L’Abbadia di Uselle e la Confraternita
C'è una vecchietta in cima al monte che gli dringola tanto un dente, cos'è? Così recita un vecchio indovinello riferito alla campana di una piccola chiesa di montagna. Si può dire che è proprio il caso dell'Abbazia di Uselle "Infra Montes" che molti non conoscono o quantomeno non conoscono la sua importanza nel passato e la storia della confraternita che risale al XVII secolo.
Ai piedi dell'appennino Umbro-Marchigiano, adagiata sulla cima di un colle, ai lati della quale scorrono due torrenti e all'ombra della macchia tipica del luogo, sorge questa antica: "Abbadia di Uselle infra montes" , in mezzo ai monte appunto. Dedicata al culto mariano ed in particolare al culto dell'Immacolata Concezione, l'abbazia ospitò fin dal XII secolo un monastero benedettino (Monasterium Osellae) di grande importanza perché punto di incrocio e sosta per i pellegrini che compivano il tragitto fra l'Adriatico e Roma. Il Monastero aveva una certa importanza tant'è che da esso dipendeva pure il Monastero di S. Giacomo della Scatorbia in Città di Castello (quello che oggi è il monastero delle monache murate di S. Chiara). Nel 1142 Guidolo del Furore e la moglie Sofia donarono al monastero di Uselle delle proprietà immobiliari affiche fosse fabbricato in Città di Castello un Monastero "Pro salute et remedio animae nostrae, nostro rum parentumque" (1 febbraio 1142 arch. Dei sig. Marchesi bufalini). Da Uselle provengono una bella statua (XIV / XV sec.) di Madonna con Bambino, ricavata da un unico blocco ligneo, detta "Madonna del Parto"; una campana da 150 libbre recante inciso l'anno 1339, conservate presso il Museo diocesano di Città di Castello.
Ancora oggi la Confraternita dell'Immacolata Concezione, la cui regola fu approvata solennemente da Clemente VIII nel 1669, l'8 dicembre di ogni anno celebra la grande festa mariana con i riti della Messa e della condivisone del pane (panetto) appositamente preparato e distribuito gratuitamente all'uscita dalla della chiesa a tutti i presenti. Dopo una passeggiata di pellegrinaggio, con percorsi a scelta di ognuno, si ripete ogni anno il rito per in confratelli i quali, sempre dopo la celebrazione della messa, ricevono di spettanza la colazione tipica composta da: "libbre 1 e ½ di pane per ciaschedun fratello, vino ½ litro ed una coppia di sansicce" deliberato a pieni nella riunione del 25 marzo 1900 (oggi arricchita da pancetta, mandarino, dolce e caffè). la ricorrenza dell'8 dicembre è molto sentita dai componenti la Confraternita fino al punto che alcuni di coloro che da anni si ritrovano emigrati all'estero, si fanno inviare per devozione il panetto benedetto della "Badia".
Un altro piccolo-grande pezzo di storia della nostra meravigliosa vallata.
Daniele Bistoni
Dipendente pubblico amministrativo. Esperienza nel campo della comunicazione pubblica, ha collaborato scrivendo articoli per una testa locale per circa tre anni. Una lunga collaborazione come responsabile del Museo Storico Scientifico del Tabacco di San Giustino, dalla nascita nel 2004 fino al 2014. Appassionato delle tradizioni della Valtiberina, di cucina locale e di sigari Toscani e nazionali. Molto legato alla storia della ex Repubblica di Cospaia tanto da ripristinare nel 2009, sotto l'indirizzo della Fondazione per il Museo Storico Scientifico del Tabacco ed il Comune di San Giustino, la tradizionale festa rievocativa che ad oggi prosegue grazie alla Proloco specifica.
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