Opinionisti Mara Ercolanoni

Addio marchio Buitoni?

Nestlè Multinazionale senza scrupoli

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Ciao amici lettori!

Oggi voglio parlarvi di un argomento che mi tocca in prima persona, visto che lavoro ormai dal 2005 alla “Buitoni”, nella sede di Sansepolcro, dove molti anni fa è nato il primo prodotto a marchio Buitoni con la pastina glutinata;

Vengo da una realtà che mi lega molto a questo marchio anche in precedenza, e quando dico che il destino esiste, dovete credermi.

Nel 2000 entro a lavorare alla Perugina, faccio l’operaia nel reparto più bello e creativo per eccellenza dell’industria del cioccolato in Italia: Perugina, Reparto Baci biscotti.

Ricordo la mia prima busta paga, operaia di 6 livello generica, con tanto di contributi, tfr, e tutti i diritti che i lavoratori dipendenti, degni di questo nome, dovrebbero avere.

Gli amanti del cioccolato mi stanno invidiando tutti!

E lo credo bene, infatti non so quanti baci e biscotti (ore liete) Quelli che si usava portare in ospedale per cortesia, le ore liete (dal marchio), era un “must”, significa che andavi sul sicuro, un marchio riconosciuto, dove ogni persona sa ciò che va a mangiare.

Mi sono “pappata”, tra un turno e l’altro, forse un migliaio di baci perigina, e ho letto quasi tutte le citazioni famose, scritte all’interno.

Non potete capire il profumo, la morbidezza del cioccolato fuso, appena colato, sopra la granella di nocciole e cioccolato fondente.

Poi un giorno arriva la Nestlè che con le sue angherie sta sempre pronta a comprare aziende con qualche problema finanziario e comunque sa fare sempre bene i suoi conti, mostrando il suo sorriso beffardo.

E così da crisi momentanea, diventa un continuo gioco di potere, entra nella grande famiglia il terzo incomodo.

Da qui il declino.

La prima opera che fecero è stata quella di abbassare i costi, questa è la loro politica industriale, per eccellenza, Come?

Chiudendo il torrefattore Perugina.

Ricordo ancora gli scioperi, le bandiere, la rsu unita, i picchetti fuori al freddo, le riunioni nella grande mensa aziendale, pensavamo davvero di avere una speranza.

Il torrefattore Perugina era anche un’occupazione per molti lavoratori oltre che il simbolo di una realtà unica e di elevata qualità, parole molto poco conosciuta in Nestlè, da quanto ho visto con i miei occhi!

Poi non contenti decidono di cambiare la ricetta del Bacio storico Perugina, scellerati oserei dire, così come si cambia un profumo di Dior con una saponetta.

Ormai tutto era stabilito, deciso.

acquisiscono i marchi.

Possono farlo.

Interrogazioni parlamentari 15 dicembre 2004

INTERROGAZIONE SCRITTA E-3348/04
di Marco Rizzo (GUE/NGL) e Umberto Guidoni (GUE/NGL)
alla Commissione

Oggetto:  Delocalizzazione impianto di torrefazione della fabbrica Perugina

 Risposta scritta 

La Dirigenza della multinazionale Nestlé ha reso nota l'intenzione di chiudere in tutte le sue sedi europee l'impianto di torrefazione, il comparto in cui avviene la lavorazione del cioccolato grezzo;

La Nestlé vorrebbe chiudere anche la torrefazione dello stabilimento Perugina a Perugia che dovrebbe essere ceduto alla ditta Gerkens e delocalizzato.

Nello stabilimento in questione, quello di San Sisto, togliere la torrefazione equivarrebbe all'eliminazione del cervello dell'azienda perché tale processo rappresenta il fulcro della qualità della produzione del cioccolato; la Perugina ha costruito le sue fortune sulla qualità dei suoi prodotti: mettere in pericolo tale qualità comporterebbe rischi non solo per coloro che lavorano nel ramo della torrefazione ma per tutta l'azienda.

1. Quali misure intende intraprendere la Commissione per mettere un freno alle delocalizzazioni selvagge, fenomeno sempre più frequente?

