Elezioni regionali: Coldiretti Arezzo ha incontrato i candidati al consiglio

Agricoltura e cibo pilastri prossima legislatura. Il manifesto “l’orgoglio di coltivare il futuro”
L’incontro con i candidati aretini al consiglio regionale della Toscana è andato in scena alla Borsa Merci di Arezzo, in platea i dirigenti dell’associazione di categoria e gli aspiranti consiglieri regionali, presentato dal Presidente di Coldiretti Arezzo Lidia Castellucci, dal Direttore di Coldiretti Toscana Angelo Corsetti e dal Direttore di Coldiretti Arezzo Raffallo Betti il manifesto “L’orgoglio di coltivare futuro”.
Dal rafforzamento dell’assessorato all’agroalimentare con poteri speciali per la gestione delle crisi di comparto alla semplificazione delle norme e delle procedure di accesso ai bandi, dalla definizione di tempi certi per l’erogazione di rimborsi e contributi, all’istituzione di un fondo rotativo a sostegno delle imprese per facilitare l’accesso al credito, dalla difesa del Made in Tuscany, come patrimonio unico e non delocalizzabile fino alla conferma dell’impianto del nuovo piano faunistico venatorio approvato lo scorso luglio che per la prima volta mette al centro la tutela delle coltivazioni e del reddito agricolo: sono alcune delle priorità – e delle richieste – disegnate da Coldiretti nel manifesto “L’orgoglio di coltivare il futuro” presentato questa mattina alla Borsa Merci di Arezzo, ai candidati della provincia di Arezzo al consiglio regionale alle prossime elezioni regionali del 12 e 13 ottobre.
“Chiediamo che l’agricoltura della nostra provincia sia riconosciuta come asset strategico dell’economia regionale confermando e rafforzando l’assessorato all’agroalimentare attraverso l’attribuzione di deleghe per la gestione della crisi di mercato che purtroppo, a causa delle distorsioni lungo la filiera, sono sempre più frequenti, vedi latte e grano. L’agricoltura non è solo produzione: è cibo, salute, cultura e tutela del territorio – ha ricordato la presidente di Coldiretti Arezzo Lidia Castellucci richiamando la legge sulla multifunzionalità voluta e sostenuta proprio da Coldiretti che ha permesso alle imprese agricole di diversificare le loro attività ed aprirsi a nuovi settori come quello turistico e sociale.
I candidati presenti hanno ascoltato le istanze e sono poi intervenuti portando il loro contributo.
Il manifesto raccoglie dal basso le priorità e le aspettative delle aziende agricole emerse in occasione degli incontri organizzati in questi mesi sul territorio. Tanti i focus che la principale organizzazione agricola, reduce dalla protesta del popolo del grano negli scorsi giorni a Firenze, ha portato sul tavolo degli esponenti in corsa per il Consiglio Regionale a cui hanno chiesto di mettere l’agricoltura ed il cibo al centro della prossima legislatura: “gli agricoltori producono cibo sano, ed il cibo sano è la medicina naturale per una vita in salute e longeva".
A tenere banco la tutela del paesaggio, il consumo del suolo e le speculazioni energetiche che molti territorio rischiano di subire. Inevitabile il richiamo alla legge sulle aree idonee per gli impianti per le energie rinnovabili “bloccata” dalla sentenza del Tar.
Per quanto riguarda il piano invasi e la gestione dell'acqua, invece la richiesta è quella di "continuare la collaborazione con i Consorzi di bonifica, le Autorità di bacino” perché “la tenuta del territorio e lo sviluppo delle reti irrigue sono tasselli fondamentali per immaginare una agricoltura del futuro”. Proprio su questo fronte Coldiretti ha evidenziato la necessità di semplificare la normativa per il recupero degli invasi già esistenti – oltre 16 mila quelli censiti - per permettere il recupero delle acque piovane ed il loro riutilizzo migliorando così la competitività delle aziende.
Il manifesto, consegnato ai due candidati, definisce, uno ad uno, le criticità dei singoli comparti agricoli, da quello zootecnico al vivaismo, dalla pesca alla cerealicoltura, dall’olivicoltura all’accoglienza e alla gestione del bosco, proponendo, come è nello stile di Coldiretti, le possibili soluzioni.
Tra le proposte, in materia di lavoro, l’istituzione di un albo delle aziende senza terra per contrastare fenomeni di illegalità e sfruttamento, tema quest’ultimo che ha visto Coldiretti sempre in prima linea mentre sul fronte delle aree interne, dove i costi di produzione sono maggiori per via della minore meccanizzazione, la strada potrebbe essere quella di prevedere specifiche semplificazioni burocratiche ed agevolazioni per riequilibrare la bilancia economia delle aziende.
“Le logiche dell’omologazione e del profitto a discapito dell’autenticità, della territorialità e della storia delle varietà autoctone stanno uccidendo quella stessa biodiversità che ha reso la nostra provincia quello che è oggi dal punto di vista agroalimentare, ambientale, storico e turistico – conclude la presidente di Coldiretti Arezzo Lidia Castellucci - la nostra rete di Campagna Amica ha proprio lo scopo di facilitare l’incontro tra i nostri produttori, che riscoprono e coltivano tante varietà autoctone ed i consumatori. Per salvare queste produzioni dobbiamo tornare a portarle in tavola”.
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