Opzione donna, i numeri di un flop: 40 mila lavoratrici escluse dalla pensione anticipata

La denuncia dei patronati mentre il governo studia uno sconto di 4 mesi per ogni figlio
Dal 1° febbraio a oggi il patronato Inac Cia registra il flop della misura Opzione Donna che ha frenato la quasi totalità della platea di lavoratrici pronte ad uscire anticipatamente dal mondo del lavoro. La legge di bilancio, infatti, non ha solo ristretto la platea ma ha imposto anche la rinuncia del 30% dell'assegno contributivo. Sono circa 40 mila le lavoratrici esodate, a fronte di 2.500 che nel 2023 rispecchiano i requisiti per la nuova pensione anticipata e che sono anche costrette a rinunciare fino a un terzo dell'assegno con il ricalcolo contributivo.
La questione «torni al tavolo del ministro Calderone per correttivi immediati che possano riequilibrare le storture emerse», fanno sapere i rappresentanti del Patronato Inac Cia Alessandro Mastrocinque e di Donne in Campo Pina Terenzi. Le stime che riguardano la platea coinvolta nelle uscite di quest'anno è veramente risibile: appena tre mila per il governo. «Si tratta di una manovra tesa soltanto a fare cassa, e a rinviare l'uscita dal mondo del lavoro. Con questi parametri è stato acclarato un dato demoscopico, che misura il numero delle donne con figli che deve occuparsi dell'assistenza di un parente, di donne che hanno una invalidità riconosciuta importante, oppure di lavoratrici soggette a licenziamento. Il collo dell'imbuto troppo stretto non consente di guardare alla realtà del Paese e alle vere condizioni in cui vivono le famiglie oggi» continua Mastrocinque.
Il paradosso
L'associazione Donne in Campo sottolinea il paradosso: «Consentire alle donne di anticipare l'uscita pensionistica riconoscendone l'importante ruolo di caregiver per poi tagliare l'assegno del 30 per cento è un atteggiamento gravemente vessatorio nei confronti di una parte del Paese indispensabile per la tenuta sociale - commenta la presidente Pina Terenzi - Così come si è rivelata discriminante tra chi ha figli e chi no. È ora di rivedere questa misura e renderla praticabile per tutte le donne».
Le ipotesi dello sconto
Ieri l’incontro tra esecutivo e sindacato è stato interlocutorio. Gli interventi profilati sono diversi: innanzitutto, la possibilità, per le donne, di uno sconto di 4 mesi sul pensionamento per ogni figlio, allargando a chi sta nel sistema misto la portata di una norma che già esiste per chi rientra nel contributivo puro. Sul punto sarebbe in corso un dialogo con il Mef, dal momento che per rendere la misura effettiva andrebbero messi in conto circa 700 milioni. Ma l'obiettivo è quello di lavorarci velocemente, nell'ottica - centrale per l'esecutivo Meloni - di valorizzare la maternità.
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