Marrone di Caprese Michelangelo: un 2025 in crescita rispetto allo scorso anno

Incrementata la raccolta, ma c'è l'insidia di un nuovo fungo. Tanti i giovani impegnati
Buoni, ma non ancora ottimi: sicuramente in netto miglioramento rispetto alla scorsa stagione quando fu toccato il minimo storico di raccolta. Il 2025 del Marrone di Caprese Michelangelo tra luci e ombre: un prodotto caratteristico del territorio che può fregiarsi anche del marchio Dop, ma soprattutto portato avanti oggi da tanti giovani. Numeri alla mano. “La raccolta è oramai terminata – dice Silvano Piombini, presidente della Cooperativa Valle Singerna dove confluisce la maggior parte del prodotto – e ci siamo fermati a 620 quintali: un dato sicuramente buono rispetto a quello del 2024 quando all’interno della nostra struttura sono stati lavorati appena 270 quintali di prodotto. C’è comunque un leggere rammarico, poiché la stagione era iniziata col piede giusto. Sbalzi termini in periodi cruciali non hanno consentito di avere un prodotto in quantità, seppure resta pur sempre la qualità, e una pezzatura medio-piccola. Una stagione che si chiude sicuramente meglio dello scorso anno, ma non ancora ottimale poiché dovevamo lavorare almeno mille quintali”. Ci sono state problematiche particolari, come il cinipide nel passato? “Di cinipide dalle nostre parti non si parla più, seppure sta comparendo un fungo che attacca la pianta il quale può essere più critico del cinipide: abbiamo, purtroppo, registrato dei focolai nella zona di Fragaiolo; un fungo, appunto, che cresce tra la corteccia e la buccia della pianta che in poco tempo secca il castagno. Ci sono già stati degli esperti ad effettuare analisi e saggi: per il momento si tratta solo di qualche focolaio sparso, dovuto principalmente al fatto che non esistono più le stagioni”. Alla Cooperativa Valle Singerna sono circa 120/130 coloro che confluiscono: in larga parte da Caprese Michelangelo, ma anche alcuni (una minima parte) anche da Monterchi e dal Ponte alla Piera, nel Comune di Anghiari. “Mi piace ricordare – conclude il presidente Piombini – anche alcuni numeri delle passate stagioni: nel 2021 sono stati raccolti 667 quintali di Marroni, 1240 l’anno successivo per poi toccare i due minimi storici: 350 quintali nel 2023 e 270 lo scorso anno”. A Caprese Michelangelo, da sempre, la castagna e il Marrone sono sinonimo di economia e tanti sono i giovani che hanno portato avanti l’attività di famiglia, puntando anche sui trasformati come farina, confetture e addirittura cosmetici. “Molti giovani si sono riavvicinati al mondo dell’agricoltura - ha aggiunto Mariateresa Baroni, vicepresidente dei giovani di Coldiretti – specialmente a quella che è la nostra principale produzione: il Marrone. Alcuni sono entrati nelle aziende di famiglia, altri si sono fatti dall’inizio. Voglio ricordare che la castagna è tanto soggetta al cambiamento climatico: le nostre sono aziende a cielo aperto e non abbiamo un tetto che ci protegge; fondamentale è l’irrigazione, ma non possiamo al tempo stesso andare ad irrigare ettari di castagneto; quindi, dobbiamo prendere quello che viene in natura e sperare nella buona stagione”.

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