Opinionisti Francesco Del Teglia
Angiolo Tricca: uno dei figli del Borgo

Tra circa 20 giorni "avrebbe" compiuto 200 anni. Era nato infatti a Sansepolcro il 17 febbraio del 1817. Sto parlando di Angiolo Tricca, pittore, illustratore e soprattutto formidabile caricaturista, che lasciò un segno importante nella cultura del XIX secolo. Uno dei figli più illustri del Borgo, che non è solo Piero e Luca, ma vanta anche altri esponenti di spicco soprattutto nel variegato panorama delle arti. Tricca è sicuramente uno di questi. Il bicentenario della nascita sarebbe – uso il condizionale – evento da celebrare degnamente data la caratura del personaggio. Non so francamente se qualcosa è stato messo in cantiere, ad oggi non se ne ha notizia. E mi stupisce questo silenzio, perché Angiolo Tricca meriterebbe uno spazio tutto suo. Come quello che nel 1993 il suo paese natale gli dedicò da luglio a settembre con la prestigiosa mostra dal titolo "Angiolo Tricca e la caricatura toscana dell'Ottocento", evento curato, fra gli altri, da Valentino Baldacci, e allestito grazie alla sensibilità dell'amministrazione comunale dell'epoca, con in testa l'allora assessore alla cultura Giovanni Tricca. Un'iniziativa che ebbe risonanza nazionale, patrocinata dalla provincia di Arezzo e dalla Regione Toscana, supportata da marchi industriali di prim'ordine – Parmalat, Buitoni – oltre che dalla Banca Popolare dell'Etruria e del Lazio, e impreziosita dalla collaborazione di una testata giornalistica storica come il Corriere della Sera. Angiolo Tricca meritava questo dispiegamento di forze e per tre mesi il pellegrinaggio di visitatori fu davvero imponente sul luogo della mostra. Fin dagli esordi dette prova delle sue qualità artistiche, più come disegnatore che come pittore, ottenendo anche brillanti riconoscimenti, sino al legame con la famosa, al tempo, società editrice "La Galleria". Fu anche uomo d'azione e nel 1948 partecipò alla Prima Guerra d'Indipendenza, combattendo a Curtatone. Ormai trasferitosi a Firenze, iniziò il suo rapporto con il folto universo di giornali satirici del tempo, arricchiti dalle sue pungenti vignette. Da allora fu abituale frequentatore del celebre Caffè Michelangiolo, autentico "covo" culturale, del quale è fra i principali animatori. A spiegarne la natura di artista a tutto tondo e dai molteplici interessi, ecco la fotografia, la cromolitografia, la passione per l'antiquariato, la pittura ad olio di soggetti storici. La morte lo colse in riva all'Arno nel 1884 ma lui volle farsi seppellire nel suo Borgo, col quale non aveva mai rescisso l'intenso cordone ombelicale, testimoniato dalla splendide caricature ad acquerello eseguite nel corso degli anni e tuttora conservate in raccolte private cittadine e le opere di committenza locale, come il famoso quadro che ritrae Piero della Francesca e Luca Pacioli conservato a Palazzo delle Laudi. Ci ha lasciato una vasta e qualitativa eredità del suo fare, e ha avuto un ruolo centrale nel panorama artistico e storico della Toscana risorgimentale. Un grande uomo d'arte che ha onorato la sua città. Per questo ho ritenuto doveroso questo mio piccolo e umile ricordo. Con l'auspicio, da qui al 17 febbraio, che ci sia chi, per competenza e doveri istituzionali, metta in piedi una iniziativa di spessore legata al bicentenario della sua nascita e del suo ingegno.

Francesco Del Teglia
Giornalista pubblicista di lungo corso, è inviato fisso per Sansepolcro e la Valtiberina Toscana del quotidiano Corriere di Arezzo fin dalla sua nascita, nel 1985, ma vanta esperienze anche a livello televisivo e collaborazioni con periodici vari. Politica e sport i campi di particolare competenza professionale. È stato anche addetto stampa di vari enti.
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