La Fed lascia i tassi invariati fra lo 0 e lo 0,25%
Le stime della Federal Reserve: l'economia americana crescerà del 5,9% quest'anno
La Fed lascia invariati i tassi di interesse. Il costo del denaro resta fermo fra lo 0 e lo 0,25%. Come previsto la Federal Reserve - al termine della riunione del comitato di politica monetaria, il Fomc - mantiene i tassi fermi e annuncia l'intenzione di avviare il cosiddetto “tapering” ovvero la riduzione degli stimoli monetari. Ma nella dichiarazione finale la Fed si limita ad indicare la volontà - «alla luce dei progressi» fatti su inflazione e occupazione - di attuare «presto una moderazione nel livello degli acquisti».
Da dicembre scorso la banca centrale statunitense acquista mensilmente 120 miliardi di dollari di titoli (80 miliardi di dollari in bond governativi, i cosiddetti Treasuries, e 40 miliardi di dollari in mortgage backed securities). Possibile quindi che a novembre la banca annunci l'avvio dal mese successivo della riduzione degli interventi.
La Fed prevede che l'economia americana crescerà del 5,9% quest'anno, per poi rallentare al 3,8% nel 2022 e al 2,5% nel 2023. Inalterata la previsione a lungo termine di crescita all'1,8%. Rialzi attesi anche sul fronte disoccupazione (con un 2021 stimati al 4,8%, in aumento di 0,2 punti su giugno) mentre per il 2022 e il 2023 le previsioni sono ferme rispettivamente a 3,8% e 3,5%. Alla luce del recente andamento dei prezzi, previsto anche un aumento dell'inflazione con una media 2021 al 4,2% (+0,8 punti su giugno) ma un netto rallentamento nel biennio successivo a +2,2%. La Federal Reserve potrebbe avviare il rialzo dei tassi prima di quanto previsto dai mercati e in maniera più consistente, addirittura con tre ritocchi verso l'alto entro fine 2023. In precedenza la maggior parte dei membri del comitato aveva indicato la possibilità di mantenere i tassi vicini allo zero (il livello attuale fissato a marzo 2020, dopo lo scoppio della crisi coronavirus) almeno fino al 2024. Le valutazioni fornite nelle stime indicano una spaccatura a metà del Fomc, con metà dei partecipanti convinti della necessità di attuare il primo rialzo già nel 2022 mentre l'altra metà lo vede più probabile l'anno successivo.
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