Tassazione basata sulla CO2: uno strumento chiave per lo sviluppo sostenibile
Un debito pubblico così alto è pericoloso e può portare a una situazione di insostenibilità
Il debito pubblico italiano corrispondente ai vari governi dal 1994 al 2022 è elencato di seguito:
Amato I (1992-1993): 1.743 miliardi di euro;
Ciampi (1993-1994): 1.753 miliardi di euro;
Berlusconi I (1994-1995): 1.922 miliardi di euro;
Dini (1995-1996): 2.062 miliardi di euro;
Prodi I (1996-1998): 2.177 miliardi di euro;
D'Alema I (1998-1999): 2.357 miliardi di euro;
D'Alema II (1999-2000): 2.450 miliardi di euro;
Amato II (2000-2001): 2.528 miliardi di euro;
Berlusconi II (2001-2005): 2.577 miliardi di euro;
Berlusconi III (2005-2006): 2.637 miliardi di euro;
Prodi II (2006-2008): 2.780 miliardi di euro;
Berlusconi IV (2008-2011): 2.936 miliardi di euro;
Monti (2011-2013): 2.995 miliardi di euro;
Letta (2013-2014): 3.037 miliardi di euro;
Renzi (2014-2016): 3.068 miliardi di euro;
Gentiloni (2016-2018): 3.095 miliardi di euro;
Conte I (2018-2019): 3.085 miliardi di euro;
Conte II (2019-2021): 3.097 miliardi di euro;
Draghi (2021-2022): 3.113 miliardi di euro.
La fonte della lista sopra citata è l'Ufficio parlamentare di bilancio (UPB), un ente indipendente che si occupa della gestione finanziaria dello Stato italiano. Il UPB pubblica statistiche sui bilanci e i conti pubblici, tra cui anche il debito pubblico italiano. La lista è stata tratta dal documento "Rapporto sull'indebitamento pubblico in Italia: dai primi anni '90 al 2021", pubblicato dal UPB nel 2021.
Un debito pubblico così alto è pericoloso perché può portare a una situazione di insostenibilità. Il debito pubblico italiano è aumentato in modo significativo negli ultimi anni a causa di una serie di motivi, tra cui l'aumento della spesa pubblica per finanziare programmi sociali, le tasse e i servizi, la crisi economica e la mancanza di una strategia di crescita sostenibile. Un debito pubblico elevato può portare a una situazione di squilibrio economico, in cui le finanze pubbliche sono sotto pressione. Ciò può portare a tagli dei servizi sociali, a un aumento della pressione fiscale, a una riduzione delle entrate e, in definitiva, a una riduzione del potere di acquisto. Un debito pubblico così elevato può anche aumentare le probabilità di una crisi finanziaria, in quanto diventa più difficile per lo Stato finanziare i propri progetti e potrebbe portare a una restrizione dei crediti.
Secondo le teorie moderne monetarie, una strategia efficace per ridurre il debito pubblico consiste nel rafforzare le entrate fiscali, ridurre la spesa pubblica inutile e investire in settori che aumentano la produttività. Ciò consente di ridurre il debito pubblico e stimolare la crescita economica. Inoltre, le teorie moderne monetarie sostengono che una politica di bilancio espansiva sia una strategia efficace per ridurre il debito pubblico, in quanto consente di ridurre le tasse e aumentare la spesa pubblica in settori come l'istruzione, la ricerca e lo sviluppo, che possono aiutare a stimolare la crescita economica. "Le politiche fiscali espansive sono uno strumento efficace per ridurre il debito pubblico e rafforzare la crescita economica a lungo termine", secondo un documento pubblicato dall'Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (OCSE) nel 2018.
1. Riduzione delle tasse: una politica fiscale espansiva comune è la riduzione delle tasse, sia per le persone fisiche che per le imprese. Una riduzione delle tasse può stimolare la crescita economica in quanto dà ai contribuenti più soldi da spendere e alle imprese più soldi da investire. Tuttavia, ciò può anche aumentare il deficit di bilancio, poiché il governo riceve meno entrate fiscali. Autori più rilevanti: Robert J. Barro, Harvard University; Kenneth Rogoff, Harvard University.
