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Vaccini, tre over 80 su quattro hanno ricevuto la seconda dose

Ma i settantenni sono solo il 20,4%

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Sono 3.476.377 gli over 80 che sono completamente vaccinati in Italia. Si tratta del 76,87% delle persone previste. Lo rivela il report settimanale sui vaccini pubblicato dalla struttura commissariale. Gli over 80 ad aver ricevuto la prima dose sono 4.002.914, pari all'88,51%. Sono ancora in attesa della prima somministrazione, infine, 519.666 ultraottantenni, pari all'11,49% del totale. Sono invece 1.228.783, pari al 20,40%, le persone tra i 70 e i 79 anni ad aver ricevuto il richiamo, mentre 4.526.186 (75,16%) hanno ricevuto la prima dose. In attesa della prima inoculazione 1.495.947 (24,84%). 

Brusaferro: «La decrescita della curva è lenta ma continua»
Sono confortanti le parole del presidente dell'Iss Silvio Brusaferro durante la conferenza stampa al Ministero della Salute: «In tutti i paesi le curve sono o stabili o in lenta decrescita e anche in Italia la curva indica una progressiva decrescita. Una decrescita lenta ma che continua in queste ultime settimane e si rileva in tutte le regioni. Anche l'incidenza è in decrescita: nel flusso del ministero della Salute è pari a 96 per 100mila abitanti». «Tre regioni sono scese sotto la soglia dei 50 casi per 100mila, soglia che recupera il tracciamento».
«In tutte le regioni la probabilità di saturazione dei posti letto a 30 giorni è piuttosto bassa, un elemento rassicurante anche nel medio periodo» relaziona  Brusaferro commentando l'analisi sui dati del monitoraggio settimanale. 
Ricoveri ospedalieri da Covid in calo, con un tasso si saturazione del 24%, rispetto al 29% della scorsa settimana. Per quanto riguarda le terapie intensive si è passati al 23% di saturazione rispetto al 27% della scorsa settimana. Solo tre Regioni restano sopra soglia critica del 30% di saturazione delle strutture ospedaliere. 

Scende l’età media: «L'età media dei casi scende da 41 a 40 anni e la decrescita si rileva anche nella fascia tra 0 e 9 anni. Negli anziani la decrescita è maggiore e questo è un indicatore della campagna vaccinale in corso».
«In questa fase – spiega ancora Brusaferro – sta crescendo la vaccinazione nella fascia tra 60 ai 69 anni, e gli over-80 raggiungono tassi di copertura elevati. Il tasso di ospedalizzazione è strettamente correlato alla percentuale dei vaccinati over-80, ed è dunque in decrescita. La pressione sui servizi ospedalieri decresce ma in 3 regioni è sopra la soglia critica, Rt è stabile sotto la soglia critica e continua anche a diminuire l'incidenza ma bisogna recuperare il valore di 50 casi per 100mila abitanti. La variante inglese è dominante e dunque bisogna ridurre il numero di nuovi casi aumentando il numero di vaccinati e mantenendo le misure di mitigazione per accompagnare questa fase di transizione».

Rezza: ora vaccini ai paesi poveri, poi si considereranno i bambini

«La sfida – secondo il direttore della Prevenzione del ministero della Salute Gianni Rezza - è arrivare a vaccinare i giovani per rallentare la velocità della circolazione virale, come ha dimostrato un recente studio in Israele. Dunque bisogna vaccinarsi il più possibile, in fretta e con ogni vaccino disponibile».  

«In questo momento» spiega «va data la precedenza ai paesi piu poveri per la disponibilità delle dosi vaccinali, ma in seguito la vaccinazione dei bambini sarà da prendere in considerazione per un forte controllo dell'epidemia».  «Da un lato i bambini tendono a non sviluppare forme gravi di Covid per cui non ci sarebbe un'indicazione secca a vaccinarli, dall'altra parte se si vuole ottenere un effetto forte di controllo dell'infezione bisognerà vaccinare i bambini altrimenti l'infezione continuerà a circolare. Quindi la vaccinazione dei bambini sarà da considerare».

A questo proposito, «Sembra che la variante indiana abbia una elevata trasmissibilità per cui sarebbe giustificato un rafforzamento delle misure laddove è presente, ma non ci sono dati che dimostrano la maggiore aggressività clinica. Sulla capacita di dare infezione nei vaccinati, per ora non sembra essere cosi preoccupante come la variante sudafricana». 

L'estensione dell'intervallo tra la prima e la seconda dose dei vaccini Moderna e Pfizer «dipende solo in parte dalla disponibilità di vaccini», spiega il direttore generale della Prevenzione: «Più popolazione si vaccina in poco tempo, maggiore è la copertura che si ottiene, questo è lo spirito che si è preso in considerazione: l'allungamento dell'intervallo di tempo che non modifica assolutamente l'efficacia» del vaccino.
In conclusione, «I dati di oggi sono in linea con quelli del monitoraggio. La situazione sta migliorando ma i comportamenti individuali devono essere cauti. Andiamo verso una stagione estiva che ci auguriamo sia buona».

Notizia e foto tratte da La Stampa
© Riproduzione riservata
14/05/2021 22:12:06


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