a sinistra, trovo assurdo che su simili questioni che toccano l’intera umanità ci siano matrici ideologiche o partitiche”. Massima solidarietà a lei, don Giancarlo. Ai don Rodrigo e ai Bravi del 2022 invece auguro che il loro cervello si rimetta in moto al più presto. Altrimenti si proceda con la doverosa rottamazione.