Geoffrey Hinton lascia Google

Chi è il padrino dell’intelligenza artificiale e perché se n’è andato
Geoffrey Hinton ha 75 anni e nel mondo dell’informatico è conosciuto come il Padrino dell’IA. Nonostante i film, non è una cosa brutta: è per il suo lavoro nel campo delle intelligenze artificiali, è perché per questo lavoro ha vinto nel 2018 il Premio Turing ed è perché è (anche) a lui che si deve l’attuale boom delle IA, generative o meno. Geoffrey Hinton si sente un po’ come Robert Oppenheimer, e questa sì che è una cosa brutta: Oppenheimer è lo scienziato che aiutò gli Stati Uniti nello sviluppo della bomba atomica, e adesso Hinton ha il timore di stare facendo lo stesso. Contribuire a costruire un’arma che potrebbe spazzare via l’umanità. Non l’energia nucleare, ma appunto con le IA.
Che cos’ha fatto Hinton nel campo delle IA
È per questo che, come ben raccontato in una lunga intervista concessa al New York Times, Hinton ha deciso di lasciare il lavoro che aveva in Google: “Me ne sono andato per poter parlare dei pericoli dell'intelligenza artificiale”. Che non vuole dire che mentre era in Google gli fosse impedito di parlarne, come lui stesso ha ribadito su Twitter: “Vogliono poterne parlare senza dovermi preoccupare dell’impatto che le mie parole avranno su Google”, che anzi “ha agito con grande responsabilità”.
Secondo quanto ricostruito (ma i dettagli sono comprensibilmente scarsi), Hinton avrebbe dato le dimissioni il mese scorso e il 27 aprile ne avrebbe parlato direttamente con Sundar Pichai, amministratore delegato del colosso di Mountain View. Hinton, che è britannico di nascita ma ha passaporto canadese, era entrato in Google nel 2013, dopo che Big G si era comprata una società fondata da lui e due suoi studenti (uno dei due è Ilya Sutskever, che oggi lavoro per OpenAI): i 3 avevano sviluppato una rete neurale che imparava da sola a identificare oggetti comuni come cani, gatti, fiori e così via dopo aver analizzato migliaia di foto.
È quello che si chiama deep learning, ed è quello che sta alla base degli LLM, i large language model (cosa sono?) che a loro volta stanno alla base di (giusto per fare qualche esempio) di ChatGPT e Bard.
Perché Hinton ha lasciato Google
In questi 10 anni, tutto è andato più o meno bene, almeno sino alla fine del 2022, quando OpenAI ha reso pubblica ChatGPT e soprattutto Microsoft l’ha integrata dentro a Bing, il suo motore di ricerca. Questo ha fatto scattare una sorta di corsa al rialzo fra le aziende del mondo tech, iniziando da Google, che secondo Hinton potrebbe portare a un mondo dove le immagini e i testi generati dalle IA (e dunque in qualche modo falsi) potrebbero superare numericamente le immagini e i testi prodotti dagli umani.
Il timore, insomma, è che la rincorsa del profitto possa fare dimenticare le più elementari preoccupazioni, renderci impossibile "distinguere il vero dal falso”, tralasciare questioni etiche e morali importanti nell'allenamento e nello sviluppo delle IA. E forse anche mettere a rischio la nostra stessa sopravvivenza.
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