Il Papa di nuovo ricoverato al Gemelli. Oggi previsto un altro intervento chirurgico all’addome
Dopo l’udienza generale in piazza San Pietro Francesco trasportato al Policlinico
Francesco da oggi è nuovamente in degenza ospedaliera. È previsto un altro intervento chirurgico, per evitare il pericolo di occlusione intestinale. E il ricovero durerà «diversi giorni». Dopo l’udienza generale in piazza San Pietro, al termine dei tradizionali saluti sul sagrato, durante i quali si è intrattenuto con alcune coppie di sposi, il Papa lascia il Vaticano e viene trasportato al Policlinico Universitario. Secondo fonti consultate da La Stampa il Pontefice soffre per una complicanza legata all’età – 86 anni – e al sovrappeso: nel punto in cui fu operato due anni fa a causa di una diverticolite, si sono formate alcune ernie che provocano il rischio occlusione. Per questo è necessaria una protesi. Il decorso potrebbe essere lungo.
Ultimamente al Vescovo di Roma si erano riacutizzati i dolori addominali, tanto che ieri sono stati ritenuti necessari dei controlli in ospedale, dai quali è emersa la problematica e l’urgenza dell’operazione.
Il Vaticano in una nota del direttore della Sala stampa della Santa Sede, Matteo Bruni, dichiara: «Il Santo Padre al termine dell'Udienza Generale si è recato presso il Policlinico Universitario A. Gemelli dove nel primo pomeriggio sarà sottoposto in anestesia generale ad un intervento
chirurgico di Laparotomia e plastica della parete addominale con protesi. L'operazione, concertata nei giorni scorsi dall'equipe medica che assiste il Santo Padre, sì è resa necessaria a causa di un laparocele incarcerato che sta causando sindromi sub occlusive ricorrenti, dolorose e ingravescenti. La degenza presso la struttura sanitaria durerà diversi giorni per permettere il normale decorso post operatorio e la piena ripresa funzionale».
Il ricovero odierno al Policlinico romano è il terzo per Francesco, dopo quello di una decina di giorni nel luglio 2021, in seguito all'intervento chirurgico per una stenosi diverticolare sintomatica del colon, effettuato in una quadro di salute complessivamente buono per un uomo che all’epoca aveva 84 anni; e quello di tre giorni per una polmonite dal 29 marzo all’1 aprile scorsi.
Tra le prime altre problematiche di natura sanitaria affrontate da Jorge Mario Bergoglio c’era stata l’operazione al polmone subita da ragazzo a Buenos Aires. Aveva 21 anni, e fu colpito da una grave forma di polmonite: gli asportarono il lobo superiore del polmone destro a causa di tre cisti. In quel tempo malattie polmonari simili venivano curate chirurgicamente per la scarsità di antibiotici. Di quel «difficile momento», del 1957, il Papa ha parlato con il giornalista e medico argentino Nelson Castro nel libro sulla salute dei Pontefici, «La salud de los Papas». Bergoglio ha raccontato che «quando mi sono ripreso dall’anestesia, il dolore che sentivo era molto intenso. Non è che non fossi preoccupato, ma ho sempre avuto la convinzione che sarei guarito». Ha evidenziato che il recupero è stato completo: «Non ho mai sentito alcuna limitazione nelle mie attività».
Anche nelle tante trasferte «non ho mai dovuto limitare o cancellare» alcuna delle attività programmate, né «ho mai provato affaticamento o mancanza di respiro (dispnea). Come mi hanno spiegato i medici, il polmone destro si è espanso e ha coperto tutto l’emitorace omolaterale».
Nel corso dei decenni lo ha infastidito la ricorrente sciatalgia. Gli provoca dolori acuti dovuti all’infiammazione del nervo sciatico, che lo mettono in difficoltà - a volte visibilmente - anche nella deambulazione, e ne limitano la possibilità di inginocchiarsi.
Nel corso del 2019, in segreto, il Papa si è sottoposto a un piccolo intervento di cataratta, avvenuto alla Clinica Pio XI, a Roma.
E da circa un anno soffre di gonalgia, cioè un dolore al ginocchio che lo costringe a muoversi in sedia a rotelle o a camminare appoggiandosi a un bastone.
Andrea Tornielli, direttore editoriale dei Media vaticani, scrive su Facebook: prima di iniziare l’udienza generale Francesco «ha venerato le reliquie di santa Teresina del Bambin Gesù, alla quale è particolarmente devoto, deponendo davanti all'urna una rosa bianca».
Il Pontefice è uscito dal Vaticano dalla porta del Perugino, l'ingresso a fianco alla sua residenza di Santa Marta, a bordo della consueta 500L bianca. L'auto non si è fermata, è andata via veloce, scortata dalle auto della Polizia e da quelle della sicurezza vaticana. La macchina del Papa, con i vetri oscurati, è entrata direttamente al Gemelli arrivando da un passaggio secondario, lo stesso utilizzato per il precedente ricovero. Ora il Papa andrà al decimo piano. Nello stesso edificio è il reparto di gastroenterologia.
Prima dell'arrivo del Pontefice si era sparsa la notizia di un suo possibile ricovero al Policllinico e una piccola folla di persone, che andavano in ospedale per visite, si è fermata all'ingresso principale chiedendo notizie ai giornalisti. «Gli vogliamo bene, è una persona per noi molto importante, speriamo non sia grave», alcuni dei commenti.
L'ambasciatore ucraino presso la Santa Sede Andrii Yurash, durante un'intervista a Sky Tg24, dice: «Il mondo ha bisogno di papa Francesco. Gli auguriamo tutto il bene, di guarire subito. Pregheremo per la sua salute».
L'operazione alla quale dovrà sottoporsi oggi il papa al Gemelli, programmata nel pomeriggio, segue l'intervento già subito da Bergoglio due anni fa al colon, nel luglio 2021, sempre con ricovero al decimo piano del Policlinico Gemelli, dove c'è l'appartamento riservato ai pontefici che hanno bisogno di cure. Francesco allora si operò per stenosi diverticolare del sigma, con resezione a sinistra di una parte del colon. Il Pontefice ritornò in Vaticano all'esito della Tac negativa che escluse qualunque tipo di complicanza post-operatoria, dopo una degenza di 10 giorni, dal 4 luglio al 14 luglio. Fu operato dal chirurgo Sergio Alfieri. Inizialmente era previsto un ricovero di una settimana, ma poi per un breve episodio febbrile la degenza di Papa Bergoglio si protrasse. Il Pontefice, pallido e un po' smagrito, con voce roca e flebile, recitò il suo primo Angelus, domenica 11 luglio, dal balconcino al decimo piano del Policlinico universitario.
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