Lagarde: “Le banche europee sono solide ma siamo pronti ad agire per sostenere la liquidità”

La presidente Bce: monitoriamo da vicini gli sviluppi dei mercati
«Se necessario», la Bce «è completamente attrezzata per fornire un sostegno di liquidità al sistema finanziario dell’area euro e per preservare la corretta trasmissione della politica monetaria». Dopo aver diffuso una nota nella serata di domenica, Christine Lagarde torna a rassicurare sullo stato del sistema bancario europeo alla luce della crisi che ha travolto Credit Suisse. «Il settore bancario dell’Eurozona è resiliente – ha detto la presidente della Bce, intervenendo in audizione alla commissione Affari Economici del Parlamento europeo – con solide posizioni patrimoniali e di liquidità. Sono molto soddisfacenti».
In ogni caso, ha aggiunto, «stiamo monitorando da vicino gli sviluppi del mercato e siamo pronti a rispondere se necessario per preservare la stabilità dei prezzi e la stabilità finanziaria dell’Eurozona». Davanti agli eurodeputati ha ribadito di accogliere «con favore l’azione rapida e le decisioni prese dalle autorità svizzere» perché «sono state funzionali al ripristino di condizioni di mercato ordinate e alla stabilità finanziaria».
Lagarde ha poi respinto le insinuazioni di chi sostiene che le tensioni sul settore bancario siano state causate anche dal rapido rialzo dei tassi di interesse dopo un lungo periodo con i tassi bassi: “Non c’è uno scambio tra la stabilità dei prezzi e la stabilità finanziaria. Sono entrambi necessari, ma non c’è un «trade-off”, richiedono strumenti distinti».
Lagarde si è poi soffermata sull’azione della Bce per contrastare l’inflazione che “rimarrà troppo alta e per troppo tempo”: 5,3% quest’anno, 2,9% nel 2024 e 2,1% nel 2025. Inoltre “l’inflazione al netto di energia e cibo dovrebbe attestarsi in media al 4,6% nel 2023, una cifra superiore a quanto previsto nelle proiezioni di dicembre”. Numeri che, a suo dire, giustificano l’ultima decisione del Consiglio direttivo, che la scorsa settimana ha deciso di aumentare di 50 punti base i tre tassi d’interesse-chiave: “I tassi d’interesse-chiave rimangono il nostro strumento principale per definire l’orientamento della politica monetaria”. Ma ha spiegato che la Bce ha deciso di non annunciare le prossime perché “davanti all’incertezza che si profilava e alle tensioni sui mercati è stato chiaro come fosse più ragionevole non spingersi oltre, vincolando (le prossime decisioni sui tassi, ndr) all’arrivo di nuovi dati”. In sintesi: il quadro è ancora molto incerto, per questo è meglio fare un passo alla volta.
Durante l’audizione ha rivendicato il fatto che l’Europa sia riuscita a “ridurre la dipendenza dal gas russo di circa l’80%”, il che ha fatto tornare i prezzi “a livelli inferiori rispetto a quelli osservati prima dell’invasione”. Anche per questo “è ormai tempo che i governi ritirino le misure di sostegno erogate per sostenere la popolazione durante la crisi energetica”, visto che “i programmi dovevano essere temporanei e mirati, ma non è stato sempre così”. I governi dell’Ue devono dunque “ricalibrare le misure di sostegno” con programmi “mirati a quelle categorie che ne hanno più bisogno” e attraverso “incentivi a ridurre i consumi energetici”.
Commenta per primo.