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Beppe Grillo e il patron di Moby indagati per i contratti pubblicitari per il blog

Nelle chat le richieste di favori

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Sono degli scambi di chat tra Beppe Grillo e Vincenzo Onorato a far finire nei guai il fondatore del Movimento 5 Stelle. Che ora, assieme al patron della Moby, risulta indagato a Milano per traffico di influenze illecite. Le chat sono state scoperte nell’ambito delle indagini sulla fondazione Open e sono state trasmesse dalla procura di Firenze a quella di Milano che già aveva aperto un fascicolo per far luce sui rapporti commerciali tra Moby, la società di Beppe Grillo e la Casaleggio Associati. Dagli scambi di messaggi, secondo l’ipotesi accusatoria, l’imprenditore avrebbe chiesto l’interessamento del fondatore dei 5 Stelle con alcuni esponenti politici del suo movimento per ottenere benefici per la sua società che, nel frattempo, pagava al blog Beppegrillo.it e alla Casaleggio Associati importanti consulenze.

In particolare Moby aveva sottoscritto con la Beppe Grillo srl un “accordo volto ad acquisire visibilità, con finalità pubblicitarie, per il proprio brand sul blog Beppegrillo.it, nonché attraverso canali redazionali social della Beppe Grillo srl, avvalendosi del loro supporto redazionale” per un corrispettivo di 120 mila euro all’anno. In particolare Moby ha sottoscritto così con la società un “contratto di servizi, efficace dal primo marzo 2018 al primo marzo 2020” per cui ha versato complessivamente l’importo di 200 mila euro.

Ma il 7 giugno 2018 Moby ha sottoscritto un contratto anche con la Casaleggio Associati (oggi oggetto di perquisizioni e sequestri anche se Davide Casaleggio non risulta indagato) che aveva lo scopo di “sensibilizzare le istituzioni sul tema dei marittimi” e “raggiungere una community di riferimento di un milione di persone ad un corrispettivo annuo pari a 600 mila euro oltre alla previsione di goal fee legate al raggiungimento anticipato dei suddetti obiettivi tra 50 mila e 150 mila euro”. In cambio dei servizi che sarebbero stati erogati, la Moby avrebbe versato complessivamente un milione e 200 mila euro fino alla risoluzione del contratto intervenuta il primo marzo 2020.

L’esistenza di queste consulenze aveva già portato il procuratore aggiunto Maurizio Romanelli e la pm Cristiana Roveda ad aprire un fascicolo a modello 45, senza ipotesi di reato e senza indagati, per fare luce sulla natura di questi rapporti commerciali e di quelli che la Casaleggio Associati intratteneva anche con la Philip Morris. Ma, nel corso degli accertamenti del Nucleo di polizia economico finanziaria della Gdf, la svolta è arrivata dalla procura fiorentina. Che, al termine della sua inchiesta sulla fondazione Open, ha trasmesso a Milano un supporto informatico, all’interno del quale, tra le altre cose, c’erano le chat “incriminate” tra Grillo e Onorato. Entrambi così sono finiti indagati per traffico di influenze illecite e la Gdf questa mattina è andata a perquisire le sedi legali della Beppe Grillo srl e della Casaleggio Associati “alla ricerca della documentazione relativa ai contratti e alle prestazioni, nonché ogni altro documento utile a comprenderne la natura”, come si legge in una nota firmata dal procuratore Riccardo Targetti. Da cui si evince anche che, dallo scambio di chat emergerebbe che “Grillo ha veicolato a esponenti politici (del Movimento 5 Stelle, ndr)” le richieste di Onorato “trasferendo quindi al privato richiedente le relative risposte”.

Notizia e foto tratte da La Stampa
© Riproduzione riservata
18/01/2022 14:18:20


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