Notizie Locali Interviste locali

Mondo Politica: intervista all'Onorevole Maria Chiara Gadda

Vicepresidente della commissione agricoltura della Camera

Print Friendly and PDF

La sua presenza in Alta Valle del Tevere non poteva passare inosservata; a Sansepolcro ha parlato di sprechi alimentari, a San Giustino di innovazione in agricoltura. L’onorevole Maria Chiara Gadda è anche vicepresidente della commissione agricoltura della Camera; eletta nel 2013 quando ancora apparteneva al Partito Democratico, è stata poi confermata nel 2018 e nel 2022; nel 2019, ha lasciato il Pd per passare a Italia Viva. È stata Lei a promuovere la legge contro lo spreco di cibo, tanto che la numero 166 del 2016 è detta anche “legge Gadda”.

Onorevole Gadda, parliamo allora di sprechi alimentari: con quale spirito è nata la legge n. 166/2016?

“La legge nasce per unire due bisogni: quello delle aziende, che per diversi motivi generano eccedenze e quello della povertà, che non è soltanto alimentare nel nostro Paese. Infatti, non a caso la legge n. 166, attraverso la semplificazione burocratica e le agevolazioni fiscali, premia le aziende che donano alimenti, farmaci, mobili e giocattoli e addirittura materiali per l’edilizia per i bisogni delle famiglie, ma anche delle associazioni che ci sono sul territorio. La legge prova quindi a ricostruire questo senso di comunità facendo leva sulla responsabilità sociale d’impresa, sulla capacità del terzo settore di rispondere ai bisogni, ma anche sul ruolo degli enti locali e dei territori di fare politiche territoriali e di coordinamento”.

Sotto il profilo degli sprechi, l’Italia ha acquisito una cultura sufficiente anche grazie a questa legge?

“La legge n. 166 ha detto in modo chiaro chi può fare che cosa e con quali responsabilità: è la cornice legislativa dentro la quale muoversi. Sicuramente, però, degli effetti positivi li ha esercitati, vedi l’incremento nel recupero delle donazioni, in particolare quelle alimentari, a partire dai prodotti freschi, freschissimi e cotti (che sono quelli che si sprecano di più), che sono aumentate di quasi il 25%. È aumentata anche la varietà dei beni recuperati e sono aumentate le tipologie di donatori, quindi non solo i supermercati ma anche i mercati e i luoghi dei grande eventi sportivi e persino i matrimoni; poi però la legge ha contribuito al dibattito pubblico, perché se è vero che le eccedenze si formano nella filiera produttiva, è altrettanto vero che la metà si creano in casa nostra, quindi dipende molto anche dai nostri comportamenti. Quando si scartano prodotti brutti per motivi estetici, quando di fronte a un buffet si mette più cibo nel piatto poi lo getta, questo è spreco. La legge 166, anche attraverso iniziative nelle scuole o insegnando alle persone le cose più banali (per esempio, la data di scadenza dei cibi) ha portato a una maggiore consapevolezza, poi per non sprecare a casa dobbiamo trasferire alcune delle competenze che ci sono anche nel mondo produttivo: non si spreca a casa se si fa la spesa fatta bene, se non si buttano via gli alimenti che hanno superato il termine minimo di conservazione “preferibilmente entro” e se si usano le tecniche di riciclo. La tecnologia rende più facile questo percorso: è una consapevolezza collettiva”.

Lei è vicepresidente della commissione agricoltura della Camera: quale momento sta vivendo la nostra agricoltura, alle prese con l’aumento dei costi ma con assieme la necessità di doversi innovare?

“L’agricoltura è il settore produttivo maggiormente esposto alle sfide del nostro tempo: gli effetti dei cambiamenti climatici (le alte temperature stanno portando meno produzione e le grandinate dell’estate hanno rovinato i prodotti), anche se c’è un ruolo dell’agricoltura in termini positivi, vedi il presidio del territorio anche in aree come l’Alta Valle del Tevere, dove l’agricoltura non è solo il perno della comunità in termini occupazionali, di valore e di paesaggio, ma anche di manutenzione del territorio. Poi, i fattori esterni hanno determinato diversi problemi all’interno delle filiere: l’aggressione della Russia in Ucraina e l’inflazione stanno colpendo anche i consumi interni. L’agricoltura deve da un lato intercettare queste sfide attraverso l’innovazione, la tecnologia e l’agricoltura di precisione, però sicuramente è importante che anche la politica agricola comune abbia la consapevolezza del fatto che vi sono tanti settori agricoli che debbono essere sostenuti in questo cambiamento, anche in politiche di filiera e di integrazione; vi sono delle misure di sistema che riguardano tutti i settori agricoli e ogni filiera ha le sue peculiarità, le sue necessità, anche di norme di sistema che possano fungere da volano. Se penso al vino, il testo unico è stato il quadro legislativo in cui consentire a quel settore di strutturarsi e di crescere al meglio e lo stesso deve valere anche per le altre filiere. In Alta Valle del Tevere, la filiera del tabacco deve essere legata non soltanto alla storia, ma anche al futuro di questo territorio in termini occupazionali e di presidio della qualità di una produzione che ha caratteristiche eccezionali. Le normative e gli accordi, che a livello nazionale possono essere fatti fra le grandi multinazionali e chi produce nel territorio, debbono diventare un volano di crescita a tutela di questa produzione”.

