Opinionisti Giorgio Ciofini

Il Palle e la sora Lapini

"Oramai la nostra è armasta l’unica città al mondo, che unn’ha chiuso il centro storico"

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Ad ogni cambio stagione rispunta la carta delle doglianze di Confcommerci, cui replica il Palle, l’unico aretino a ciò indicato. 

Il Palle e la sora Lapini

         M’arcordo che quando chiuson Cors’Italia, il trisavolo de’la Lapini si mise al muro del pianto e disse le stesse cose, a nome delle categorie economiche de’ la città de’ Rezzo, che poi son quelle ch’han confinato Prada a Levanella, ch’han mantenuto la zona Lebole a uso de le zanzare tigre e dei serpenti acquaioli, riservando Piazza Grande ai turisti del Cai e ai mercatini alpestri. Io, se fossi l’assessore al turismo del Ghinelli, riaprirei il Corso al traffico, così la Lapini e tutti i su’ accoliti vivranno felici e contenti nei secoli dei secoli. Amen. Oramai la nostra è armasta l’unica città al mondo, che unn’ha chiuso il centro storico, ‘n do’ le machine fin’a l’altro ieri, s’infilavano anche sotto ‘l sagrato del domo e, fra ‘n po’, faranno ‘na rampa mobile sulla scalinata del Marcillat, per facilitare l’accesso a fedeli e preti, che un se ne trova più uno ‘ndigeno, manco a cercallo col lumicino. Avete visto viale Michelangiolo al cumbrugliume? Sul marciapiede, ce son più machine che dunnine pe’ la via del Torrino e dello Scopetone, che chi lo battezzò leggeva nel futuro più de’la maga Bonicioli. Ma ancora i Confederati dello smercio un son contenti e tutti l’anni ciataccano i soliti bottoni. Per me, il Ghinelli, dovrebbe scavare ‘n parcheggio sotto ogni bottega del centro storico sennò, anche nel quarto millennio, i pronipoti della Lapini saranno fissi al muro del pianto com’il Palle, uno che da ’ste partì è famoso quanto Guido Monaco. Giusto per chi non è de ‘Rezzo, si ricorda che il Palle scoprì l’acqua calda, quando prese ‘n gatto pe’ le palle e sentenziò: “Questo è ‘n maschio!” Palle è anche ogni citto per i babi e le mame de ‘Rezzo, che quel nome gliel’han messo de notte, quando strillano a tutta canna come l’ambulanze e un c’è verso de zittalli. Quanto a Palle, tuttavia, se pole star tranquilli in saecula saeculorum: ciabbiamo i Confederati, la Lapini e i pronipoti, che un ce le faranno mancare mai. Del resto la storia conferma l’unicità aretina, ch’è come quella delle donne di Cortona, che ce l’hanno per traverso. Siamo fatti a l’arrovescio. Le machine fitte com’il panico nelle zone pedonali e la sosta su l’alberi, ucelli senz’ali al di là d’ogni dubbio anch’irragionevole, che s’apre il centro storico anch’ai cami col rimorchio. Se i cinesi, dal medioevo ‘n qua, ciànno un centinaio di trattati su’ l’acqua calda, che pu’ sarebbe ‘l tea, noi ciabbiamo il Palle e le rote apiccicate sotto ‘l culo. Perciò, a ‘Rezzo, l’unica via pedonalizzata è Cors’Italia. Cioè un groviera de via, co’ le machine ch’entrano come gli spifferi da porta Stufi, quando tira la tramontana. Nel globo terracqueo anche Brancone, quello che ‘nventò il vin de’ nuvvele, i centri storici li chiude a’le machine. Nella città di Mecenate le nane, no. S’aprono, col giusto de quando s’andava da’ le dunnine in via de’ le Fosse. Siamo diversi e anche de’ crognelo. Però, che Palle, sora Lapini!

Giorgio Ciofini
© Riproduzione riservata
05/05/2022 06:38:24

Giorgio Ciofini

Giorgio Ciofini è un giornalista laureato in lettere e filosofia, ha collaborato con Teletruria, la Nazione e il Corriere di Arezzo, è stato direttore della Biblioteca e del Museo dell'Accademia Etrusca di Cortona e della Biblioteca Città di Arezzo. E' stato direttore responsabile di varie riviste con carattere culturale, politico e sportivo. Ha pubblicato il Can da l'Agli, il Can di Betto e il Can de’ Svizzeri, in collaborazione con Vittorio Beoni, la Nostra Giostra e il Palio dell'Assunto.


Le opinioni espresse in questo articolo sono esclusivamente dell’autore e non coinvolgono in nessun modo la testata per cui collabora.


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