2. Vi é la volontà politica della Commissione di prevedere delle sanzioni da comminare alle multinazionali o alle aziende che praticano delocalizzazioni motivate non da condizioni di bilancio sfavorevoli ma solo dal desiderio di ricavare ulteriori profitti?

Riporto le interrogazioni parlamentari di quel 2004, l’anno prima del mio trasferimento in Buitoni.

Proprio per supportare e ricercare la verità, e non fare mera polemica, al di la di ogni ragionevole dubbio.

Il resto è storia.

Quello che troverete in questo articolo è fonte di ricerca e mi prendo ogni responsabilità sulle mie decisioni, anche se so, con certezza, che questo non cambierà le cose, è soltanto una goccia nel mare.

Arrivai in questa azienda bellissima, che mi ha accolto a braccia aperte, dove ho creato la mia famiglia, Buitoni: pastificio e forno.

Un giorno scriverò un testo proprio su questa famiglia, sulle dinamiche aziendali, sui colleghi diventati parte della mia comunità viva e felice, ma non oggi.

Anche perché questo articolo diventerebbe troppo ampio, anche per un buon lettore.

Parliamo di Buitoni, cenni storici:

Tutto iniziò nel 1827 a Sansepolcro (Arezzo), nel cuore della Toscana, con mamma Giulia e Giovanni Buitoni. La capostipite di casa Buitoni era cosi brava a fare la pasta in casa che ben presto i suoi prodotti cominciarono ad essere richiesti nei paesi vicini e, poi, sempre più lontano. Fu Giovanni Buitoni che diede nel 1870 l’impronta d’industria alla piccola bottega messa su dai genitori; in quell’anno il pastificio vinse la Medaglia d’Oro all’Esposizione Internazionale di Parigi. Nel 1879, per la fattiva collaborazione degli altri fratelli, la ditta fu chiamata “Gio. & F.lli Buitoni” ed il suo primo marchio era costituito da una stella con l’acronimo della denominazione ufficiale; sarà accompagnato da logotìpi che risentiranno dello stile liberty con caratteri graziati e svolazzanti. Nel 1884 fu presentata, per la prima volta, la pastina glutinata; su alcune etichette comparivano certificati ed attestati rilasciati dalle maggiori autorità mediche dell’epoca nonchè il gradimento, nel 1907, della casa Reale. Agli inizi degli anni Trenta Federico Seneca (cfr. Perugina) disegnò il nuovo marchio caratterizzato da lettere maiuscole e corpose; questo marchio vivrà per quarant’anni salvo qualche lieve modifica di lettering. Nel 1969 ci fu la fusione per incorporazione della Buitoni nella Perugina e, nello stesso anno, la creazione delle “Industrie Buitoni Perugina” con un suo proprio marchio. Nel 1985 il marchio Buitoni fu oggetto di restyling ed il nome fu inscritto in una cornice ovoidale gialla e rossa; da notare la lettera iniziale imponente ed i puntini sulle lettere “i” maiuscole. Nel 1988 la Buitoni fu acquisita dalla Nestlé e due anni dopo fu disegnato un nuovo marchio caratterizzato dal lettering graziato e capitalizzato nonchè dalla sottolineatura come garanzia di genuinità per il consumatore. Nel 2011 c'è un'operazione di restyling volta ad alleggerire i tratti del carattere.

E fin qui tutto bene.

Casa Buitoni lascia l’Italia: Nestlé sposta la ricerca negli USA

Nestlé chiude un'altra sede italiana. Il centro ricerca Buitoni di Sansepolcro non è più attivo: i macchinari sono già arrivati a Solon, nell'Ohio

La notizia era nell’aria già da tempo: come annunciato alcuni mesi fa, Casa Buitoni, centro ricerca di Nestlè, ha definitivamente chiuso i battenti lo scorso 1 aprile. Non sarà quindi più Villa Fatti, a Sansepolcro (in provincia di Arezzo), ad ospitare – come faceva da venticinque anni – i dipendenti del centro ricerca. Tuttavia, non si tratta di una chiusura ma di un trasferimento: i macchinari erano già stati trasferiti in Ohio.

