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Esportazioni, 5,4 miliardi di euro nel primo semestre in provincia di Arezzo

Interessante il dato che arriva dal settore manifatturiero

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“Dopo la sostanziale stabilità (+0,4%) registrata nel primo trimestre dell’anno, -sottolinea Massimo Guasconi, Presidente della Camera di Commercio di Arezzo – Siena-, nel periodo aprile-giugno le esportazioni della provincia di Arezzo sono tornate a crescere in maniera più decisa (+3,8%) portando il bilancio dei primi sei mesi a più di 5,4 miliardi di euro e registrando una crescita del 2,1% (inferiore al dato toscano che si attesta a +10,4%). L’export provinciale rappresenta il 18,8% del totale regionale, precedute solo da quelle della provincia di Firenze (35%). La nostra Camera di Commercio, se al dato aretino si somma quello relativo a Siena, rappresenta quasi il 27% dell’export regionale. Come sempre, i metalli preziosi, la principale voce dell'export, influenza fortemente l'andamento complessivo della provincia: nel secondo trimestre le esportazioni hanno registrato una crescita dell’8,5% rispetto allo stesso periodo del 2022 che però non è riuscita a compensare la flessione subita nei primi ter mesi dell’anno (-14,7%). Il consuntivo del primo semestre si chiude con un export di 2,1 miliardi di euro, in diminuzione del 3,8% rispetto al 2022.

Il prezzo dell'oro nel primo semestre 2023, con una crescita del 4,1% nelle quotazioni in Euro, ha contribuito a limitare la flessione in valore che, in costanza di prezzo sarebbe stata quindi più importante.”

“Le esportazioni del comparto della gioielleria e oreficeria, al contrario, - - prosegue Guasconi - - sono risultate in crescita in entrambe i trimestri: dopo l’incremento dell’8,4% registrato nel primo quarto dell’anno, nel secondo trimestre si è registrata un’ulteriore crescita del 3% che porta così il bilancio dei primi sei mesi a +5,6%, attestandosi a oltre 1,6 miliardi di euro. Anche in questo caso il prezzo dell’oro ha fornito una spinta importante ma non determinante per il conseguimento del risultato positivo: nel periodo quindi c’è stata un reale aumento della domanda che comunque inizia a dare qualche segnale di assestamento. Comunque, nonostante il positivo risultato provinciale, a livello nazionale il secondo trimestre del 2023 presenta segnali evidenti di un indebolimento delle nostre esportazioni. Come già evidenziato,  il quadro economico delle ultime settimane mostra alcune criticità: una crescita del PIL nazionale inferiore alle previsioni, la contrazione della produzione industriale, un’ inflazione ancora sostenuta e soprattutto  uno scenario internazionale molto incerto, caratterizzato dal  perdurare del conflitto ucraino, dal rallentamento della economia tedesca e da una complessa evoluzione dei  rapporti  con la Cina, potranno avere ripercussioni negative  per   l’economia nazionale  e  quindi anche per quella della nostra provincia.”

“Tornando alle nostre esportazioni di gioielleria, - spiega il Segretario Generale Marco Randellini -  gli Emirati Arabi Uniti si confermano, con un valore di 354 milioni di euro, primo mercato di riferimento anche se rispetto al semestre 2022 si registra una flessione del -5,7%. La Turchia conquista con 270 milioni di euro ed una crescita del 66%, rispetto allo stesso periodo del 2022,  il secondo posto, confermandosi anche come hub strategico per la triangolazione verso altri paesi dell’area. Gli Stati Uniti sono il terzo mercato di destinazione con 209 milioni di euro ed un +11% seguiti da Hong Kong con 134 milioni ed un +28%. Anche gli altri due distretti orafi nazionali chiudono i primi sei mesi in positivo: più evidente la crescita di quello di Valenza (+11,3%) piuttosto che in quello vicentino (+3,5%). A livello nazionale il settore della gioielleria con oltre 5 miliardi e mezzo di vendite all’estero fa registrare una crescita del 14,4% rispetto ai primi 6 mesi del 2022.”

“I flussi verso l’estero del comparto della moda - aggiunge Randellini- mostrano anche nel secondo trimestre segnali di vitalità: dopo il +21,2% messo a segno nel primo quarto, nel secondo trimestre aggiunge un ulteriore +3,6% che porta il consuntivo del semestre a +12%. Quasi tutte le specializzazioni produttive sono caratterizzate dal segno positivo: abbigliamento +10,5%, pelletteria (+16,2%) e calzature (+14,7%). Solo il tessile è in contro tendenza (-3,2%). La Francia è il principale mercato di riferimento per tutte le specializzazioni produttive, seguita da Germania, Paesi Bassi e Spagna. Fra le altre tipologie merceologiche, risultano in crescita agricoltura (+19,6%), prodotti alimentari (+8,5%), legno e prodotti in legno (+5,3%), prodotti farmaceutici (+49,8%), articoli in gomma e materie plastiche (+25,8%), altri prodotti della lavorazione dei minerali non metalliferi (+15,2%), prodotti in metallo (+9,7%), elettronica ed elettromedicale (+23%) macchinari (+30,2%) e mobili (+4,1%) In flessione i prodotti chimici (-12%) e autoveicoli e mezzi di trasporto (-26,1%). Ormai soltanto poco più di 15 milioni di euro separano un dinamico settore delle apparecchiature elettriche dalla Moda: 335 milioni di euro (+24,8%) rispetto al primo semestre 2022) contro 353 milioni. Un segnale importante per l’economia della nostra provincia che vede, rispetto al passato, una maggiore diversificazione dei settori più vocati all’export, ad iniziare da quelli dove le innovazioni tecnologiche e produttive sono più presenti. Il settore delle bevande in cui il vino rappresenta sicuramente la voce dominante e che negli ultimi anni ha visto una crescita soprattutto qualitativa della produzione, il primo semestre 2023 si chiude con un export complessivo di circa 72 milioni di euro, in diminuzione del 19,2% rispetto allo stesso periodo del 2022. Una flessione che interessa anche l’export vitivinicolo nazionale con una diminuzione sia nei valori che nei volumi. A rendere ancora più negativo il quadro sono le previsioni relative all’andamento della campagna vendemmiale 2023 che, a causa delle condizioni climatiche e della condizione sanitaria dei vitigni, dovrebbe vedere una diminuzione della produzione nella nostra regione, e più in generale, nel Centro-Sud a fronte invece di risultati più positivi per le regioni del Nord Italia. E questo comporterebbe.  per il nostro paese, la perdita del primato produttivo mondiale a favore della Francia che già detiene il primato mondiale per il valore dell’export.

 

Redazione
© Riproduzione riservata
13/09/2023 14:51:34


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