Acque agitate nel Pd della Toscana sulla composizione delle liste alle prossime elezioni

Onorare il patto con il M5S, massimo rinnovamento nelle persone di tutta la coalizione
Sulla composizione delle liste per il consiglio regionale, nel Pd si sta consumando il solito conflitto interno tra le federazioni provinciali, che vogliono far pesare le loro scelte, e la segreteria regionale. Firenze intende far rispettare il vincolo interno di non andare oltre il secondo mandato (salvo deroghe), garantire un equilibrio complessivo tra le varie correnti e onorare il patto stretto con il M5s che prevede il massimo rinnovamento.
La Federazione provinciale senese, ad esempio, ha caldeggiato la ricandidatura degli uscenti Simone Bezzini (assessore alla sanità), Anna Paris ed Elena Rosignoli, ma Firenze vuole incidere con nomi nuovi e forti sul territorio: non a caso circolano con insistenza le ipotesi David Bussagli, Gabriele Berni e Stefania Lio. Un super listone con rischio di bocciature eccellenti? Su Arezzo, invece, molto ruota intorno alla figura di Vincenzo Ceccarelli. Secondo diversi osservatori è l’uomo adatto per contendere al centrodestra la poltrona di sindaco. Inevitabilmente il filo delle Amministrative si intreccia con quello delle Regionali: Ceccarelli per correre in direzione Palazzo Cavallo o possibile deroga (per lui) in Regione, lasciando spazio per il Comune a una candidatura più civica? I prossimi giorni saranno decisivi nelle scelte del Partito Democratico, anche perché le liste vanno presentate entro il 12 settembre. Oltre non si può andare.
Sembrano più delineati i ruoli all’interno dei riformisti. Matteo Renzi è pronto a schierare i suoi uomini migliori e sulla Toscana del sud la scelta non può essere che Stefano Scaramelli, già presidente della commissione sanità e vicepresidente uscente del consiglio regionale. Scaramelli potrebbe diventare l’uomo di riferimento su Siena, Arezzo e Grosseto. Già sindaco di Chiusi, da anni sposa l’ideologia di un’indispensabile sinergia tra i territori meridionali della regione per cercare di arginare il peso fiorentino e portare avanti con decisione le istanze delle province periferiche, in particolare dal punto di vista delle infrastrutture e della sanità. Il collegamento ferroviario diretto Siena-Arezzo, la necessità di trovare una soluzione immediata per l’Alta velocità e la qualità delle cure nei territori più marginali, sono sue storiche battaglie. Stavolta potrebbe essere messo davvero alla prova.
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