La decisione era stata resa nota il 31 dicembre 2017. Alcuni dei 15 dipendenti – soprattutto donne, che nella villa-laboratorio in collina elaboravano le ricette per sughi, salse, paste e pizze a marchio Buitoni - a seguito della decisione di Nestlè (proprietaria del brand) di portare il centro ricerca a Solon, nell’Ohio, hanno accettato la risoluzione consensuale, altri hanno invece optato per il trasferimento all’estero oppure in altre sedi italiane. Il loro destino, in realtà, non è stato precisamente chiarito: nella trattativa, l’azienda non ha fatto rientrare i sindacati.

Non è la prima volta, questa, che Nestlé chiude una sede sul territorio italiano. Il pastificio di Moretta, in provincia di Cuneo, lo scorso dicembre era stato ceduto al Pastificio Giovanni Rana; e, ancora prima, la multinazionale aveva venduto i biscotti Ore Liete, le caramelle Rossana, i surgelati La Valle degli Orti, Mare Fresco e Surgela (passati tutti alla tedesca Frosta), e aveva costitutito una joint-venture separata per lo stabilimento di gelati di Parma, ora divenuto Froneri.

Villa Fatti, storica villa della famiglia Buitoni, a seguito dell’abbandono da parte del centro ricerca sarà presto trasformata – una volta rimossa la scritta “Casa Buitoni” – in un resort di lusso. Del marchio, a Sensepolcro – cittadina da sempre legata al brand, nato qui nel 1827 con l’apertura di un negozio di pasta da parte di Giovan Battista Buitoni e di sua moglie -, rimane quindi ora solamente lo stabilimento che impiega circa 300 lavoratori, e che produce pasta e fette biscottate per il marchio Buitoni, ma che è di proprietà di Newlat (azienda fondata nel 2004 all’interno del gruppo Parmalat).

Ogni cosa è pianificata, prestabilita, decisa senza tenere conto della realtà locale, tantomeno dei sindacati.

Nel 1984, il pacchetto azionario passò nelle mani della CIR di Carlo De Benedetti, che a sua volta lo cedette alla svizzera Nestlé. La multinazionale svizzera dismette lo stabilimento di Sansepolcro mantenendone il marchio. Conseguentemente, l’area dell’antico pastificio è stata acquistata dalla Valtiberina s.p.a. che ha dato vita a un centro polifunzionale, inteso a soddisfare i settori del terziario, del commercio e dell’artigianato.

Nel 2008 la Nestlè ha ceduto il marchio Buitoni alla Newlat S.P.A. azienda proprietaria anche di storici marchi come Polenghi Lombardo, Giglio, Optimus, Ala, Matese, Pezzullo e Corticella, sotto la guida di Angelo Mastrolia, avvia il rilancio dello stabilimento di Sansepolcro con la costruzione di un nuovo reparto spedizioni e l’ammodernamento di alcune linee produttive.
Attualmente dell’edificio originario restano solo l’antico mulino ad acqua, la ciminiera, uno stabile peraltro costruito negli anni sessanta e il monumento a Giovanni Buitoni.

Vi invito anche ad approfondire in libertà gli argomenti trattati, anche attraverso il bellissimo lavoro di Claudio Cherubini con il suo libro Buitoni, pubblicato da Nuova Delphi Libri Roma. E ovviamente sul web.

Parliamo delle molteplici accuse rivolte a Nestlè in questi anni.

DOSSIER a cura dei comitati boicottaggio Nestle' di Pisa e Bergamo

Siamo abituati a pensare al potere come a qualcosa che si possiede. In realta' il potere e' qualcosa che si riceve e non da Dio o da altre forze soprannaturali, ma dai sudditi. I generali riescono a condurre le loro guerre non solo perche' hanno al loro seguito un esercito di soldatini obbedienti, ma anche perche' migliaia di operai accettano di costruire armi. I tiranni riescono ad imporre le loro dittature non solo perche' dispongono di poliziotti pronti ad eseguire qualsiasi rappresaglia, ma anche perche' molti preferiscono tacere. Gli avidi creano ingiustizia non solo perche' hanno al loro servizio delle schiere di ragionieri, direttori e capisquadra disposti a fare trionfare il sopruso, ma anche perche' i consumatori comprano tutto senza problemi.