Il dibattito sul salario minimo: il Movimento 5 Stelle sta accusando la premier Giorgia Meloni di aggirare l’ostacolo: qual è la vostra posizione in merito?

“Un tema di lavoro povero esiste e la povertà – come erroneamente si è pensato con il reddito di cittadinanza – non è dovuta all’assenza di lavoro: ci sono infatti anche coloro che – pur in presenza di lavoro - non riescono ad arrivare a fine mese e spesso a concludere la settimana. Il punto è quello di capire se i partiti di maggioranza e quelli di opposizione abbiano davvero intenzione di portare un risultato che entri nella vita delle persone. Come Italia Viva, proponiamo che si porti in modo più concreto la suddivisione degli utili e poi, a mio parere, ci sono due passaggi fondamentali: tanti settori aspettano da oltre due anni il rinnovo dei contratti (non solo il settore pubblico), quindi soldi in più nella busta paga; inoltre, bisogna lavorare seriamente sulla decontribuzione: noi come Italia Viva abbiamo votato la delega fiscale, ma adesso aspettiamo i decreti attuativi per capire se nella legge di bilancio vi saranno le risorse per ridurre il cuneo fiscale e per consentire alle imprese di assumere con buste paga dignitose. E poi bisogna lavorare di più anche sul welfare aziendale: c’è la busta paga, però in questi anni – a partire dal governo Renzi e quelli seguenti hanno confermato questa misura – il welfare aziendale è una opportunità che le imprese possono offrire ai propri dipendenti per integrare il reddito con servizi legati all’educazione dei propri figli, alla previdenza e alla sanità integrativa, per cui credo che le famiglie vogliano accedere ai servizi e avere un salario adeguato. Se però quello sul salario minimo deve essere un dibattito ideologico e di bandiera, non credo che si faccia un buon servizio ai cittadini in un momento nel quale oltretutto l’inflazione sta mettendo a dura prova non soltanto le povertà più stratificate del nostro Paese, ma il ceto medio, che è sempre più impoverito e al quale basta davvero poco per cadere sotto la soglia di povertà e non accedere agli strumenti classici di sostegno del reddito, perché se sei un filo sopra la soglia di povertà non accedi alle misure di sostegno: basta una malattia, un incidente o una spesa imprevista in casa per mettere in difficoltà tante famiglie. Andrei più quindi sulla concretezza, non dimenticando la questione del potere d’acquisto, perché effettivamente oggi le famiglie – fra i mutui, i tassi variabili e l’effetto dell’inflazione – hanno bisogno delle necessarie misure”.

Redazione
© Riproduzione riservata
13/10/2023 09:13:37


Potrebbero anche interessarti:

Ultimi video:

Crea un account o accedi per lasciare un commento

Bisogna essere registrati per lasciare un commento

Crea un account

Crea un nuovo account, è facile!


Registra un nuovo account

Accedi

Hai già un account? Accedi qui ora.


Accedi

0 commenti alla notizia

Commenta per primo.

Archivio Interviste locali

Mi chiamo Andrea, “dj-prof” Franceschetti >>>

Sottosopra: "mettiamo a nudo" l'assessore del Comune di Monterchi Manuela Malatesta >>>

Un pievano a New York per insegnare marketing alla Columbia University >>>

Camice e stetoscopio al chiodo per il Dottor Enrico Brilli, medico di Badia Tedalda e Sestino >>>

Sottosopra: "mettiamo a nudo" l'assessore del comune di Anghiari Ilaria Lorenzini >>>

Maria Grazia Spillantini, la ricercatrice amica e collega di Rita Levi Montalcini >>>

Sottosopra: "mettiamo a nudo" il sindaco di Sansepolcro Fabrizio Innocenti >>>

Sottosopra: "Mettiamo a nudo" Marco Casucci >>>

Sottosopra "Mettiamo a nudo" il sindaco di Citerna Enea Paladino >>>

Sottosopra "Mettiamo a nudo" il sindaco di San Giustino Stefano Veschi >>>