2. Aumento degli investimenti in infrastrutture: un altro modo in cui i governi possono stimolare l'economia è aumentando gli investimenti in infrastrutture, come strade, ponti, autostrade e altre infrastrutture fisiche. Questi investimenti possono aumentare l'occupazione e la produzione, ma anche aumentare le spese del governo, che può aumentare il deficit di bilancio. Autori più rilevanti: Paul Krugman, Princeton University; Lawrence Summers, Harvard University.
3. Stabilizzazione del ciclo economico: un'altra politica fiscale espansiva comune è la stabilizzazione del ciclo economico. In particolare, durante una recessione, i governi possono aumentare la spesa pubblica per sostenere l'economia. Questo può aiutare a limitare la disoccupazione e la diminuzione della produzione. Tuttavia, può anche aumentare il deficit di bilancio. Autori più rilevanti: Olivier Blanchard, MIT; Robert E. Hall, Stanford University.
Le politiche fiscali espansive possono non essere efficaci per stimolare la crescita economica se non vengono applicate in maniera appropriata. Ad esempio, se vengono utilizzate troppe politiche fiscali espansive in un breve periodo di tempo, ciò può causare una rapida inflazione o una crisi finanziaria. Una rapida inflazione può portare a una perdita di valore della moneta, che può rendere più difficile per le imprese e i consumatori accedere ai beni di base. Una crisi finanziaria può portare a una riduzione dell'accesso al credito, che può rendere più difficile per le imprese e i consumatori acquistare beni e servizi.
Nel 2021, il governo del Regno Unito guidato da Liz Truss ha adottato una strategia di politiche fiscali espansive, inclusa la riduzione delle tasse e l'aumento della spesa pubblica. Queste politiche hanno avuto come risultato un aumento dell'inflazione e una riduzione del valore della sterlina. Di conseguenza, alcuni beni di base come il cibo sono diventati più costosi, rendendo più difficile per le famiglie a basso reddito acquistarli. Inoltre, la riduzione delle tasse ha portato a un aumento del deficit di bilancio e ad una maggiore pressione sui servizi pubblici.
Per ridurre il debito pubblico, il governo italiano dovrebbe adottare una strategia di politiche fiscali restrittive ma con una eccezione di riduzione delle imposte alla imprese.
Le politiche fiscali restrittive possono includere la riduzione della spesa pubblica, l'aumento delle tasse e la riforma delle imposte.
Ad esempio, il governo potrebbe ridurre le spese non essenziali, come i sussidi o le sovvenzioni, e aumentare le imposte sulle persone con redditi più alti.
Inoltre, il governo potrebbe riformare le imposte, ad esempio riducendo le imposte sul reddito, per incoraggiare la crescita economica. Una volta che l'economia inizia a crescere, il governo può raccogliere più entrate fiscali e ridurre il debito.
Un'altra strategia di politiche fiscali restrittive che il governo italiano potrebbe adottare è ridurre le tasse sulle imprese. Una riduzione delle tasse può stimolare la crescita economica in quanto dà ai contribuenti più soldi da spendere e alle imprese più soldi da investire. Autori che sostengono una riduzione delle tasse sulle imprese includono Robert J. Barro, Harvard University; Kenneth Rogoff, Harvard University; Edward Prescott, University of Minnesota; e Lars E.O. Svensson, Stockholm School of Economics.
Ridurre le tasse sulle imprese può offrire diversi benefici. Innanzitutto, può stimolare la crescita economica, poiché le imprese possono investire in nuove tecnologie e assunzioni. Inoltre, può anche incentivare le imprese a rimanere in un paese a causa di un minor carico fiscale. Inoltre, può incoraggiare la concorrenza, poiché le imprese possono competere più facilmente con imprese di altri paesi. Esistono diversi esempi di paesi europei che hanno adottato strategie di riduzione delle tasse sulle imprese. Ad esempio, nel 2019, la Germania ha tagliato le tasse sulle imprese dal 29,8% al 25% e ha anche introdotto una detrazione fiscale per le piccole imprese. Anche la Finlandia e la Norvegia hanno ridotto le tasse sulle imprese nel 2019. Inoltre, la Francia ha introdotto una detrazione fiscale per le imprese di piccole dimensioni nel 2018.
