“La mancanza”
Tutti nasciamo con una mancanza
Man-can-za
Sostantivo femminile:
insufficienza, privazione, assenza.
Motivo di colpevolezza, fallo.
Dal momento in cui veniamo al mondo, abbiamo subito il bisogno di mangiare, di essere accuditi, abbiamo bisogno di coprirci e ripararci dal freddo o dal caldo.
Si dice che abbiamo bisogno di rispondere a dei bisogni primari, quei bisogni indispensabili per la sopravvivenza come mangiare, bere, dormire.
Questi bisogni ci rendono uguali noi come esseri viventi umani, identici a qualsiasi altro essere vivente sulla terra, dalla formica, al bisonte, al pettirosso che vive sugli alberi.
Nessuna differenza, almeno per quanto ne sappiamo.
Si può dire con certezza quindi che tutti noi nasciamo con una mancanza di tipo fisico.
Poi quando tutti i bisogni primari vengono fruiti, allora si affacciano nella nostra vita altri bisogni di natura spirituale.
Sono tutti quei bisogni per cui la soddisfazione non è indispensabile per la sopravvivenza dell’uomo, come andare al cinema, pregare, leggere, scrivere, ballare, comprare oggetti ornamentali per la casa e per la bellezza, acquistare suppellettili e macchine di lusso.
O forse si, forse sono indispensabili per la sopravvivenza dell’uomo.
In questi giorni in cui vediamo fasto e opulenza da una parte e poi povertà, malattie e guerre dall’altra, mi chiedo chi sia veramente più infelice.
Ho notato anche su vari video, su vari social, quanti di noi stiano scegliendo di lasciare le città, i propri lavori importanti e ben retribuiti, per tornare a vivere in campagna, in semplicità, vivendo di quello che la terra ci dona continuamente.
Fuori dai meccanismi del bisogno-acquisto.
Privandosi dei cosiddetti bisogni secondari.
Ma è davvero così?
Siamo davvero da una parte o dall’altra?
Sicuramente viviamo in un mondo fatto di bisogni fittizi, e spesso pensiamo che quella mancanza che abbiamo dalla nascita sia prettamente fisica.
In realtà tutto quello che ci serve è trovare il motivo per cui siamo qui in questo mondo.
È una domanda assurda quanto scontata.
Il bisogno più importante per un essere umano è trovare il proprio posto nel mondo.
Si dice che nasciamo con una mancanza, e che Dio ci abbia dato la possibilità di ritrovare tutto quello che ci manca, l’amore, gli affetti, le passioni, i propri talenti nascosti.
Per essere davvero noi stessi, non dobbiamo possedere cose, dobbiamo si sostentarci in questo mondo ma più di ogni altra cosa dobbiamo realizzarci come esseri umani.
Abbiamo bisogno di appartenenza, di stima, di autorealizzazione e di piacerci con tutte le nostre contraddizioni.
Abbiamo bisogno di trovare la via.
Da: Alice nel paese delle meraviglie.
Alice: Volevo soltanto chiederle che strada devo prendere?!
Stregatto: Bè tutto dipende da dove vuoi andare!
Alice: OH veramente importa poco purché io riesca..
Stregatto: Bè, allora importa poco che strada prendi!
Trovare la propria strada non è semplice, ma a volte bisogna chiedersi qual è il proprio scopo di vita, ciò che è davvero importante per noi.
Quindi il bisogno più importante per un essere umano è avere un obiettivo o meglio non averne e vivere come meglio si crede.
Sicuramente riempirsi di cose e oggetti, avere molti soldi per colmare vuoti non potrà mai portarci alla serenità, o al piacere.
Si sicuramente può essere utile non morire di fame, ma tra morire di fame e essere miliardari c’è una bella differenza, non so se mi spiego.
Nel mezzo si deve trovare quella strada che spesso smarriamo per riprendere quella giusta.
Io ho iniziato a scrivere a 10 anni, per mia scelta, per piacere e anche per dolore.
Spesso perché non riuscivo a dormire, a volte è una fortuna che qualcosa ci tenga svegli nel cuore della notte.
E non sapevo che era la mia più cara amica e compagna di vita.
La felicità nel fare quello per cui siamo nati è la felicità più difficile da realizzare.
E davvero non parlo di soldi e solo cibo.
Perché poi per nostra fortuna in questo frangente di mondo non ci manca davvero il cibo, si certo a volte qualche soldo in più non ci farebbe schifo.
Ma la sete di vita non può essere saziata solo con acqua, come da bambini, quando piangevamo per la bambola rotta.
Quella sete potrai placarla soltanto andando in fondo alle cose, cadendoci con tutte le scarpe.
Restando sveglio alle tre del mattino, guardare la luna in silenzio e avere quella visione.
Avere poi la forza e la volontà di metterti in gioco, Si di nuovo, di metterci la faccia, di essere chi vuoi essere davvero.
Tutti noi siamo nati con una serie di mancanze e tutte quante sono un bene perché esse ci tengono in vita.
“Non si vive di solo pane”
Io aggiungerei, “anche un po’ di vino va l’anime a rallegrar”
Faccina che ride.
Mara Ercolanoni
MARA ERCOLANONI: Nata a Castel del Piano, un piccolo paese nella provincia di Perugia è innamorata della cittadina di Sansepolcro, dove vive con la sua famiglia da ormai 15 anni. Nel 2020 ha pubblicato il suo primo romanzo: "Alla ricerca della Felicità" che racchiude il suo percorso introspettivo e la sua strada verso un’idea di felicità. Ama scrivere da quando aveva 10 anni e crede nella scrittura come forma di terapia. Ha collaborato con la casa editrice Pagine per una raccolta di poesie e con la Onlus la Voce del Cuore con altri percorsi.
Le opinioni espresse in questo articolo sono esclusivamente dell’autore e non coinvolgono in nessun modo la testata per cui collabora.
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