Saman, l’accusa del fratello: “È stata strangolata”

Le immagini con la pala che incastrano zio e cugini
Le immagini che incastrano zio e due cugini di Saman, la ragazza scomparsa a Novellara di Reggio Emilia quasi quaranta giorni fa, sono state diffuse dai carabinieri di Reggio Emilia che indagano sull'uccisione della diciottenne pakistana e sull'occultamento del suo cadavere, di cui sono tuttora in corso le ricerche con tecnologie sempre più sofisticate fra i pozzi, i canali e le campagne del paese della Bassa, dopo che anche l'impiego dei cani molecolari non ha dato esito.
I frame si riferiscono, spiegano gli inquirenti, alla sera del 29 aprile, e ritrarrebbero i familiari della ragazza mentre si recano a scavare. La morte di Saman, per inciso, viene fatta risalire dai carabinieri al 30, una concomitanza che aggrava oggettivamente la posizione dei tre, indagati per omicidio e occultamento del corpo insieme ai genitori dell'adolescente. Per i carabinieri, che conducono le indagini, quella sera, hanno preparato la buca per sotterrare il corpo della 18enne.
Agli atti dell'inchiesta c'è anche uno secondo video del giorno successivo (il 30 aprile): Saman è stata avvistata l'ultima volta mentre esce di casa con uno zainetto sulle spalle. E' insieme al padre e alla madre. Poi i genitori rientrano nell'abitazione da soli senza la figlia. Secondo gli inquirenti la giovane sarebbe stata indotta ad andare dallo zio, forse con un inganno, per poi essere uccisa. «Un lavoro fatto bene» avrebbe scritto in una chat lo stesso zio di Saman, Danish Hasnain. Ed è proprio il 33enne, attualmente ricercato e probabilmente in fuga in Europa, ad essere considerato l'autore materiale dell'omicidio. A completare il quadro accusatorio ci sarebbe un terzo filmato sempre riconducibile alla stessa sera: mostra il padre che esce nuovamente di casa diretto verso i campi per poi ritornare con lo zainetto che portava Saman. Ma è solo, senza la figlia.
La Gazzetta di Reggio pubblica nell'edizione odierna il riassunto del verbale del fratello di Saman. Il 16enne racconta che in famiglia tutti avevano paura dello zio. Danish Hasnain nella notte tra il 30 aprile e il primo maggio, dice che ci avrebbe pensato lui. «Tutto avviene sotto gli occhi del minorenne», riporta il quotidiano locale. Quando Danish rientra in casa non ha nulla in mano, da questo il fratello deduce che la sorella sia stata strangolata. Hasnain ha confessato al fratello minorenne di lei di averla uccisa, ma non gli ha voluto dire dove ha nascosto il corpo. La testimonianza è ritenuta dal Gip «piena prova indiziaria»della responsabilità dello zio nell'omicidio e il giovane, ora in una comunità protetta, «particolarmente credibile». Del corpo «io gliel'ho chiesto - ha raccontato - in quanto volevo abbracciarla un'ultima volta. Lui mi ha risposto di non potermelo dire». Sempre il giovane ha raccontato della reazione del padre, al rientro dello zio: «Si è sentito male e ha iniziato a piangere, stava quasi per svenire per mia sorella».
La procura smentisce il padre
«Proseguono le ricerche dei resti della persona offesa, che purtroppo riteniamo sia deceduta. Non darei nessun riscontro positivo a quello che ha detto il padre, abbiamo appurato che in Belgio non c'è la ragazza», ha detto la procuratrice di Reggio Emilia Isabella Chiesi, parlando di Saman Abbas, la 18enne scomparsa da Novellara. Il padre della giovane, dal Pakistan, aveva detto a un giornalista che Saman è viva, che si trova in Belgio, e di averla sentita. La Procura di Reggio Emilia è ottimista sulla possibilità di trovare il corpo di Saman, nei campi di Novellara. Condizioni meteo permettendo, da domani si partirà con l'utilizzo di un elettromagnetometro. «Io penso - ha detto Chiesi - che un mese sia un periodo che consente di trovare" i resti con "strumenti che danno conto della discontinuità del terreno».
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