La teoria di detestazione delle imprese di Robert J. Barro, Harvard University, sostiene che le imposte sul reddito delle imprese possono avere un impatto negativo sulla crescita economica. Secondo questa teoria, le imposte sul reddito delle imprese riducono gli incentivi per gli investimenti in capitale e riducono la produttività delle imprese. Ciò può portare a una riduzione della crescita economica a lungo termine, poiché le imprese non possono investire in nuove tecnologie e assunzioni. La teoria sostiene inoltre che le imposte sul reddito delle imprese possono portare anche a una riduzione della concorrenza, poiché le imprese con più reddito possono sostenere tassi di imposta più alti rispetto a quelle con meno reddito.
Secondo la mia opinione non solos erve una riduzione del carico fiscale alle imprese ma una nuova tassazione come richiesta dall’EU.
La legislazione europea prevede l'introduzione di una nuova tassazione basata sulla CO2 emessa. Questa tassazione ha l'obiettivo di incoraggiare le imprese a ridurre le emissioni di carbonio e a investire in tecnologie a basse emissioni di carbonio. La tassa sarà applicata a tutte le emissioni di CO2, indipendentemente dal settore di appartenenza, con tassi di imposta più alti per le imprese con emissioni più elevate. Si prevede che la tassazione CO2 contribuirà a ridurre le emissioni inquinanti e a promuovere la transizione verso un'economia a basse emissioni di carbonio.
La legislazione europea sulla tassazione basata sulla CO2 è contenuta nella Direttiva sulla tassazione dell'UE (direttiva 2018/410/EU) e disciplinata dal Regolamento sull'imposizione delle emissioni di gas ad effetto serra (regolamento 2019/631/UE). La direttiva impone agli Stati membri di introdurre una tassazione CO2 sulle imprese, con tassi di imposta compresi tra €20 e €55 per tonnellata di CO2 emessa, a seconda del settore di appartenenza. Il regolamento stabilisce inoltre i criteri per calcolare l'ammontare e la base imponibile della tassa. La tassazione basata sulla CO2 entrerà in vigore a partire dal 2021.
Come da me pubblicato (nel 2018), la tassazione basata sulla CO2 è uno strumento importante per promuovere lo sviluppo sostenibile. Sostengo che la tassazione CO2 può contribuire a ridurre le emissioni di gas ad effetto serra, a stimolare la transizione verso un'economia a basse emissioni di carbonio e a promuovere l'efficienza energetica. Credo inoltre che la tassazione CO2 debba essere ben strutturata per garantire che le imprese siano adeguatamente incentivate a ridurre le loro emissioni.
Maurizio Bragagni
Maurizio Bragagni è laureato in Giurisprudenza all’Università degli Studi di Pisa, Master in Business Administration alla Cass Business School, City London University, specializzando a Cambridge in Sutainable Stategy ed Chartered Director of the Institute Director of London, Dottorato Honoris Causa in Economia Politica conferito dalla Bolton University. Il dottor Maurizio Bragagni è Visiting professor alla Bolton, Manchester University, in Leadership, ed è Honorary Senior Visiting Fellow of The Bayes Business School (formerly Cass), the City University of London in management. Maurizio Bragagni è sempre stato impegnato nel dialogo tra nazioni, e nel promuovere la Pace e l’uguaglianza tra le nazioni. Nel 2018 gli è stato conferito O.M.R.I., Cavaliere al Merito della Repubblica Italiano dal Presidente Mattarella, per aver aiutato il dialogo tra Italia e Regno Unito durante la Brexit. Nel 2021 è stato nominato Officer British Empire dalla Regina Elisabetta II (Elizabeth the Great), e nel 2022 la Repubblica di San Marino gli conferisce il Cavalierato col grado di Grand Ufficiale dell’Ordine di San Agata per aver aiutato la Repubblica durante la Pandemia del Covid (Awards). Il dottor Maurizio Bragagni è direttore della Tratos UK Ltd, Freeman della City, Fellow della Society of Leadership Fellows at St George’s House, Windsor Castle,e Fellow della The Royal Society for Arts, Manufactures and Commerce (RCA), presidente della Fondazione Esharelife con cui aiuta più di 3000 bambini, in maggioranza bambine e mussulmane ad uscire dalla povertà. Il dottor Maurizio Bragagni è autore di diversi libri From Roman Invasion to unshakable Bond: The Ango Italian Relationship: A Constant Renaissance, Brexit Business Better Britain, Insight to Hindsight.
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