Siamo schiavi del cibo che costa poco, spesso sinonimo di scarsa qualità, di non attenzione verso il nostro ambiente e chi lo vive.

Ho letto questo testo molto interessante, degno di nota in questo articolo:

Grassi, dolci Salati di Michael Moss.

Si tratta di una causa molto particolare su uno studio del cibo che può recare dipendenza.

E poi la vendita di Peptamen che serve per correggere disfunzioni dell’apparato digerente.

“Sulla via del ritorno all’aeroporto di Ginevra, non riuscivo a liberarmi dall’immagine di adolescenti che si abbuffano di Hot pocket solo per finire a sorbire Peptamen da un tubo per il resto della vita.”

Prodotti che vende Nestlè.

E se vi sembra poco.

Riporto alcuni cenni storici e soprattutto i soprusi di questa multinazionale in discussione Nestlè.

A voi ogni parere, idea, constatazione.

  • Ogni giorno 4000 bambini nel Sud del Mondo potrebbero essere salvati dalla morte per malattie e denutrizione se fossero allattati al seno e non con latte in polvere.
  • Nonostante cio' la Nestle' e molte altre societa' produttrici di latte in polvere, pur di vendere i loro prodotti, non si fanno scrupolo a promuoverne l'uso con tecniche di marketing irresponsabili.
  • UNICEF e OMS hanno redatto un Codice che bandisce queste tecniche di marketing.
  • Sono state scoperte e documentate centinaia di infrazioni del Codice da parte della Nestle', la multinazionale che ha il piu' vasto mercato di latte in polvere nel Terzo Mondo.
  • Le informazioni fornite dalla Nestle' sull'allattamento artificiale sono contraddette dai piu' recenti studi dell'OMS.

Il boicottaggio e' uno strumento democratico e efficace che noi consumatori abbiamo a disposizione per costringere la Nestle' a rivedere il proprio comportamento.

Le responsabilita' della Nestle'
"Trincerarsi dietro il paravento del libero mercato e' ridicolo oltre che assurdo: con la stessa giustificazione si e' trasformato il Terzo Mondo in un'enorme pattumiera dei paesi industrializzati. Nel caso del latte artificiale e' ancora peggio: la Nestle' spaccia addirittura per "aiuti" le sue scorrette pratiche di Marketing"
(Dijbril Diallo, consigliere speciale dell'UNICEF)

Nestlé, causa negli Usa per l'uso di manodopera minorile nelle piantagioni di cacao

Fonte: La repubblica,

MILANO - Nestlé va incontro a una causa sull'utilizzo di manodopera minorile nelle piantagioni di cacao della Costa d'Avorio. Come ha riportato l'agenzia Reuters, infatti, la multinazionale del cibo ha visto cadere nel vuoto il suo tentativo di appello per stoppare la causa presso la Corte suprema americana. Resta dunque in piedi il filone lasciato in sospeso nel 2014, quando ricorrenti dal Mali hanno accusato la Nestlé di aver permesso e anzi di essersi resa complice dello sfruttamento di ragazzini nei campi ivoriani.

Questo è quanto, in questo mondo malato di denaro, ingiustizia, fame di verità e rispetto, ci siamo noi che tentiamo di capire.

Mara Ercolanoni
© Riproduzione riservata
18/12/2021 09:15:14

Mara Ercolanoni

MARA ERCOLANONI: Nata a Castel del Piano, un piccolo paese nella provincia di Perugia è innamorata della cittadina di Sansepolcro, dove vive con la sua famiglia da ormai 15 anni. Nel 2020 ha pubblicato il suo primo romanzo: "Alla ricerca della Felicità" che racchiude il suo percorso introspettivo e la sua strada verso un’idea di felicità. Ama scrivere da quando aveva 10 anni e crede nella scrittura come forma di terapia. Ha collaborato con la casa editrice Pagine per una raccolta di poesie e con la Onlus la Voce del Cuore con altri percorsi.


Le opinioni espresse in questo articolo sono esclusivamente dell’autore e non coinvolgono in nessun modo la testata per cui collabora.


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