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Siamo un Paese sempre più vecchio… ma le risorse per gli anziani sono sempre di meno

I "misteri" dell'ex hotel la Balestra di Sansepolcro

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Lo spazio di questo numero del periodico l’Eco del Tevere lo voglio dedicare alle problematiche relative agli anziani. Innanzitutto devo dire che sono sdegnato dalla politica italiana che, invece di aumentare le risorse destinate alla sanità, agli anziani e alla disabilità, applica tagli importanti, anche se a volte abilmente “camuffati”. L’Italia è il Paese più vecchio d’Europa con circa il 24% della popolazione che ha più di 65 anni, contro una media europea del 21%, con una previsione che nel 2050 gli anziani saranno in Italia circa il 34% della popolazione. Il risultato è che queste persone negli anni saranno sempre più sole e abbandonate. L'allungamento della vita e la contrazione della natalità hanno determinato l'aumento del numero di anziani. I flussi migratori internazionali, hanno compensato in parte la diminuzione di nascite, ma andrebbero gestiti in maniera diversa; non è accettabile che molte di queste persone diventino ‘manovalanza per la malavita’. Senza voler fare polemiche, credo che sia ormai impossibile modificare i processi in corso di cambiamento: le persone che provengono da altri Paesi sono importanti per fare quei lavori che gli italiani non vogliono più fare, (ma i nostri giovani riusciranno tutti a fare dei lavori in cui non si sporcano, o lavorare nel pubblico?) ma è fondamentale rispettare regole e leggi del Paese che li ospita. Sappiamo benissimo che molte risorse destinate all’immigrazione sono state tolte alla sanità, con il risultato di tagli al personale e allungamenti paurosi delle liste per fare visite ed esami. Mi viene quindi da ridere quando da anni la politica fa campagne per la prevenzione delle malattie ma poi ci vogliono mesi e a volte anni per fare esami oltre che pagare ticket salati. Ma torniamo al mondo degli anziani, dove i geriatri dichiarano che oggi un 65enne ha la forma fisica di un 45enne di 30 anni fa. E allora perché molte volte queste persone finiscono emarginate dalla società? Mentre invece rappresentano una risorsa di memoria ed esperienza inestimabile, che a livello educativo può essere molto importante per le giovani generazioni di oggi come nessun altro potrebbe fare. Oggi la terza età comincia a 75 anni anche perché l’aspettativa di vita è cresciuta progressivamente. Attualmente le statistiche individuano in 85 anni la longevità per le donne e 82 per gli uomini, con un incremento del 30% rispetto agli inizi del 1900. Nonostante questo, abbiamo molte persone con una condizione di grave difficoltà nell’interazione con l’ambiente circostante a causa della perdita permanente, totale o parziale, di abilità fisiche, sensoriali, cognitive, psichiche e relazionali indispensabili per lo svolgimento delle azioni quotidiane, le quali non possono vivere senza dover ricorrere al supporto di terzi. In questi casi queste persone necessitano dell’aiuto della famiglia, ma soprattutto di persone qualificate e specializzate. La vita frenetica di oggi, gli appartamenti che non sono stati costruiti per accogliere persone con disabilità, portano molte famiglie a fare delle scelte dolorose: affidarsi a una badante o scegliere una RSA. Nel primo caso non è facile trovare la persona giusta, in quanto sono persone senza particolari qualificazioni (mentre invece, proprio perché andiamo incontro ad un aumento importante di queste necessita, per esercitare questi lavori ci vorrebbero persone che abbiano frequentato dei corsi specifici) che provvedono alla cura della persona, svolgendo mansioni generali di pulizie e riordino della casa, preparazione dei pasti, lavanderia e stiro. Nel secondo caso, quello delle RSA, gli anziani ricevono assistenza costante fornita da infermieri qualificati supportati da assistenti sanitari, in grado di identificare eventuali sintomi e possibili cambiamenti delle condizioni di salute. Tutto bello ma poi per accedere a queste strutture ci sono “code” di mesi, per non dire anni, per potere usufruire, oltre che “rette” molto onerose. E qui torniamo ai tagli fatti dai vari Governi negli ultimi anni, perché lo capisce anche un bambino che avremmo bisogno di avere molte più strutture.

Qui mi sorge una domanda spontanea, (diceva una nota campagna pubblicitaria) perché una parte della politica ha boicottato la possibile trasformazione dell’ex albergo “La Balestra” di Sansepolcro in RSA? Forse la paura di ricevere una “fetta di torta” più piccola dalla Regione Toscana? Non era meglio fare rete tra i Comuni della Valtiberina e andare a battere i pugni dal presidente Giani e dell’assessore alla sanità Bezzini, facendo presente la situazione del nostro territorio e che le “quote” dovevano essere aumentate? La politica deve lavorare per risolvere i problemi del cittadino, in particolare quando opera in un territorio che in Regione Toscana è considerato “l’ombelico del mondo”.

Domenico Gambacci
© Riproduzione riservata
03/10/2024 18:05:16

Punti di Vista

Imprenditore molto conosciuto, persona schietta e decisa, da sempre poco incline ai compromessi. Opera nel campo dell’arredamento, dell’immobiliare e della comunicazione. Ha rivestito importanti e prestigiosi incarichi all’interno di numerosi enti, consorzi e associazioni sia a livello locale che nazionale. Profondo conoscitore delle dinamiche politiche ed economiche, è abituato a mettere la faccia in tutto quello che lo coinvolge. Ama scrivere ed esprimere le sue idee in maniera trasparente. d.gambacci@saturnocomunicazione.it


Le opinioni espresse in questo articolo sono esclusivamente dell’autore e non coinvolgono in nessun modo la testata per cui collabora.


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